Il varo della legge sul circo e lo spettacolo viaggiante è stato una enorme conquista, un risultato storico, anche se chi si impegnò per raggiungere quella meta, ebbe subito la consapevolezza che non si sarebbe trattato di un obiettivo raggiunto una volta per tutte perché, anzi, molto rimaneva da fare.
Gli avvenimenti che segnarono i decenni precedenti – come già abbiamo visto nelle puntate precedenti di questa storia in pillole (da Ercole Togni a Orlando Orfei, passando per una ricognizione sul numero dei circhi e delle arene verso la fine degli anni 50), dalla nascita dell’Ente Circhi nel 1948 – restano scolpiti nella storia grazie alle pubblicazioni dello Spettacolo Viaggiante, che ci permettono oggi di conoscere molti fatti che altrimenti sarebbero andati perduti. Fra questi, la nascita della legge n. 337 del 1968, rappresenta sicuramente “il” fatto più significativo per l’affermarsi della presenza dei circhi e per la conquista di una dignità sociale, oltre che normativa, dell’arte circense in Italia.
Bisogna affidarsi ancora una volta alla rivista dell’ANESV, che nel frattempo aveva cambiato leggermente nome, diventando Lo Spettacolo Viaggiante. Nel nunero di febbraio-marzo 1968, in copertina campeggia una immagine che riassume la notizia: il ministro Corona posa in una affollata fotografia insieme ai rappresentanti dello spettacolo viaggiante e del circo: insieme a lui spiccano il presidente dell’AGIS, Italo Gemini, il presidente dell’ANESV, Camillo Bruno, il presidente ENC, Egidio Palmiri, Darix Togni e tanti altri.
Fu una conquista dura e impegnativa la legge 337, come bene riassumeva il titolo dell’articolo che Camillo Bruno scrisse per quel numero de Lo Spettacolo Viaggiante: “IERI la lunga vigilia, OGGI la meta raggiunta, DOMANI i compiti che ci attendono”.
Il 4 ottobre 1963 venne ripresentata alla Camera la proposta di legge di iniziativa parlamentare a favore dei circhi e dello spettacolo viaggiante. Riprendeva lo stesso schema che oltre un centinaio di deputati di diversi partiti, avevano sottoscritto nella legislatura precedente, ma che era decaduto perché il Parlamento si sciolse per le elezioni del giugno 1962.
La proposta di legge del 63, però, era molto più incompleta rispetto a quella che verrà approvata cinque anni dopo. “Finalmente – scrive il presidente ANESV, Camillo Bruno, su Lo Spettacolo Viaggiante – venne un ministro che, dopo essersi ben “documentato” circa la vera natura e la funzione dello spettacolo viaggiante, avocò al suo Dicastero il compito di predisporre il disegno di legge”. Il ministro era il già citato Achille Corona, socialista, che fu ministro del Turismo e dello Spettacolo nel primo, secondo e terzo governo Moro.
Appena il Senato approvò il disegno di legge, l’8 marzo 1968, si riunì la giunta esecutiva dell’ANESV allargata all’Ente Nazionale Circhi, rappresentato dal presidente Palmiri, da Darix e da Wioris Togni. Intervennero anche Italo Gemini e Franco Bruno. Alle 11.30 la riunione si sciolse e tutti i partecipanti andarono al ministero del Turismo e dello Spettacolo dove furono ricevuti dal ministro Corona. Una fase storica si era felicemente conclusa aprendo scenari insperati per il circo italiano. (c.m.)