Memoria

La storia dell’Ente Circhi che quasi nessuno conosce

Come annunciato, pubblichiamo la prima parte della risposta del presidente Palmiri alle lettere di Divier Togni e Alberto Orfei, relativa ai passaggi che hanno segnato la conduzione dell’Ente. Si tratta di un documento storico di particolare interesse perché di fatto diventa una piccola storia dell’Ente Nazionale Circhi e delle sue tappe salienti. Altre due puntate seguiranno a breve.

E’ lecito ed anche opportuno avere idee diverse sul futuro dell’Ente Nazionale Circhi, ma la storia passata non può essere riletta a proprio piacimento. Alberto Orfei nel suo intervento ha ricostruito date che – se non fossero rettificate – cambierebbero la storia della nostra Associazione. Non lo ritengo corretto e per questo motivo ho deciso di preparare una risposta. Mentre stavo via via scrivendola, mi sono accorto che diventava una piccola cronistoria della nascita dell’Ente e delle sue tappe salienti, e così ho pensato che renderla pubblica avrebbe potuto essere utile a tanti – soprattutto ai giovani – che non hanno vissuto quegli anni.

Divier Togni ha scritto che l’E.N.C. è stato fondato da suo nonno Ercole – e fin qui tutto bene, aggiungo io – e che il sottoscritto sarebbe presidente da 53 anni. In questi 53 anni di presidenza vengono inclusi anche quelli precedenti l’elezione di Orlando. Se Alberto ha ritenuto che i 53 anni fossero gli ultimi, tutti di seguito, allora l’equivoco è chiarito. Altrimenti i conti non tornano. 

Anche Alberto Orfei ha contestato la ricostruzione cronologica fatta da Divier, sostenendo che “c’è stata una piccola interruzione nel mandato del Sig. Palmiri, di pochi, ma non meno importanti, anni, in cui fu presidente Orlando Orfei, il quale fece in quel corto mandato, più di quello che fu fatto sino a quel momento. Le leggi che vennero in aiuto del circo, furono merito di mio padre, che con uno stratagemma e col suo carisma, riuscì a riunire in un unico locale, Camera dei Deputati e Senato, il che è proibito dalla Costituzione”. Mi corre l’obbligo di precisare che la Costituzione non proibisce nulla del genere: senatori e deputati possono riunirsi sempre e comunque. Forse Alberto Orfei si riferisce al fatto che la Costituzione limita a pochi casi la possibilità del Parlamento di riunire senatori e deputati in seduta comune, mentre non vieta che al di fuori del Parlamento possano riunirsi come, quando e dove vogliono. Di chi furono merito le leggi “a favore” del Circo, invece, è la storia che segue a dirlo.

Per queste ragioni ho ritenuto importante – e consentitemi, anche interessante – rendere nota (anche se succintamente) la storia di come è nato l’Ente ed i suoi sviluppi. Purtroppo protagonisti di quel periodo siamo rimasti – che io sappia – solo in tre: Enis, Orlando ed io. Orlando, a causa delle vicissitudini che l’hanno portato in sud America, è improbabile che possa ricordarsi di quanto accaduto. Per ricordare fatti e date di mezzo secolo o si è importanti protagonisti o si ha una documentazione da consultare, ed è quello che ho potuto fare io per scrivere quanto segue.

Cominciamo coi presidenti e la durata del loro mandato:

Ercole Togni: gennaio 1946 – marzo 1955;

Egidio Palmiri: marzo 1955 – novembre 1963;

Orlando Orfei: novembre 1963 – 15 aprile 1966;

Egidio Palmiri: 15 aprile 1966 – febbraio 2011.

Nel dicembre 1945 Italo Gemini  fonda l’AGIS, Associazione Generale Italiana Spettacolo. Ercole Togni, indiscusso numero uno del circo italiano, con il tam tam dell’epoca raduna a Milano tutti i direttori di circo che si trovano nell’Italia settentrionale. Obiettivo prioritario: dividerci dai giostrai e fondare una nostra autonoma associazione. 

Si costituisce così l’E.N.C.I., Ente Nazionale Circhi Italiani. Senza statuto e dotandosi di semplici regole. La presidenza viene assunta da Ercole Togni e la divisione dai giostrai in seno all’Agis viene effettivamente realizzata. Il presidente dei giostrai Augusto Piccardi pretende, ed ottiene, che la sigla A.N.E.S.V. (Associazione Nazionale Spettacoli Viaggianti) venga lasciata a loro. Ercole Togni, soddisfatto della avvenuta divisione dai giostrai, accetta.

I Palmiri all’epoca – secondo il presidente – non possono far parte dell’E.N.C.I. perché non hanno circo ma un’arena.

Inverno 1945-46: i Palmiri sono scritturati da Ugo Togni e tra loro c’è un “giovanetto” presuntuoso e antipatico, risponde al nome di Egidio. Il sottoscritto.

1946-47: i Palmiri creano la più grande arena che sia mai esistita ed Ercole Togni li ammette nell’E.N.C.I. Io però non partecipo né alla vita dell’Ente e né alle riunioni. Nel 1949, il 30 giugno a Mestre, succede la disgrazia: mio fratello Giovanni perde la vita in un banale incidente. Anche tutti i Togni partecipano al funerale ed Ercole sulla bara di Giovanni pronuncia la frase che è stata tramandata nel tempo e che ancora oggi mi commuove. Nel libro di Cervellati viene attribuita a Ugo Togni, mentre a pronunciarla fu Ercole: “Giovanni, il pane del circo è un pane duro e tu lo hai mangiato sino in fondo”. 

Nel 1953 Ercole Togni mi chiama a Milano e mi chiede di far parte di una rappresentanza che sarà ricevuta a Roma dal segretario Generale dello spettacolo Franz De Biase. Non potevo dire no a Ercole Togni. Prima della partenza mi chiama e mi comunica di non aver fiducia nel segretario generale dell’E.N.C.I. – il dott. Athos Maraldi – e nemmeno del consigliere Mario Barberini. Avendo Ercole Togni – per tutti “Tete” – qualche difficoltà nell’udito, devo ascoltare i loro discorsi e riferire. L’avventura di quel viaggio è spiegata nel libro scritto da Ruggero Leonardi, “Sospeso nel vuoto”.  

Athos Maraldi, che non appartiene al mondo del Circo, oltre che segretario generale è anche tesoriere. Un bel giorno decide di “sparire” e con lui anche il fondo cassa che ammontava a circa 3 milioni delle vecchie lire. 

Ercole Togni mi vuole come consigliere e con tale carica si arriva al 1955 con un fondo cassa molto scarso. Giunge in Italia proveniente da Malta e in condizioni disastrose, il circo Apollo. Si tiene una riunione per decidere la tournèe dell’Apollo in modo da non disturbare i circhi nazionali. Poiché circo e direttore sono tedeschi, e il direttore non parla italiano, il compito della trattativa spetta a me. Ottengo che, come quota associativa, la direzione del circo versi il 5% sugli incassi all’E.N.C.I.  

Ercole Togni come presidente è contrario, non ritiene dignitoso prendere una percentuale sugli incassi da un circo straniero. All’unanimità – però – il Consiglio vota per accettare quanto concordato. Ercole Togni si dimette e, senza altri pretendenti, vengo eletto presidente. 

Nel frattempo, dopo aver chiuso il “Follie del Circo”, ho fatto società con il circo danese Benneweis il quale – come programmato – ha la possibilità di cambiare ogni due anni le attrazioni degli animali. Dovendo dirigere il mio circo posso occuparmi dell’associazione solo in parte. 

Come consigliere non ho voluto far notare ai miei colleghi certi errori commessi dai più importanti personaggi che hanno creato l’associazione. Senza renderlo noto, ma nemmeno chiedendo l’autorizzazione, decido di far stampare la carta da lettera eliminando la I finale nella denominazione dell’associazione, in quanto con la dicitura nazionale la i di italiano è superflua: nasce così l’Ente Nazionale Circhi. Quello che non ho trovato il modo di sostituire senza far notare l’errore è stata invece la denominazione di Ente che avrebbe dovuta essere cambiata in Associazione perchè il nostro non era, e non è, un Ente, ma una Associazione. Dopo oltre sessant’anni è la prima volta che rendo note queste notizie.

Egidio Palmiri

Archives

Comments recenti