Sgarbi: l’animalismo lunare vuole uccidere per decreto il sogno del circo
di Claudio Monti

Vittorio Sgarbi e Carlo Giovanardi davanti a Montecitorio con i circensi (tutte le foto sono di Silvia Ottaviano)
Il Foglio diretto dall’elefantino, così entriamo subito in tema etologico, per la superba penna di Stefano Di Michele, ha dedicato una pagina (29 settembre) esemplare al caso del grande mammifero artiodattilo che ha trovato la morte in quel di Imola. Ha titolato: “La giraffa della libertà”, fornendo così anche un ottimo assist alla rossa di Lecco che, impegnata a scorrazzare da una città all’altra per stimolare (esattamente stimolare, come una sorta di massaggio che stimola la circolazione dell’animalismo nel corpo vivo delle municipalità, irrigidite da tagli e taglioni del Professore Presidente) i sindaci a vietare i tendoni itineranti, probabilmente non ha tempo per pensare al nome della sua prossima lista animalista a sostegno del fu Popolo delle libertà. “Elegia per Alexandre che sulle strade asfaltate di Imola cercava la sua savana. Ed è morta”. Così Di Michele. E non a caso l’elegia è un genere letterario, come insegnano Rilke, Zanzotto, Brecht e altri illustri. Parlando di giraffa e di circhi, Di Michele ci ha regalato un po’ di bella letteratura animalista. L’ha spiegato molto bene Vittorio Sgarbi ieri, senza citare né l’elegia e né la splendida testata tenuta a proboscide dall’elefantino. La giraffa della libertà è stata uccisa quando è uscita dal circo. Segno che è molto azzardato definire i recinti delle prigioni e l’assenza di recinti il territorio della libertà e della salvezza. “La giraffa fino a che era al circo prigioniera, umiliata, mortificata – come sostengono Brambilla & c. – era viva, appena è andata in libertà è morta.”


Cos’è naturale e cosa innaturale? “E’ naturale che un uomo che nasce libero debba andare a scuola, in collegio, imparare l’inglese, il cinese, finire in fabbrica… Se dobbiamo valutare i principi fondanti della volontà individuale, dobbiamo dire che l’uomo non è in condizione di decidere della sua vita”, argomenta Sgarbi. “Come sosteneva Robert Musil, l’uomo si trova la sua vita appiccicata”. Altroché giraffa della libertà. “Voi credete che a 15 anni Giovanardi pensasse di fare il parlamentare? Lui voleva fare l’allevatore di cavalli, forse il circense…”, ha ironizzato Vittorio Sgarbi in una austera sala di Montecitorio trafficata da parlamentari in ben altre faccende affaccendati. “Giovanardi si è trovato parlamentare e per di più berlusconiano, cosa inverosimile perché Berlusconi è extraparlamentare per cui che abbia prodotto un parlamentare è già un paradosso, e tra l’altro è parlamentare non di opposizione ma nello stesso partito della Giammanco”.

Divieti. In una società nella quale tutto è concesso, i reprobi sono diventati i circhi? “C’è qualcosa di surreale, di lunare, in ciò che vanno sostenendo gli animalisti”, dice Sgarbi. “Ligabue s’inventa la pianura Padana popolata di tigri e leoni, questo è il circo, e non pensavo che si potesse arrivare a lambire anche questo ambiente, che è un luogo di civiltà, bellezza, cultura, educazione, armonia tra uomo e animale”. Invece la deputata di Lecco ha osato anche di più: “Anzitutto è stata nominata ministro del ministero che non c’è, quel dicastero del Turismo che è stato abolito con referendum insieme all’agricoltura. Nessun problema, tutto normale, tanto il nostro è un Paese non agricolo e non turistico…” E attenzione, perché se oggi si sottoponessero a referendum i ministeri degli Esteri e dell’Interno, verrebbero cancellati subito perché sono simboli del potere”. Ma, si è chiesto Sgarbi, cosa ha fatto la Brambilla a capo del ministero che non c’è? “Quali sono le perle d’Italia più importanti nel mondo? Firenze, Venezia Roma e il Palio di Siena. Da ministro del Turismo la Brambilla ha chiesto di abolire il Palio di Siena. E perché? Perché si azzoppano i cavalli. Ma allora aboliamo anche la Formula 1 perché si può morire, anzi aboliamo tutto perché tutto mette a rischio la vita”.


Il circo è altro, insomma, così come altro è la vita, rispetto alle teorie animaliste. “Luogo dello spettacolo, del dialogo fra l’uomo e l’animale. Anzi, più che spettacolo il circo è sogno, e mette in scena la rappresentazione della bellezza dell’animale che in natura non potremmo vedere se non a rischio di essere sbranati. Oltre al circo solo la pittura ci offre questo e non a caso il circo è arte. Anche Berlusconi ama il circo”. Fermi tutti! Se Berlusconi ama il circo, perché Giammanco e Brambilla non lo seguono? “Perché sono più omogenee a Grillo che a Berlusconi”, assicura Sgarbi. “Avete presente l’atteggiamento di Pizzarotti con Grillo? Ecco, la stessa cosa”.
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