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L’Ente Circhi impugna la delibera di Ferrara e scrive a Napolitano

Il ministro del turismo

Mentre a Milano il ministro Brambilla premia il Comune di Ferrara “amico degli animali” che ha vietato i circhi, il presidente dell’Ente Nazionale Circhi annuncia: “Domani daremo mandato ai nostri legali di impugnare davanti al Tar competente la delibera-ordinanza del sindaco di Ferrara che vieta gli spettacoli con animali”, spiega Egidio Palmiri. “Abbiamo inoltre già inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale chiediamo che non permetta ad un ministro di calpestare una legge vigente, la n. 337 del 1968, che regolamenta l’attività dei circhi e dello spettacolo viaggiante. La competenza al riguardo non spetta infatti ai Comuni ma al governo e dunque un’amministrazione, per il principio della gerarchia delle fonti del diritto, non può vietare un’attività che la normativa dello Stato consente. Chiediamo rispetto per il settore e per migliaia di posti di lavoro”.
Mentre il ministro del Turismo “istiga a disobbedire alle leggi”, prosegue Palmiri, “il Comune di Ferrara gioca su un equivoco madornale, interpretando in senso “animalista” una indicazione della Commissione scientifica Cites”. Le famose “linee guida per il mantenimento degli animali nei circhi e nelle mostre itineranti” – citate nella delibera incriminata del Comune di Ferrara – hanno cominciato ad essere emanate nel 2000, undici anni fa, e non adesso, come scopre il Comune di Ferrara, e successivamente sono state aggiornate. “Anzitutto queste linee guida assegnano un ruolo importante all’Ente Nazionale Circhi, visto che in esse si legge: ‘Inoltre è altamente auspicabile che ogni struttura circense che detiene animali aderisca ad un ente professionale qualificato, quale ad esempio l’Ente Nazionale dei Circhi. Tra i compiti dei citati enti rientra anche la diffusione delle normative nazionali, comunitarie e internazionali al fine di un loro adeguato rispetto’. La domanda è: che senso avrebbe chiedere all’associazione di categoria dei complessi italiani di vietare l’attività dei circhi? E infatti non è questa l’intenzione delle linee guida Cites – prosegue Palmiri – ma un’altra.” Le finalità sono dettagliatamente descritte: “Le presenti linee guida si prefiggono prioritariamente di: (…)
– proporre un protocollo operativo alle Amministrazioni locali da adottare per il rilascio delle autorizzazioni all’attendamento dell’attività circense presso i Comuni italiani.
Le presenti linee guida hanno, inoltre, lo scopo di:
– verificare il rispetto delle condizioni di benessere degli animali al seguito di circhi e mostre itineranti, anche tramite la definizione di più chiare indicazioni sulle misure minime di ricoveri e spazi a loro disposizione e sugli arricchimenti ambientali da adottare per soddisfare esigenze etologiche;”

Flavio Togni con i suoi elefanti

Viene inoltre ricordato che “l’autorità prefettizia, in sede di rilascio dell’idoneità alla detenzione di animali pericolosi, avrà cura di verificare che l’autorizzazione sia corredata da tutti i documenti, opportunamente vidimati, che attestino il rispetto dei requisiti per il suo rilascio”. Sono, come emerge chiaramente, condizioni finalizzate a regolamentare un’attività nel rispetto degli animali (si parla anche di “piano alimentare e di pulizia”, “trasporto”, “piano di emergenza”, “dimensioni delle gabbie” e così via), non a vietarla preventivamente. Ciò risulta senza ombra di dubbio anche da un’altra indicazione: “si raccomanda la definizione di programmi di riproduzione controllata e di corretta gestione degli animali al seguito, in modo da evitare, causa ad esempio l’eccessivo numero di nascite (soprattutto per i grandi felini), il mancato rispetto delle presenti linee guida o successive difficoltà negli scambi e nelle acquisizione di animali tra le varie strutture circensi”. Fino a stabilire che “Gli animali non possono essere esibiti al di fuori della struttura (circo o mostra viaggiante) per la quale è stata rilasciata l’autorizzazione di attendamento”.

Egidio Palmiri, presidente Enc

Ma il Comune di Ferrara si richiama solo alla “appendice A” di quelle linee guida, che recita: “Le indicazioni inerenti i requisiti minimi indicati di seguito, non devono essere considerate come una giustificazione o un invito a mantenere determinate specie nei circhi. In particolare si raccomanda che in futuro non vengano più detenute le specie in via di estinzione o il cui modello gestionale non è compatibile con la detenzione in una struttura mobile quali, ed in particolare:
primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci”. Questo capitoletto va sotto il titolo “orientamenti generali” e specifica “raccomanda che in futuro…”. Da questo orientamento per il futuro, invece, il Comune di Ferrara ha tratto un provvedimento proibitivo di un’attività normata e sostenuta dallo Stato. “Peccato che per un’amministrazione che ha scelto di sostenere la filosofia animalista (che il vescovo di San Marino, mons. Luigi Negri, ha definito “l’idolatria del terzo millennio”), tutti i cittadini dovranno pagare di tasca propria le spese legali di una querelle che si preannuncia lunga. Ma è certo che chiederemo giustizia”, conclude Palmiri.

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