Ennesima sconfitta per “l’animalismo militante” che vorrebbe dettare legge nelle istituzioni comunali “calpestando” però le normative dello Stato e la giurisprudenza consolidata. Ma questa volta la batosta è pesante perché va in frantumi quella che le potenti organizzazioni animaliste avevano individuato come la soluzione giuridica per aggirare la legge 337 e le numerose sentenze che, dagli anni 90 ad oggi, avevano sempre dato ragione ai circhi.
Andiamo con ordine. Tre giorni fa la seconda Sezione del Tar dell’Emilia Romagna (presidente Giancarlo Mozzarelli) si è espressa sulla richiesta di sospensiva presentata dal circo Moira Orfei (difeso dagli avvocati Giulio Cerceo e Gualtiero Pittalis), principalmente finalizzata a ottenere l’annullamento della famosa ordinanza del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, risalente al 23 dicembre 2010, che vietava su tutto il territorio comunale l’attendamento (su aree pubbliche e private) “dei circhi con animali la cui detenzione sia stata giudicata palesemente incompatibile con strutture circensi e di spettacolo viaggiante, appartenenti alle specie di seguito indicate; primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci diurni e notturni”, così come “l’utilizzo e l’esposizione di rettili”.
Tutti ricorderanno che questo tipo di “ordinanza anti-circo” (sostanzialmente simile a quella adottata anche a Modena e Alessandria) è stata presa a modello dalle associazioni animaliste che a più riprese hanno indicato in essa una sorta di uovo di colombo per non incappare nei pronunciamenti negativi dei Tar. Quella ordinanza, insomma, veniva consigliata a tutti i Comuni come strada sicura e indolore per raggiungere l’obiettivo di “rendere la vita difficile ai circhi con animali e cercare di ostacolarli”. L’assessore ferrarese Chiara Sapigni fu pure premiata dal ministro del Turismo Michela Brambilla come “Comune animal friendly” anche in ragione di quel regolamento per la tutela degli animali che all’art. 2 sottolinea: “Il Comune valorizza la tradizione e la cultura animalista della città”. Peccato che, come l’Ente Circhi aveva ampiamente previsto, davanti al Tribunale di giustizia amministrativa le cose siano andate diversamente ed oggi sono i cittadini a dover pagare le spese processuali: il Tar ha infatti condannato il Comune di Ferrara anche “al pagamento, in favore della ricorrente, delle spese relative alla presente fase processuale che liquida per l’importo di euro 2.000, oltre cpa e iva”. Ma poi sono ovviamente da conteggiare le spese dei legali (ben quattro) che hanno rappresentato e difeso la pubblica amministrazione.
Cosa ha stabilito il Tar? Ha accolto l’istanza cautelare presentata dal circo Moira Orfei e ha sospeso gli atti impugnati, a partire dall’ordinanza del dicembre 2010, rinviando per la discussione della causa nel merito alla udienza dell’11 aprile 2012. Dal 23 al 28 novembre 2011, dunque, il circo potrà fare sosta a Ferrara con tutti gli animali al seguito, così come aveva chiesto già da ottobre, ricevendo però il rifiuto da parte del Comune, il diniego alla autorizzazione veterinaria, e il parere non favorevole anche da parte dell’Ausl in quanto “nell’elenco degli animali al seguito del circo figurano 19 grandi felini, 2 elefanti, 1 ippopotamo e 3 pinnipedi (otarie)”, cioè specie animali vietate dall’ordinanza sindacale adottata il 24 dicembre 2011.
Certo, non è utile a nessuno continuare in questa estenuante prova di forza e contrapposizione frontale destinata a sfociare nelle carte bollate, fra l’altro affrontando spese di cui i circhi farebbero volentieri a meno. Ma quando ragioni politiche e ideologiche fanno sì che si arrivino a disconoscere i diritti di una intera categoria, non resta che l’obbligo di difendersi.