“I Clowns di Fellini dopo 40 anni resta un film bellissimo e a rivederlo oggi, a distanza di così tanto tempo, è ancora più bello”. Lo dice a Circo.it Adriano Aprà, storico del cinema di lunga data, regista, ma anche un nome legato in passato alla direzione di importanti festival (come quello di Pesaro) e riviste di settore.
Al Torino Film Festival presenta Circo Fellini (42 minuti), un “prodotto” abbastanza inedito di video saggio critico che rilegge I Clowns di Fellini, appunto, con le splendide musiche di Nino Rota. Cerca di coglierne i segreti, l’animo profondo, la genesi di quella sorta di ossessione che Fellini ha avuto per il circo e per i clown in particolare, tanto da decidere di documentarsi in maniera approfondita sui grandi clown, anche se abbastanza sconosciuti al pubblico italiano, come il clown Rhum, di origini italianissime ma che diventò famoso in Francia, al Medrano. Fellini si reca a Parigi per studiarlo attraverso un raro cortometraggio del 1935 in cui l’augusto Rhum è insieme a Jacques Tati in Gai dimanche e lo inserisce ne I Clowns. Coinvolge Tristan Rémy e gli artisti del circo, quello vero, come Liana, Rinaldo e Nando Orfei. Federico Fellini entra nel circo, insomma, dalla porta principale, ed è questo percorso di simbiosi con la pista di segatura e con i suoi protagonisti comici, che lo porta al parto de I Clowns, un capolavoro insuperato secondo molti, che il documentario di Adriano Aprà riporta sotto i riflettori.
Cos’è esattamente il lavoro che lei presenta a Torino fra una decina di giorni? “Nasce come un extra del dvd del film I Clowns, e mi è stato chiesto dalla Rarovideo per una edizione americana”, risponde Aprà.
La Raro Video opera in Italia da parecchi anni e più di recente è sbarcata anche in America grazie alla partnership tra Gianluca e Stefano Curti e Nico D.J. Bruinsma, titolare dell’etichetta statunitense DVD Epics Cult. La decisione di Rarovideo di immettere nel mercato cinematografico i capolavori del cinema ad alta definizione (dvd e Blu-ray), ma anche opere inedite, sta incontrando un ottimo gradimento. E tra le prime pubblicazione della Rarovideo statunitense ci sono proprio I Clowns e adesso si aggiunge anche Circo Fellini di Adriano Aprà, in lingua italiana ma con i sottotitoli in inglese.
“Anziché sul solito extra, mi sono orientato sull’equivalente audiovisivo di un saggio critico. L’ho costruito inserendo brani del film di Fellini, spezzoni del volume I Clowns curato da Renzo Renzi, che ha un apparato storico molto ricco, poi ho utilizzato qualche disegno di Fellini relativo al mondo del circo, fotogrammi di film precedenti sempre incentrati sul circo e anche un testo di Fellini, in realtà scritto da Bernardino Zapponi (è stato lo sceneggiatore di sette film di Fellini, fra cui anche I Clowns, e nel libro Il mio Fellini ha raccontato la sua intensa amicizia e rapporto di lavoro col regista di Rimini, ndr) nel quale il maestro parla del suo rapporto con questo film. Anche di questo ho utilizzato alcuni brani che vengono letti da una voce femminile, Olimpia Carlisi”.
I Clowns nasce come special televisivo nel lontano 1970: pensa abbia ancora un fascino per il pubblico che oggi è alla ricerca di buon cinema?
L’avevo visto appena era uscito, e quando mi hanno proposto di realizzare l’extra ho voluto rivederlo per capire se ne ero stimolato. Consideri che io non sono un felliniano ma devo dire che l’ho trovato sorprendente. Ormai l’ho visto chissà quante volte e lo considero uno dei più bei film di Fellini. Non sono in grado di giudicare in che misura il circo di Fellini sia un mondo che vive nella sua testa o corrisponda invece alla realtà del circo, ma da studioso di cinema posso senz’altro dire che è un film bellissimo.
Non uno dei minori, dunque, nella produzione di Fellini.
Assolutamente no. Quando uscì venne considerato come un buon film, ma – come s’usa dire – un po’ fatto con la mano sinistra. Credo che questo giudizio dipendesse da una ragione abbastanza semplice: I Clowns nasce come produzione televisiva, non per il cinema. Ma in realtà, e me ne sono reso conto ancora di più riguardandolo a distanza di tempo, è un film stupendo e per nulla datato nel quale Fellini mette in scena il suo universo personale ma offre anche un vero e proprio omaggio al mondo dei clown.
E’ vero a suo parere che senza il circo non si capirebbe nulla di Fellini?
Direi di si, il circo è un elemento centrale nel mondo di Fellini. Il suo cinema è un trionfo delle apparenze, sempre al di sopra delle righe, inventato gonfiando le cose….
Non posso non approfittare di uno storico del cinema per affrontare un tema di cui si è spesso discusso: il cinema è un po’ figlio del circo e che tipo di legame li unisce?
Il cinema nasce come fenomeno scientifico, ma agli inizi si evolve come fenomeno da baraccone. Viene mostrato come una meraviglia, poi si sviluppa come qualcosa di più nobile e prende le strade che conosciamo.
Non sarà un caso se il 3D in Italia debutta con la pellicola di Totò Il più comico spettacolo del mondo, recentemente presentato al Festival di Roma.
Infatti il 3D riporta un po’ il cinema a questo contatto con il circo, che è una delle sue origini…
Qualcuno ha detto che il cinema ha sempre parlato di circo ma, in fondo, l’ha sempre tradito dandone una rappresentazione molto diversa dalla realtà del circo. Condivide o no?
Se di tradimento si può parlare non è qualcosa di specifico che riguardi il circo, ma fa parte del meccanismo narrativo del cinema che tende a romanzare l’universo che rappresenta.
Claudio Monti