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Una animalista chiede scusa, ma si sveglia tardi

In cerca di una visibilità che riescono a trovare solo sfruttando l’enorme popolarità del circo, a Livorno qualche animalista ha organizzato la solita protesta davanti al Medrano e coi soliti metodi violenti e prevaricatori. A dirlo non sono i circensi ma una animalista che condanna – in netto ritardo – ciò che ha visto e che descrive così: “Per la prima volta in quattro anni mi sono vergognata di ciò che stava accadendo. La situazione era completamente fuori controllo: un lungo cordone di persone impediva l’accesso dell’utenza al circo tanto che la polizia era dovuta intervenire fisicamente per impedire che si bloccasse il passaggio. Ho visto sedicenti “animalisti” rincorrere famiglie intere per convincerle a non entrare, ho sentito volare parole grosse e cori da stadio”. Sedicente? Quello che avete organizzato a Livorno non è ciò che fate ogni domenica davanti a qualche circo? Chiede scusa la giovane “a chi, e sono tanti, si sono sentiti, a ragione, turbati e offesi da quanto hanno visto o sentito” e aggiunge che “in qualsiasi settore della vita, la dittatura dell’erba cattiva può rovinare spazi di libertà e di confronto”.
Di certo la giovane pentita che chiede al consiglio comunale di “approvare la famosa ordinanza che vieta l’ingresso di tutti i circhi con animali nella nostra città” è poco informata. Non sa che nel 2000 proprio il circo Medrano si appellò al Tar della Toscana per impugnare una delibera di divieto come quella che chiede l’animalista, che era stata adottata dal comune di Livorno, e vinse su tutta la linea.
La Nazione

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