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Stroncatura al circo patinato

Chi vuol apprendere come si fa a sentenziare sul circo con spensierata leggerezza deve procurarsi il numero di Io donna allegato al Corriere della Sera in data 28 gennaio e leggere i tre articoli che occupano le pagine 46-51. Il primo consiste in una intervista che Maria Laura Giovagnini dedica a una autrice americana cui è scappato – non riesco a trovare altro termine – di mettere a segno un bestseller intitolato Il circo della notte. Si chiama Erin Morgestern e non esita a definirsi stupita del successo ottenuto. Stupore ampiamente condiviso da noi anche per le affermazioni che seguono. Prima dice di “non aver mai amato particolarmente il circo”, e già questo per una scrittrice di circo non è male, ma il più bello viene dopo, quando rincara la dose affrettandosi a sostenere di essere piuttosto scettica “se uno mi dice che va pazzo per il clown”. Posso immaginare la crisi epilettica del mio David, conteso fra le piste e i teatro di tutto il mondo, nel venire a conoscenza dello scetticismo della giornalista. Il secondo, firmato Mariarosa Mancuso, non è demolitorio ma è la consueta aria fritta in cui si mescolano, in una sola paginetta, Pablo Picasso e Fellini, e cara grazia se per una volta affiora anche il nome di Darix Togni. Fellini ritorna neanche a dirlo – perchè se non si menziona Fellini in un articolo sul circo in questo Paese si rischia l’ergastolo – anche nell’articolo di Giusi Ferrè, grande esperta di moda, che però innaffia, appunto, la moda, in un contesto parigino visto e stravisto fin dai tempi del primo Novecento. E così in queste pagine il circo è peggio che se fosse assente: è visto come una curiosità del passato da visitare ogni tanto come si fa con i musei di certe anticaglie. Se il circo deve essere riproposto così, è molto meglio che quella rivista di ampia diffusione – in cui militano anche due colleghe a me molto care – in futuro orientino le loro scelte sul gioco degli scacchi.
Ruggero Leonardi

Short URL: https://www.circo.it/?p=14593

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