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Sochi ha acceso i riflettori sul patrimonio culturale del circo

circo-sochi-cerimoniaIl circo patrimonio della cultura russa. Ma più in generale patrimonio dell’umanità. La cerimonia di chiusura dei giochi olimpici di Sochi lo ha mostrato al mondo intero, mettendo nella giusta luce l’arte circense. Non è una interpretazione di parte del grande e affascinante spettacolo che ha fatto calare il sipario sugli eventi sportivi di Sochi, ma quanto hanno spiegato gli organizzatori in modo ufficiale: la trama della cerimonia finale ha ruotato attorno al tema del “ricco patrimonio culturale della Russia, che si riflette nelle opere d’arte, nella musica, nella danza, nella letteratura e nell’arte circense”.
sochi-tendone-circoE così insieme alle visioni di Chagall (mica per niente innamorato del circo), alle note di Rachmaninov, di Shostakovich e Prokofiev, fra il Bolshoj e il teatro Marinskij di Pietroburgo che hanno gareggiato a passo di danza, in mezzo allo straordinario omaggio agli scrittori immortali della tradizione russa (Tolstoj, Dostoevskij, Majakovskij, Solzhenitsyn, Gogol, Anna Achmatova), il circo ha avuto il peso che merita e che la Russia dimostra di voler custodire come un tesoro di inestimabile bellezza che ha a che fare con l’identità e con la tradizione di un popolo.
circo-sochi-olimpiadiCirca 400 gli artisti del circo che si sono esibiti (fra professionisti e artisti provenienti dalle scuole di circo di tutta la ex Unione Sovietica), moltissimi i clown, tanto che il prestigioso New York Times ha scritto che la loro presenza non si poteva non notare e il parco olimpico è stato invaso da clown di tutte le tipologie, “la migliore olimpiade di sempre per popolazione di clown”. Sotto i riflettori anche giocolieri, acrobati, contorsionisti, e un magnifico tendone da circo che ad un certo punto è stato “inghiottito” dallo stadio Fisht che ospitava la cerimonia. Da segnalare che durante la diretta su Sky della cerimonia conclusiva, Natasha Stefanenko ha ricordato il Golden Circus “per aver accolto e premiato, in occasione di una passata edizione, uno splendido clown di origini russe che ha animato lo show di finissage dell’evento più antico e partecipato in assoluto al mondo”, fa sapere Liana Orfei.
A ricordarlo è stata durante la diretta su Sky dello spettacolo che ha tolto il fiato a milioni di telespettatori.
Ma non è tutto. Per lo show finale le Olimpiadi invernali di Sochi si sono avvalse di Marco Balich, produttore artistico e di Daniele Finzi Pasca nel ruolo di direttore artistico, quest’ultimo un nome familiare al circo.

Antonio Buccioni e Giovanni Malagò
Antonio Buccioni e Giovanni Malagò
Ma Sochi è anche la cifra del feeling fra mondo dello sport e quello della cultura. L’Italia si è piazzata al ventiduesimo posto con due argenti e sei bronzi. “C’è delusione per l’oro non vinto, ma avevo detto che dovevamo fare meglio di Vancouver e così è stato: le previsioni sono state rispettate”, è stato il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò. “Otto medaglie e otto quarti posti – ha aggiunto Malagò – un record assoluto, il 100%. Ma abbiamo su 110 atleti in gara conquistato 58 finali”.
Nella fotografia che pubblichiamo, il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, è insieme al numero uno del Coni, a testimonianza degli ottimi rapporti fra il mondo del circo e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. “Intendo instaurare col Coni e anche col Cio, Comitato Olimpico Internazionale, di cui Malagò è autorevole esponente, una intensa e proficua collaborazione a favore del circo”, dichiara a sua volta Antonio Buccioni.