Parte la resistenza del circo. Da nord a sud è un fiorire di iniziative e i risultati già si vedono. Nel weekend a Grosseto davanti al circo Americano è stato organizzato un gazebo che ha visto una doppia attività: raccolta di firme in sostegno al circo e distribuzione di due volantini che spiegano cos’è il circo e chi sono gli animalisti. Ovviamente il circo Americano di Enis Togni ha chiesto l’autorizzazione per effettuare queste iniziative e la raccolta di firme può essere fatta per tutto il periodo di permanenza di un circo in città, quindi senza limitazioni. Perché si tratta di un particolare importante? Perché un “presidio” di questo genere, accompagnato da una comunicazione alla questura, fa si che davanti alla solita manifestazione degli animalisti, le forze dell’ordine debbano prendere le necessarie precauzioni, come quella di tenere gli animalisti a dovuta distanza dal circo, anche per evitare il contatto fra le due opposte “tifoserie”. “In effetti è quello che è avvenuto sabato e domenica”, ci dice Flavio Togni.
E’ così accaduto che a Grosseto gli animalisti che da tempo fanno pressioni sul Comune, e ai quali il presidente Enc Antonio Buccioni ha risposto con un comunicato ufficiale al quotidiano Il Tirreno, si siano dovuti piazzare per la loro protesta non davanti all’ingresso ma a molta distanza: “Nella giornata di sabato a quasi un chilometro e domenica a circa 300 metri, anche perché sono apparse delle scritte di minaccia sui contenitori dei rifiuti e su una cabina dell’energia elettrica. La novità non è ovviamente passata inosservata, e la stampa di Grosseto l’ha subito registrata come una svolta che segnala un cambio di rotta”, sottolinea Flavio Togni. “Ci è stato detto che si tratta di una misura di sicurezza anche per noi – spiega Paolo Rossi, fondatore dell’associazione animalista d’Idee al Corriere di Maremma – in quanto si dovrà svolgere contemporaneamente una manifestazione a favore del circo. Qualcosa di mai sentito in Italia”.
“I comitati di resistenza democratica hanno già dimostrato la loro efficacia e sono la risposta dei circhi ai continui soprusi che subiamo da decenni e che meno di due mesi fa mi avevano fatto scrivere al Questore di Roma“, commenta il presidente Enc, Antonio Buccioni. “Alle calunnie e alle violenze, verbali e a volte anche fisiche, perpetrate da gruppetti di esagitati, i circhi non rispondono con le stesse armi, ma con una informazione che riguarda i circhi ed anche gli animalisti, sui quali bisogna alzare il velo e spiegare chi sono, cosa fanno e come si mantengono. Se vogliono la guerra l’avranno, ma senza scendere ai loro livelli”.
L’Ente Nazionale Circhi sostiene i comitati di resistenza democratica ed anzi invita i circhi a farsi promotori di iniziative come quella di Grosseto, ed ha patrocinato il volantino che è stato stampato in grossi quantitativi per essere distribuito al pubblico che si reca al circo, alle autorità locali, alla stampa e a tutti gli interlocutori coi quali i circhi vengono in contatto.
Grosseto non è l’unico esempio di resistenza attiva. A Genova Livio Togni ha dato vita ad una vera e propria campagna di comunicazione, diffondendo a tappeto lo stesso volantino (non solo al proprio pubblico quando si reca al circo, ma anche durante la distribuzione di locandine e biglietti omaggio nei locali pubblici, lungo le strade, eccetera), dal titolo “il circo e i suoi animali”, ma anche dei manifesti. “Ho potuto verificare che il volantino ottiene un grande riscontro da parte della gente, che non lo butta, lo legge con interesse e dalle reazioni che ho colto mi sembra che ne resti anche molto convinta, tanto da attivarsi in prima persona”, dice Livio Togni. “Ho visto qualcuno che dopo aver letto il volantino, una volta terminato lo spettacolo e uscito dal circo, ha contraddetto gli animalisti che manifestavano all’esterno. Di certo la gente è stanca del fanatismo animalista, anche perché viene offesa, insultata, quando entra in un circo. Vuole la verità – prosegue Livio Togni – e comincia a porsi delle domande: cosa c’è davvero dietro alla insistenza di alcune sigle animaliste? Dove vanno a finire i soldi che gestiscono? Perché li si vede sempre davanti ai circhi e mai a protestare davanti ai canili lager gestiti, lautamente sovvenzionati, dai soliti noti?” Insomma, è ora di far aprire gli occhi e di sfidare gli animalisti sul piano dei diritti degli animali e si scoprirà che i problemi reali sono al di fuori dei circhi.
A Genova Livio Togni ha anche affisso dei manifesti all’esterno del circo, con messaggi molto chiari verso gli animalisti: “Credo che colpiscano nel segno, se è vero che gli animalisti si sono rivolti alle forze dell’ordine per chiedere che ce li facciano togliere. Ovviamente li lasceremo al loro posto e continueremo a rispondere colpo su colpo”.
C’è invece chi ha scelto la strada del confronto serrato con gli animalisti: “Parto sempre dal presupposto che in mezzo al gruppo, fra i prevenuti per partito preso che lanciano slogan contro di noi, ci siano persone che abbiano voglia di ragionare e di toccare con mano i fatti, anziché fermarsi ai pregiudizi, e questo è accaduto anche ad Avola, nostra tappa di questi giorni”, racconta a Circo.it Mirella Valerio, in questo momento al circo La Veglia Martini – La Veglia. Forte di un “attestato” ricevuto dall’università di Sassari che certifica lo stato di benessere dei propri animali, le donne di casa Valeriu (Mirella, Valeria e Desiré) non si fermano davanti a nulla: “Noi gli animalisti li portiamo a vedere come vivono i nostri animali, che rapporto hanno con noi, e a quel punto molti capiscono e cambiano idea, spesso diventano nostri amici e vengono a vedere lo spettacolo”.
C’è un ultimo elemento, non secondario, legato alle conseguenze sulla collettività del fanatismo animalista: “Che costi sociali hanno le loro continue manifestazioni che richiedono l’intervento costante delle forze dell’ordine? Mi risulta che a Grosseto siano dovuti intervenire circa 25 agenti in tenuta “antisommossa”, fra polizia di stato e carabinieri, 5 camionette e un’auto arrivate da Firenze. Solo sabato e domenica sono costati parecchio gli animalisti ai contribuenti italiani”, commenta Antonio Buccioni.