di Alessandro Serena
Il circo è colore, fantasia, dinamismo, anche in eccesso, ma una parte importante della sua essenza è legata alla pacata plasticità del fisico e al suo movimento nello spazio. Da questo punto di vista ha molto in comune con la pantomima: l’arte di interpretare intere storie senza utilizzare nessun altro strumento che il proprio corpo. Un’arte antica e segreta con pochi interpreti ad alto livello ai nostri giorni. Il più grande mimo del Novecento è stato Marcel Marceau, il più conosciuto al mondo grazie alla sagoma inconfondibile del suo Bip, personaggio con l’ampio cappello a cilindro sformato, il viso bianco e la salopette. Se n’è andato da appena cinque anni (22 marzo 1923 – 22 settembre 2007), ma se ne avverte già la mancanza. Non molti sanno che il suo vero cognome era Mangel, che aveva preferito cambiare verso i primi anni Quaranta per nascondere le proprie origini ebraiche durante l’occupazione tedesca della Francia. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale incontra Etienne Decreux che lo forma nelle tecniche della recitazione corporea. Ma è dal grande schermo, dalle comiche in bianco e nero e soprattutto da Charlot che prende ispirazione per il proprio lavoro. Eppure ora in Francia, la sua patria natia, nessuno pare darsi da fare per ricordarne l’opera e tramandarne la tecnica, tanto che persino la sua scuola, chiusa quando era ancora in vita, non ha più riaperto, come invece speravano in molti.
Ma c’è un luogo dove i suoi insegnamenti sono ben vivi e il suo ricordo ben conservato, parliamo dell’Ucraina dove un gruppo di creativi, registi, pedagoghi teatrali, ha deciso di riunirsi sotto il nome di “I Seguaci di Marcel Marceau”, appellativo certo non fantasioso ma che rende in maniera chiara l’idea della mission del coraggioso drappello di teatranti. Il loro obbiettivo è quello di far conoscere la vita e l’arte del grande artista francese alle nuove generazioni, affinché siano di stimolo alle future produzioni di spettacoli popolari ma raffinati.
Il gruppo è nato nel 2008 sotto la guida di Vladimir Kryukov, già intimo amico di Marceau con il quale, ai tempi dell’Unione Sovietica il mimo, che non nascondeva le sue simpatie filosocialiste, era solito scambiare lunghi periodi di permanenza nelle rispettive nazioni. Kryukov è conosciuto per avere diretto il progetto dei Mimikrichi, un gruppo di clown di Kiev che ha ottenuto successo grazie allo spettacolo La guerra di carta presentato in numerosi palcoscenici in tutto il mondo. Ma oltre a questo Vladimir è conosciuto in tutto il mondo per la sua competenza nell’arte della clownerie che l’ha portato ad essere consulente di numerosi progetti internazionali oltre ad avere piazzato un suo artista al primo posto al festival internazionale del teatro di varietà di Stoccarda.
I Seguaci di Marcel Marceau è un progetto peculiare che coinvolge soprattutto (ma non solo) giovani diplomati della locale Scuola di Circo e del Varietà che immergono le proprie tecniche in quella della pantomima celebrata dall’artista francese. In questo modo le performance che nascono hanno un’estetica raffinata ed efficace allo stesso tempo sia che si tratti di numeri standard, ovvero della durata di tre – dieci minuti, sia che si tratti di interi spettacoli di un’ora e mezza. Uno dei primi spettacoli è stato Night Symphony del gruppo Masky, di Odessa, gli organizzatori del festival di clown Komediada, “uno spettacolo surreale assurdo e comico” che tratta di amicizia, terrorismo, amore e altri aspetti visibili ed invisibili del sociale. Protagonisti principali sono Georgiy Deliyev e Boris Barskiy, due attori comici molto noti in patria.
Ma fra i numerosi progetti lanciati dai Seguaci di Marcel Marceau quello che appare più in linea con la propria missione è il quartetto Dek.ru, nato nel 2010. Non si tratta di un indirizzo internet ma di un omaggio neanche troppo mascherato al grande Etienne Decroux (la pronuncia è la stessa), maestro di Marceau e di altri grandi del Novecento (come Lecoq), celebre anche per aver strutturato un importante trattato dell’arte corporea dell’attore, Il mimo corporale drammatico. I quattro giovani artisti specializzati nel mimo classico sono Antonina Vitryuk, Viktor Chuksin, Nikita Cherepakhin e Bogdan Svarnik.
Con un linguaggio del corpo semplice ma assai raffinato mettono in scena delle tecniche di base della pantomima tradizionale ma eseguite ad alti livelli e con una sequenza ed un ritmo da farli ritenere fra i più interessanti protagonisti del momento. La direzione artistica del gruppo è affidata alla esperta Liubov Cherepakhina, insegnante di mimo all’Accademia di Kiev e protagonista della scena culturale della capitale ucraina. Sotto gli occhi degli spettatori prendono vita e forma, pur senza l’ausilio di nessuna componente scenografica, un fondale marino abitato da animali acquatici di ogni tipo, un gruppo di virtuosi di vari sport, e persino una storia di amore fra due statue viventi. Per concludere con una pantomima ispirata proprio al circo: come per magia appaiono di fronte ai nostri occhi leoni, trapezisti, giocolieri, persino il pubblico festoso, il tutto solo con i movimenti di questi quattro giovani. Un quartetto per il quale si preannuncia una brillante carriera che riesce a mettere in scena il nulla e a renderlo tutto, utilizzando solo il proprio corpo e i consigli di un Maestro scomparso da pochi anni, ma la cui arte riecheggia nel tempo.