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Quello che segue è il ricordo dello zio Orlando che Liana ha pronunciato ieri nella Chiesa degli Artisti. Insieme pubblichiamo la seconda parte delle fotografie che documentano i partecipanti alla Santa Messa di trigesimo.

Alberto Orfei
Alberto Orfei
Non avrei mai pensato che solo dopo pochi mesi dalla scomparsa del grande Nando Orfei, mio adorato fratello, e con il cuore ancora gonfio di dolore mi sarei trovata a commemorare un altro personaggio della mia famiglia, mio zio, il mitico Orlando Orfei, l’ultimo della sua generazione.
Per prima cosa vi ringrazio a nome di tutta la grande famiglia Orfei per essere venuti a questa commemorazione perché con la vostra presenza avete reso omaggio ad un uomo che prima ancora di essere un famoso personaggio dello spettacolo era un grande uomo nella vita di tutti i giorni.
Un grazie particolare ad Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi, che ha voluto la celebrazione in questa stupenda e famosa chiesa che ha visto benedetti tanti artisti e celebri personaggi.
Per paura di dimenticare questo passaggio importante, ho dovuto mettere su un foglio le emozioni che il rievocare la figura di mio zio Orlando mi suscitano, perché, credetemi, non è una impresa facile dato le molteplici ed incredibili sfaccettature della sua personalità e della sua storia, unica ed irripetibile.
Alcuni dei partecipanti al trigesimo all'esterno della chiesa: Gaetano Montico fra Liana e Alberto Orfei
Alcuni dei partecipanti al trigesimo all’esterno della chiesa: Gaetano Montico fra Liana e Alberto Orfei
Orlando si sapeva inventare ogni giorno sempre in una nuova veste, a seconda delle circostanze, assumendo quella del momento.
Come non ricordare il suo ammaestramento di leonesse in dolcezza, che ha fatto scuola nell’ambiente del circo mondiale aprendo un nuovo rapporto tra animale e addestratore. Ancora in quel tempo l’ammaestramento delle belve era un atto di estremo coraggio e non di amore. Famosa nel mondo la sua esibizione con “Teret, la leonessa innamorata del suo domatore”.
Come non ricordare il ruolo di conduttore televisivo, che molti di voi ricorderanno, nella serie “un domatore racconta”, trasmissione di grande successo della Rai.
La famiglia Togni era rappresentata da Flavio e Bruno
In rappresentanza dei Togni, Flavio e Bruno
Come non ricordare quando si improvvisava, su molteplici argomenti e con successo, dibattendo di politica e con cognizione di causa, con onorevoli e senatori e tanti altri personaggi, ma sopra ogni cosa era un grande uomo di spettacolo ed un trascinatore di folle. Era un vero affabulatore.
Come non ricordare l’estro che esprimeva nella pittura come testimoniano alcune sue tele esposte in musei dell’America Latina.
Come non ricordare quanto ha contribuito, in quegli anni 50-60 a rinnovare il circo italiano, e sono certa che io ed i miei fratelli e non solo, ricordando mia cugina Moira, ci siamo ispirati anche a lui quando abbiamo creato le grandi produzioni circensi che hanno reso famoso nel mondo il nome degli Orfei.
Lui, nel nostro insieme, è una parte del nostro Dna creativo, che è il nostro orgoglioso marchio di fabbrica.
Come non ricordare l’uomo produttore di spettacoli, molto coraggioso e avventuroso, quando ha intrapreso nel lontano 1968 un’avventura che in quei tempi era ritenuta quasi impossibile e cioè quella di portare il suo circo dall’Italia in Brasile in un contesto molto difficile, sino a diventare in poco tempo uno dei personaggi più famosi ed amati in quell’immenso paese e successivamente in tutta l’America Latina.
Da destra: Alberto Vassallo, Walter Vassallo, Angelo D'Amico e Antonio Buccioni
Da destra: Alberto Vassallo, Walter Vassallo, Angelo D’Amico e Antonio Buccioni
Come non ricordare l’epica impresa della traversata su delle zattere, del Rio delle Amazzoni con tutto il suo circo, compresi gli elefanti, cosa che ha fatto scalpore nel mondo.
Queste sono alcune delle “mille imprese” da lui fatte con grande successo. Insomma, per raccontare la vita di Orlando Orfei ci vorrebbe un vero cantore o una moderna Sherazade.
Io oggi ed in questo Santo luogo modestamente ho solo cercato di esprimere la mia grande ammirazione, orgoglio e affetto per questo nostro personaggio ineguagliabile ed irripetibile.
Ciao zio Orlando! Peccato che non eri immortale.

Liana Orfei