di Alessandro Serena
La Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma è nota perché in questo tempio sacro espressione del Barocco romano, risalente alla metà del 600, si celebrano le esequie di molte personalità del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo. Qui si sono raccolte in preghiera migliaia di persone per l’estremo saluto a Vincenzo Cerami, Franco Califano, Riz Ortolani, Luigi Magni, Gigi Sabani, Mariangela Melato, per ricordarne solo alcuni. Ma mai prima d’ora la gente del circo aveva varcato la soglia di questa bella Basilica, per accompagnare nell’ultimo viaggio un rappresentante dell’arte della pista di segatura.
È intervenuto un folto gruppo di parenti ma anche persone amiche o semplicemente operatori ed appassionati. Da tutti sgorgavano dal cuore, ricordi ed immagini dello scomparso. La nipote Liana lo ha ricordato una figura immensa, per la quale ai tempi tutti gli esponenti delle giovani generazioni (lei, i fratelli Nando e Rinaldo, la cugina Moira) provavano un amore misto a soggezione e rimanevano ad ascoltarlo quasi in contemplazione. Il figlio Alberto ha ricordato un padre straordinario, e la fortuna di essergli potuto stare accanto giorno dopo giorno, perché Orlando viveva una vita frenetica e c’era il rischio di non riuscire a vederlo abbastanza. Ha anche ricordato che il padre era innamoratissimo del suo ruolo di domatore, tanto che ad Alberto, che aveva cominciato ad esercitarsi anche in quell’arte, parve brutto il solo tentare di emularlo e si convinse a dedicarsi all’ammaestramento di cavalli.
Walter Nones, marito di Moira Orfei, ne ha parlato come di un grande conquistatore, non solo per il pubblico ma anche per tutti i suoi collaboratori, molti dei quali, infatti, lo seguirono in mirabolanti imprese in terre lontane. E ha ricordato come, verso il suo staff, forse perché avvezzo ai capitomboli della vita, fosse sempre molto amichevole e accondiscendente, con una naturale inclinazione a perdonare gli errori.
Flavio Togni, pur avendolo incontrato poche volte perché di una generazione successiva, ha dichiarato di essere rimasto colpito dal fascino magnetico dell’uomo di circo, rotto a tutte le esperienze, conoscitore del mestiere di stare sulla strada, pratico di ogni professione e di casa in ogni luogo.
Buccioni ha letto la Preghiera degli artisti recitando, tra l’altro: “Onnipotente Signore di ogni cosa… volgi i tuoi occhi sul nostro lavoro, sulle nostre fatiche di ogni giorno. Guardaci, siamo artisti, i tuoi artisti. Siamo pittori, scultori, musicisti, attori, poeti, danzatori, siamo i tuoi piccoli che amano vivere sulle ali della poesia per poterti stare più vicino e per aiutare i nostri fratelli a guardare più in alto nel tuo cielo.” E questo è quello che aveva fatto per tutta la vita Orlando Orfei: aiutato i milioni di spettatori dei suoi circhi e visitatori dei propri parchi di divertimento a passare attimi di serenità.
Mentre i presenti uscivano risuonavano le note della suonata di tromba de La strada, quasi a ricordare, come aveva fatto don Insero poco prima, che la vita della gente del circo è proprio così, una strada che continua verso l’infinito al termine della quale si rincontreranno tutte le persone care.