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Le tante anomalie del sequestro al circo di Monza

Con un comunicato stampa l’Enpa ha deciso di rendere pubblico l’esito di un controllo effettuato presso un circo a Monza, conclusosi per ora con il sequestro di alcuni animali, anche se è evidente che il circo è in grado di contestare punto per punto, con perizie medico-veterinarie, i rilievi mossi. Sul ring mediatico, però, chi colpisce per primo spera forse di vincere il match.
Aggiungiamo che anche quando il circo, dopo aver speso parecchi soldi in legali e perizie, dimostrerà di essere immacolato, il danno d’immagine e economico saranno già stati compiuti e la “condanna” decretata prima che la giustizia abbia fatto il proprio corso. E’ con questa inciviltà che i circhi si devono misurare sempre più spesso.
Va rilevata anzitutto una stranezza tutta italiana: Enpa è ente “controllore” e, allo stesso tempo, in guerra da sempre contro i circhi con animali (cioè il 99% dei circhi in Italia), e nel caso di Monza ha indetto manifestazioni contro il circo sul quale la stessa organizzazione ha poi svolto controlli. L’Enpa beneficia dello status giuridico di Onlus, “organizzazione non lucrativa di utilità sociale” e allo stesso tempo beneficia delle somme recuperate con le sanzioni pecuniarie previste dall’applicazione degli articoli 3, 7 e 8 della legge 20 luglio 2004, n. 189, recante «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate». Un argomento, quello del ruolo che esercitano le organizzazioni per la tutela degli animali, sul quale non sono mancate anche interrogazioni parlamentari.
Addirittura a Monza accade che l’Enpa sia titolata dal Comune, in base al regolamento per il benessere degli animali (art.18), ad esprimere un parere ogni qualvolta un circo presenti domanda per attendarsi in quella città: “Ogni domanda volta ad ottenere a qualunque titolo l’autorizzazione a manifestazione con la presenza di animali, dovrà essere sottoposta all’attenzione dell’Enpa per l’acquisizione del relativo parere”. In base a quale riferimento normativo non si sa, visto che la legge 337 che regola l’attività dei circhi, all’art. 9 prevede invece che “le modalità di concessione delle aree saranno determinate con regolamento deliberato dalle amministrazioni comunali, sentite le organizzazioni sindacali di categoria”.
Veterinari esperti e competenti relativamente alle specie presenti nei circhi e quindi anche degli animali sottoposti a sequestro nel caso specifico, hanno già redatto le loro relazioni, anche se non ancora in modo completo.
In una delle relazioni peritali si legge che il verbale redatto il 10 novembre scorso da agenti della Polizia Provinciale di Monza e Brianza, congiuntamente alle Guardie Zoofile Enpa, è “privo di numero di protocollo” e che dal timbro dell’ausiliario di PG, il medico veterinario intervenuto, “non sono riportati né la posizione e né l’ordine di iscrizione”. Da una rapida ricerca, “tracce” della veterinaria in questione si rinvengono però sul sito Enpa e in un altro caso, dove si legge che tra i suoi interessi ci sono l’anestesiologia e la chirurgia di cani e gatti, ma nulla sugli animali esotici.
Altro punto importante, un rappresentante dell’Enpa di Monza era presente il giorno in cui si è svolto il sopralluogo della commissione, presente anche il Corpo Forestale dello Stato, il 25 ottobre 2012. La commissione, per quanto riguarda “la documentazione inerente il mantenimento degli animali nei circhi, secondo le linee guida Cites, nonché dalla visita in loco rispetto alle condizioni igienico-sanitarie degli animali”, si è conclusa con il “parere favorevole” del servizio veterinario dell’Asl di Monza e Brianza.
Se l’Enpa aveva rilevato qualcosa di difforme, come mai ha atteso il 10 novembre per far intervenire le proprie Guardie Zoofile? Perché far trascorrere due settimane se gli animali erano sottoposti a stress e a condizioni di benessere non adeguate?
C’è poi da chiedersi perché l’intervento delle Guardie Zoofile Enpa sia avvenuto di sabato, giorno in cui la Forestale e l’Asl che avevano rilasciato l’autorizzazione al circo non erano presenti. Va aggiunto che per verificare le condizioni in cui sono custoditi gli animali, l’Enpa ha scelto la giornata del diluvio (non universale ma quasi) sceso su Monza, quando cioè il titolare del circo si è visto costretto a ricoverare alcuni animali nelle migliori condizioni possibili stante le più che avverse condizioni meteo. Ciononostante il verbale di sequestro parla di “ricoveri di fortuna” ma è evidente – si legge nella perizia peritale del dr. Marco Bedin – che “gli animali sono stati messi al riparo per il loro benessere e salute ma le dimensioni dei locali che ospitano normalmente gli animali, ad esempio il coccodrillo, rispettano i requisiti minimi necessari a garantire il benessere.”
Spiega il veterinario Massimo D’Acierno, presente per il circo in occasione del sopralluogo della Forestale: “Nella prima relazione di sequestro l’alligatore (Alligator mississippiensis) è classificato come animale tropicale, affermazione inesatta che denota una mancanza di conoscenza dell’habitat di provenienza del rettile e quindi la conseguente impossibilità nel poter valutare le corrette condizioni di detenzione. Le misure delle gabbie del leone e della tigre riportate nel primo verbale sono inferiori a quelle reali, discordanti anche da quelle riscontrate dalla Forestale; è stato scritto che gli istrici non avevano ripari e nascondigli e questo li sottoponeva a “grave e prolungato stress”, ignorando che questi animali sono abituati e per nulla intimoriti alla presenza dell’uomo, come si può facilmente verificare fornendo loro del cibo o anche semplicemente avvicinandosi al loro recinto. A proposito del Coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus) – aggiunge il dott. D’Acierno – nel verbale di sequestro si legge che era in una vasca contenente “acqua putrida”; l’acqua all’interno della vasca dove è alloggiato il coccodrillo del Nilo si presenta torbida e color ocra per la presenza della sabbia posizionata sulla spiaggia dove l’animale va periodicamente a riscaldarsi (comportamento normale denominato “basking”). D’Altra parte, nel suo habitat naturale, si posiziona spesso lungo le rive di fiumi limacciosi (come appunto il Nilo) o in pozze d’acqua stagnante dove attende sommerso l’avvicinarsi di una preda a cui tendere il suo agguato. E’ stato inoltre scritto che leone e tigre sono animali non compatibili; lo sono invece a tal punto da potersi accoppiare tra loro dando alla luce degli ibridi denominati leontigri o tigroni (a seconda che il maschio sia rispettivamente leone o tigre)”.
Non tutte le relazioni peritali sono ancora pronte, ma quelle consegnate escludono che si possa configurare il reato di maltrattamento, come invece contestato al circo.
L’ennesima “sparata” per colpire i circhi e diffondere notizie che sembrano avere l’unico scopo di danneggiarli agli occhi dell’opinione pubblica e delle istituzioni (domenica sfilano i luoghi comuni dell’animalismo e gli slogan a razionalità zero a Milano e un circo da mettere in croce non guasta, anzi)? Quando la giustizia avrà fatto il suo corso tutto risulterà più chiaro.

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