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Larible il Grande: Mosca ai piedi di un clown

di Alessandro Serena

Il Bolshoi Circus

MOSCA – Larible è il titolo scelto da Leonid Kostiuk e dalla moglie Tatiana Petrovna per lo spettacolo dei prossimi due mesi presso il celebre Circo Bolshoj, uno dei due stabili di Mosca. Tatiana ha voluto seguire personalmente la regia della produzione, un divertissment colorato e con costumi sfarzosi, un omaggio al grande clown italiano in uno spettacolo i cui elementi sono tutti riconducibili alla quintessenza delle arti circensi.
L’introduzione è brillante e in stile musical, una canzone e la relativa coreografia raccontano una storia: un gruppo di strilloni moscoviti annuncia un’importante notizia apparsa sui giornali che mostrano al pubblico: in città è arrivato il grande clown David Larible. I danzatori saltano per tutta la pista e per la lunghissima scala luminosa fino a comporre con le prime pagine dei quotidiani una grande immagine di tre metri per tre di David. Dalla stessa balza fuori l’artista in carne ed ossa e scendendo la lunga scalinata arriva in pista dove presenta il proprio personaggio alla sua maniera, con poche efficaci gag usando solo il cappello e la giacca. Fino a scoprire che sulle tribune sono apparse delle ballerine. Il nostro esce di pista mentre quelle compongono una breve figurazione ad introdurre il numero successivo, fra i più classici: un gruppo di acrobati a cavallo. Del resto tutto è partito da lì dai tempi di Astley. Il gruppo di Jakob Ekk (cinque ragazzi ed una ragazza) presenta un repertorio ampio e ben eseguito con i cavalli sempre lanciati al galoppo e con un bel salto mortale da esemplare a esemplare.

L'interno del Bolshoi durante le prove: David saluta il cast impegnato nello spettacolo che ha debuttato l'8 marzo e che proseguirà fino al 22 aprile (foto Circo.it)

Neanche il tempo di applaudire a sufficienza che è la volta di un’altra icona del circo: l’aerealista, la donna volante. In questo caso la 25enne Anastassia Makieeva utilizza un attrezzo a metà fra corda bamba e tessuto aereo che le permette di presentare esercizi originali, ad alto coefficiente di difficoltà e di rischio con prese ai piedi nudi ad almeno una dozzina di metri nell’ampia cupola dello stabile. A ricordare che il pericolo è una delle principali caratteristiche dell’arte circense, quasi insito in essa.
Poi è la volta di un numero di tre artisti ed un’assistente, gli Iakovilevi, impegnati in una disciplina che è un altro trait d’union fra le due nazioni: la giocoleria. Come noto una delle maggiori glorie italiane è stata il giocoliere Enrico Rastelli, nato proprio in Russia, dove ha lasciato un po’ della propria arte trasmettendola alla figlia di un amico, Violetta Kiss, poi divenuta la più importante istruttrice di giocoleria del paese. Quindi nelle capacità di questi ragazzi c’è un pizzico di quelle dell’Enrico nazionale. Lo stile è country western, la tecnica di buon livello con dei passaggi spettacolari soprattutto quando gli artisti si tengono con i piedi appesi a delle pertiche alte oltre quattro metri, anche con luci soffuse e clave luminose.
A seguire David entra in pista giocolando tre bottigliette che stappa per coinvolgere un bambino in una sfida all’ultimo spruzzo d’acqua. In questa gag, inserita di recente nel repertorio dell’artista veronese, ci sono alcuni dei leit motiv del suo modus operandi come il coinvolgimento del pubblico e lo specchiarsi con un piccolo. Cos’altro è un clown se non un bimbo mai cresciuto?
Tocca poi ad un altro numero di animali, il più tradizionale in Russia: gli orsi ammaestrati. La tecnica di ammaestramento è evidentemente articolata, l’estetica forse non convincerebbe il pubblico europeo, ma quello russo lancia gridolini soddisfatti anche quando gli esemplari (che appaiono in ottime condizioni) corrono senza misure di sicurezza sul bordo della pista a non più di un paio di metri dalle prime file, così come quando entrano ed escono da soli dal sipario.
David Larible questa volta appare dal palco alto dell’orchestra per poi scendere fra le tribune da dove sceglie sei spettatori. Saranno involontari complici di uno dei suoi numeri maggiormente conosciuti, quello del direttore d’orchestra. I malcapitati dovranno tentare di suonare improbabili strumenti dando l’occasione a David di esibirsi in gag irresistibili in un crescendo musicale rossiniano e di ilarità.
È poi in scena l’“uomo forte” Fornitin Aknazarov, anche in questo caso torna alla mente una figura classica dei saltimbanchi, uno Zampanò dei tempi moderni che, dopo aver giocolato con palle di cento chili ciascuna, è capace di farsi passare sul petto un SUV, con a bordo sei ballerine ed un autista, roba da Guinness dei primati.
Si sentono le note di Ridi Pagliaccio e in alto fra il pubblico appare David che, con voce sicura da baritono, comincia a cantare La donna è mobile mischiandola con Oci Ciorne. È il breve prologo per mostrare la sua creazione maggiormente apprezzata: l’opera lirica. Questa volta tre spettatori devono interpretare un’aria de La Traviata. Ingegnosa la connessione con il genere classico per eccellenza e con l’italianità. Ingrediente fondamentale l’improvvisazione, come nella tradizione della commedia dell’arte. Spettatori moscoviti con la pancia in mano.
Ancora animali, più universalmente graditi, un numero molto dinamico con cani barboni presentato in stile moderno con musiche fra l’hip hop e il rap ed ingredienti di acrobazia dell’addestratore Nikolai Gardarenko, in eskimo bianco smanicato. Il pubblico mostra di gradire molto, in particolare la classica parodia della partita di calcio stavolta eseguita in maniera sintetica, quasi come un highlight di Sky Sport, qui in HD e in 3D.
È di nuovo David a fare il suo ingresso in pista con la gag del sacchetto di carta. La dimostrazione che si possono inventare poesia e comicità anche con oggetti semplici o addirittura inesistenti, visto che giocola con una pallina immaginaria che finisce per cadere in un piccolo cartoccio, ancora una volta con l’interazione del pubblico.
La prima parte chiude con il forte numero acrobatico della troupe di Vladimir Vadilovi, vincitore (meritato) dell’ultima edizione di Latina. Sei ragazzi che eseguono esercizi alla banchina da terra ad una piattaforma aera oscillante tra i quali doppio in plancia, in piroetta e triplo. Estetica America anni Venti accompagnati dalle note di una versione swing di Let’s get loud ed un gruppo di pupe vestite da mannequin.
La seconda parte inizia con un numero di magia diretto da Maria Kuks. Salta fuori tutto il potenziale femminile e femminino del Circo Bolshoj. Una dozzina di ragazze belle e brave, con uno sfoggio di costumi per un repertorio di trucchi di illusionismo classici ma reinterpretati con personalità e ritmo, in pratica senza soluzione di continuità, e ben supportati dall’efficace impianto luci del circo posizionato sia in alto che sotto la pista. A proposito di quest’ultime è bene ricordare come il corpo di ballo del Bolshoj sia senza ombra di dubbio il più preparato e duttile del panorama circense, tutte ragazze con una preparazione in ogni stile (classico, jazz, hip hop) e persino dotate di notevoli capacità attoriali. Hanno buona parte del merito del successo di ogni produzione di questo stabile e persino dei singoli numeri quando partecipano a festival importanti.

David Larible

Ora David deve sia divertire che distrarre l’attenzione dal prodigio tecnico del cambio della pista, un classico tecnologico di questo edificio. E mentre il nostro artista realizza fotografie degli spettatori, ovviamente non mancando di coinvolgerli, al centro appare un enorme bacino idrico con un isolotto in mezzo dove è stata montata una pertica sulla quale cominciano ad arrampicarsi sei acrobati keniani della fondazione Sarakasy, con il consueto dinamismo ed energia e con inedite figure di gruppo.
Una voce annuncia la presenza della prima ballerina de La Scala di Milano: Maria Lariblina. Così dopo il direttore d’orchestra e l’opera lirica David completa il riferimento alle discipline più classiche con tanto di tutù interpretando una “aggraziata” danzatrice.
Nel contempo il bacino si riempie di svariati ettolitri d’acqua per poter permettere l’esibizione di Antonina, un tricheco femmina mandato da Olga Balchan, vera e propria star come ai tempi di Jumbo o Gargantua in America. Questo esemplare dimostra una vivace intelligenza ed un piacere del gioco tipico delle specie anfibie. Non solo risponde alle indicazioni della ammaestratrice (unico strumento di persuasione un fischietto), ma le anticipa e suggerisce con personalità. Inoltre si tratta di un animale assai raro a vedersi nelle piste di un circo, dove di solito appaiono piuttosto foche od otarie.

Il tricheco Antonina, vincitore del Golden Buffon

Il numero ha di recente vinto il Golden Buffon, un premio decretato dalla votazione degli spettatori che lo hanno così valutato il migliore passato quest’anno sulla pista del Bolchoj.
È giunto il momento del finale, con le spettacolari fontane danzanti con getti altissimi, tutti gli artisti attorno alla pista salutano il pubblico, la musica trionfale sfuma e c’è un solo artista al centro della pista, David Larible, con una concertina a suonare e cantare Quanto ti ho amato, testo di Roberto Benigni e musica di Nicola Piovani (per altro fra gli estimatori del nostro clown). Gli artisti se ne vanno soavemente e resta in pista solo lui fino a quando si spengono l’ultima nota e l’ultimo proiettore. Un momento di dolce malinconia che completa le caratteristiche di questo straordinario fuoriclasse.
Impressionante notare come Larible, che viene dall’aver terminato un tour teatrale in Italia, Svizzera e Francia, sia capace di dosare le proprie risorse in maniera diversa a seconda della diversa location e del numero di spettatori. Infatti movimenti, espressioni, energia sono diversi da quando si esibiva al Teatro Vittoria solo pochi giorni fa. Così come è impressionate il suo percorso, Clown d’Argento a Monte Carlo, Ringling per 15 anni, Broadway, Clown d’Oro, Roncalli, il Carrè, i maggiori festival del mondo come ospite d’onore, e ora la celebrazione al circo di Mosca. Niente ormai separa questo artista dall’essere considerato fra i più grandi di tutti i tempi.

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