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di Ahara Bischoff

Quando Gorbaciov si inventò la perestrojka dell’impero sovietico mise al centro del processo la glasnost, che significa dominio pubblico, inteso come trasparenza. Leonid Kostjuk, quando ha pensato ad un nuovo concorso per il suo Circo Bolchoj ha pensato la stessa cosa. I partecipanti alla rassegna sono tutti i numeri ospitati dal grande stabile della capitale russa nel corso di un’intera stagione, artisti in prevalenza russi o dell’ex Urss ma anche da provenienti da altre parti del mondo. E soprattutto di ogni disciplina, clown, acrobati, ammaestratori di animali. Ma a giudicarli non c’è nessuna giuria internazionale, nessun comitato scientifico, nessun ristretto gruppo di esperti i cui risultati spesso lasciano a desiderare e fanno pensare a dietrologie. A decidere i vincitori più semplicemente sono gli spettatori, che per qualche mese hanno a disposizione delle urne all’interno delle quali far scivolare una piccola scheda col nome del loro numero preferito. Una piccola grande rivoluzione democratica. Che come spesso accade porta con sé aspetti positivi e negativi. Infatti gli stessi organizzatori sono spesso stupiti dai risultati perché magari non sono in sintonia con i loro pareri. Sta di fatto che il popolo sovrano si riappropria così del proprio potere, l’unico indiscusso metro di giudizio.
In occasione dell’anteprima del nuovo attesissimo spettacolo Larible (di cui Circo.it ha iniziato a scrivere da qualche giorno e continuerà ampiamente a farlo) sono stati invitati alcuni ospiti stranieri. Fra questi Istvan Kristof, direttore del Circo stabile Ungherese ed inventore del Festival di Budapest, Alexandre Grimailov, regista di spicco e un italiano, Alessandro Serena, professore di Storia del Circo all’Università di Milano. Sono stati loro, assieme allo stesso direttore del Bolshoj, Kostiuk, ad avere l’onore di consegnare nelle mani dei vincitori le ambite statuette “democratiche” che prendono forma e nome dal buffone, uno degli antesignani medievali del clown ed in genere degli artisti circensi o di strada. Democratiche ma in ordine di metallo prezioso: Bronzo, Argento e Oro.

La star del Golden Buffon, il tricheco Antonina
Gradini bassi del podio e premi speciali per un certo numero di artisti fra i quali l’ammaestratore di orsi Viktor Shemshur, la troupe di acrobati equestri di Jakob Ekk, l’uomo forte Fakridin Ahkmazarov, l’affascinante illusionista Maria Kuks. Ma l’unico Oro è andato all’incredibile performance di Antonina, un tricheco femmina ammaestrato da Olga Balchan che ha fatto innamorare il pubblico moscovita con i suoi tuffi nell’enorme bacino idrico dello stabile. A dimostrazione del grande amore per gli animali e attribuito, per altro, con un margine di voti che ricorda il risultato elettorale della settimana scorsa per Putin. Una volta si chiamava maggioranza “bulgara” ma questa volta, è bene ripeterlo, si tratta di un voto spontaneo e per niente taroccato.