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La Legge 337 ha compiuto 50 anni: la lungimiranza del legislatore, il tradimento della Repubblica

Foto di gruppo col ministro Corona subito dopo l’approvazione della legge 337: si scorgono fra gli altri Italo Gemini, Franco Bruno ed Egidio Palmiri (foto da “Lo Spettacolo Viaggiante”, 1968)

Ieri, domenica 18 marzo, la Legge 337 ha compiuto 50 anni. Pubblichiamo alcuni documenti per riflettere e capire cosa è accaduto in questo mezzo secolo. Anzitutto il messaggio che il ministro del Turismo e dello Spettacolo, Achille Corona, diffuse ad approvazione avvenuta. Leggendolo, ognuno scorgerà aspetti diversi, ma uno su tutti colpisce non poco: il profondo rispetto, l’enorme considerazione e il convinto sostegno dello Stato ai settori del Circo e dello Spettacolo viaggiante, a partire dal “riconoscimento di una funzione sociale”, come scriveva il Ministro. “Era giusto che quella serenità che voi generosamente donate vi fosse, almeno in parte, restituita e che alla vostra vita fatta di rischi, di coraggio, d’estro e di fantasia, lo Stato garantisse dignità e sicurezza”. Leggere queste parole oggi, e andare col pensiero al recente Codice dello Spettacolo, fa emergere prepotente un abisso e fa davvero rimpiangere una classe politica che ha fatto grande la nostra Italia.
Ma leggendo, seppure da una ingiallita Gazzetta Ufficiale, gli articoli della Legge 18 marzo 1968 n. 337, si potranno scorgere due aspetti: la lungimiranza del legislatore e il tradimento dello Stato nella applicazione della normativa. A partire dal principale dei tradimenti: a 50 anni di distanza, la gran parte delle Amministrazioni comunali sono sprovviste di aree attrezzate (spesso anche solo di aree) previste dall’articolo 9 della Legge 337 nel lontano 1968.

Il ministro Corona seduto a fianco del presidente Palmiri

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Cari amici dei Circhi e degli Spettacoli Viaggianti,
sono particolarmente lieto che al termine della quarta legislatura il Parlamento abbia approvato la legge che aspettavate da così lungo tempo.
Per anni, infatti, vi siete battuti, avete sollecitato proposte parlamentari, avete chiesto al Governo un ordinamento che qualificasse il vostro settore e stabilisse provvidenze di ordine economico e sociale a sostegno del vostro lavoro.
Per anni il vostro Presidente ed i vostri Rappresentanti di categoria, con l’appoggio cordiale e instancabile della Presidenza dell’A.G.I.S., hanno condotto una lunga battaglia per ottenere l’auspicato riconoscimento.
Con la loro collaborazione competente ed appassionata ho potuto predisporre il disegno di legge, presentarlo al Consiglio dei Ministri, seguirlo nell’“iter” parlamentare sino alla sua felice conclusione.
E’ questa la prima volta che lo Stato interviene nel vostro settore e non soltanto per dare finalmente una soluzione ai vostri problemi e stabilire agevolazioni e contributi, ma soprattutto per conferire a voi, esercenti e lavoratori del Circo e dello Spettacolo Viaggiante, il riconoscimento di una funzione sociale, una qualificazione mai prima contemplata in altri provvedimenti.
Oggi il vostro settore entra con una precisa normativa nel quadro organico dell’ordinamento delle attività dello spettacolo, che nell’ultimo quadriennio è stato in gran parte rinnovato ed adeguato alle esigenze della società moderna.
Qualificazione, procedure per la concessione delle aree destinate ai Circhi e agli Spettacoli Viaggianti, esenzioni fiscali e benefici finanziari e previdenziali sono – come sapete – i cardini della nuova legge che viene incontro, se non a tutte, alle maggiori e più assillanti aspirazioni vostre e delle vostre famiglie.
Nel lungo e non sempre facile lavoro di formazione del provvedimento, il mio pensiero è stato costantemente rivolto a voi ed ai vostri cari che operano con voi, ne condividono i rischi, le avversità, le soddisfazioni; e sono con voi per dare in ogni lembo d’Italia momenti di serenità e di pura gioia al pubblico immenso dei bambini, dei lavoratori, dei contadini: tanta parte del nostro popolo che vi vuole bene e vi segue.
Era giusto che quella serenità che voi generosamente donate vi fosse, almeno in parte, restituita e che alla vostra vita fatta di rischi, di coraggio, d’estro e di fantasia, lo Stato garantisse dignità e sicurezza.
Per questo, cari amici, sono contento di avere potuto portare a completamento a vostra legge.
Con l’augurio di sempre maggiori fortune, vi saluto cordialmente.

Achille Corona