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La bufala del bisonte sequestrato

Il circo di Vienna a Roncone (foto Iannone/circodivienna.com)

In quel di Rovereto i circhi non sono graditi, e non da oggi, da alcune istituzioni locali e men che meno dagli animalisti di professione che in questa città sono parecchio potenti e tutelati quasi fossero una specie protetta. Il primo divieto ad un circo italiano per cercare di impedirne l’attività, che portò al pronunciamento del Tar di Trento (fu la prima sentenza passata in giudicato a favore del circo, per la precisione quello di Moira Orfei) nel 1994, fu emesso dal Comune di Rovereto. E nonostante la giustizia abbia fatto il suo corso e ridimensionato le smanie di un’amministrazione comunale che pretendeva di sostituirsi al potere legislativo dello Stato, non più tardi di qualche mese fa, il giovane sindaco di Rovereto, con un atteggiamento di deferente intesa verso l’Enpa locale, ribadiva la sua volontà di cercare in ogni modo di “limitare la disponibilità del suolo pubblico per l’esercizio di spettacoli circensi”.
Una premessa necessaria per comprendere il contesto nel quale si cala la nuova vicenda che vede per protagonista un circo e il suo bisonte “fuorilegge”, come l’ha definito la stampa, fra l’altro sbagliando clamorosamente specie e parlando, nel titolo, di bufalo. Ma come vedremo di fuorilegge non c’è nulla.
La detenzione di animali pericolosi deve essere autorizzata dal prefetto, e secondo precisi requisiti, che l’autorità è tenuta a verificare. Ebbene, per il bisonte americano (bison bison), dotato di microchip e di passaporto europeo, sul quale il 25 luglio è intervenuto il Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Trento, sezione forestale di Rovereto e Vallarsa, il circo di Vienna ha presentato più volte richiesta di autorizzazione ai sensi della legge 150/1992. Ad esempio al prefetto di Brescia nel gennaio del 2011 (oltre al bisonte anche per un cucciolo di tigre femmina), ma è ancora in attesa di risposta. E dunque quale sarebbe la colpa del circo? A conferma di questo c’è anche il sopralluogo effettuato dal Corpo Forestale dello Stato, servizio Cites, di Macerata nel maggio del 2011, che nel verbale di controllo rileva: “… alla data odierna la prefettura di Brescia non ha ancora dato riscontro alla richiesta di integrazione…”, richiesta di integrazione relativa proprio alla domanda presentata nel gennaio 2011 e finalizzata ad ottenere l’autorizzazione per il bisonte. La prefettura di Brescia non ha ancora ottemperato ad un obbligo di legge e così a farne le spese è il circo di Vienna, al quale la Forestale di Rovereto ha contestato il reato di cui all’art. 6, comma 1, della legge 7.2.1992 n. 150 “per detenzione di un esemplare di bisonte americano, specie che costituisce pericolo per la salute pubblica”.

Foto Emanuele Pollicardi/circodivienna.com

Peraltro il “sequestro” di cui ha parlato la stampa è una vera chicca perché l’affidamento giudiziale del bisonte è stato dato allo stesso titolare del circo oggetto del provvedimento, “persona idonea a norma dell’art. 120 del c.p.p., il quale è stato nominato custode”, in quanto “in zona mancano idonee strutture atte all’affidamento dell’animale”.
A questa notizia, che si è visto essere – questa sì – una bella bufala, che ha comunque raggiunto lo scopo di alzare un gran polverone di accuse (gratuite) verso il circo al solo scopo di mettere in cattiva luce gli spettacoli con animali, sono state abbinate accuse generiche di una serie di mancanze che sarebbero state riscontrate al circo. Nessuna mancanza. “Gli animali sono tutti in un ottimo stato di salute”, dice Barbara Cavedo, la veterinaria che segue anche gli animali del circo di Vienna, “sono vaccinati, in regola con le schede cliniche, denunciati, dotati di microchip e di passaporto, manca solo l’autorizzazione della prefettura che, nonostante, ripetuti solleciti non è ancora arrivata e la prefettura non ha inviato la commissione di controllo, mentre si presentano altri “controllori”… Ecco perché nel provvedimento ai danni del circo si scorge una evidente forzatura.”
Va poi notato un tempismo perfetto. Guardate cosa scriveva il sito della Federazione animalista il 23 luglio: “Pony, struzzi, dromedari, cammelli, lama, vigogne e addirittura un bisonte. La Lav Trentino in protesta a Rovereto contro il Circo di Vienna, attendato in città fino a fine mese, in via Unione”. Due giorni dopo ecco arrivare il controllo della Forestale, accompagnata – scrive la stampa locale – dagli agenti del commissariato di Rovereto, vigili del fuoco e ad un esperto del Museo civico. Uno spiegamento di forze degno, forse, di miglior causa.

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