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Sindaci da cartellino rosso

Andrea Miorandi

Il sindaco di Rovereto riesce a vantarsi perché il suo Comune è stato il primo che si è visto sventolare sotto il naso il cartellino rosso del Tar, ormai vent’anni fa. Gongola, insomma, perché quel’Amministrazione è stata colta in fallo, perché ha debordato dalle proprie funzioni in materia di circhi e animali. E non lo diciamo noi ma la sentenza del Tar. Rispondendo alla lettera di un animalista sul sito dell’Enpa, il primo cittadino di Rovereto Andrea Miorandi riesce in un colpo solo ad ottenere anche un altro risultato: dimostra che svolgere un compito delicato e importantissimo come quello del sindaco, in maniera imparziale, con equilibrio e rispetto verso tutti, avendo cura della dignità, professionalità e diritto al lavoro di ogni persona, non è cosa facile.
Sorvoliamo su tutto, anche su quel che si può leggere in rete su questo giovane sindaco, che al momento in cui gli fu proposta la candidatura rispose “mi fa piacere che vogliano puntare su di me ma essere candidato sindaco è incompatibile con la mia professione“, mentre oggi è li a guidare il Comune. Sorvoliamo sulla conoscenza della materia della quale vuole comunque disquisire, cioè quella del circo e degli animali in esso presenti, conoscenza che non si dimostra pari a quella della raccolta differenziata, che invece ben padroneggia.
Andiamo al sodo. Scrive il sindaco che “Rovereto è stata all’avanguardia in Italia nelle iniziative di limitazione dell’arrivo in città di circhi con animali. Tanto che, già una decina di anni fa, il nostro Comune aveva vietato lo svolgimento di spettacoli con la presenza di animali. Un divieto che però si è scontrato subito con ciò che prevede la legislazione nazionale”.

Stefano Orfei Nones con Artù

A Rovereto l’Ente Nazionale Circhi e in particolare il circo Moira Orfei hanno ottenuto la loro prima storica vittoria davanti ad un sindaco che – pensando di poter dettare legge in una materia regolamentata da norme dello stato (e quindi dimostrando anche qualche lacuna in materia di ordinamento giuridico italiano che si fonda sulla gerarchia delle fonti del diritto: la norma di fonte inferiore (nel caso in questione il Comune) non può porsi in contrasto con la norma di fonte superiore, lo Stato) – si vide costretto a rimangiarsi l’atto amministrativo col quale avrebbe voluto vietare i circhi con animali. Una bella sdentata, oltre che costi sostenuti dal Comune (e quindi dai cittadini) pari a 3 milioni di lire solo a favore della Pigiesse, più spese legali e quant’altro.
Era il gennaio del 1994 quando il Tar di Trento pronunciò quella sentenza passata in giudicato e seguita poi da diverse altre tutte più o meno dello stesso tenore. I suoi uffici, illustre Signor Sindaco, gliene avranno sicuramente dato una copia, ma in caso non avesse avuto occasione di procurarsela e leggersela, può trovarla anche qui. Le sarebbe sicuramente utile studiarla con attenzione prima di vantare primogeniture in fatto di divieti ai circhi con animali. Si renderebbe così conto che il Tar di Trento non fu tenero e parlò a proposito del Regolamento adottato dal comune di Rovereto, di “eccesso di potere per travisamento, contraddittorietà, illogicità ed incompetenza”. Scrivevano i magistrati che si riunirono in Camera di Consiglio il 14 gennaio 1994, inoltre, che “a prescindere dalla illogicità e contraddittorietà delle norme regolamentari di fatto assunte, che contrastano chiaramente con una serie di disposizioni legislative tese ad incentivare, oltre che a sottoporre a rigido controllo, l’attività circense, l’Amministrazione comunale di Rovereto ha invaso la competenza del legislatore senza che alcuna norma legislativa la autorizzasse”. Nonostante la debacle e la tirata d’orecchie, dunque, il sindaco si vanta del fatto che il Comune fu uno dei primi a livello nazionale ad assumere questa delibera che faceva a pugni col diritto.

Flavio Togni e Stephanie di Monaco

Non solo. Il Signor Andrea Miorandi porta come risultato positivo del suo operato quello di aver “cercato comunque di limitare la disponibilità del suolo pubblico per l’esercizio di spettacoli circensi, riservando una sola area pubblica per i circhi (il piazzale ovest dello Stadio Quercia) e ponendo delle limitazioni anche in ordine ai periodi usufruibili, privilegiando l’utilizzo principale dell’area in occasione ad esempio di manifestazioni sportive nello stadio”. Dimostrando prima di tutto che nel “suo” Comune, nonostante sia ancora vigente a livello nazionale la legge richiamata dal Tar di Trento che “riconosce la funzione sociale del circo”, si continua a fare di tutto per ostacolare i circhi e questo non va bene. Perché sbagliare è umano ma perseverare è un po’ diabolico. E, in secondo luogo, dimostrando che ci sono attività e imprese che forse lui considera di serie b, e come tali da “limitare”, dimostrando poco rispetto non solo per la legge (che è uguale per tutti e che si applica su tutto il territorio nazionale) ma anche per la dignità delle persone e delle professioni. Se vorrà, se troverà tempo (senza sottrarlo a ben più gravosi impegni), se ci riterrà meritevoli di qualche attenzione, anche noi leggeremmo volentieri una risposta, illustre Signor Miorandi, così come ha fatto con l’Enpa.

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