Gorgonzola, circa 20 mila abitanti in provincia di Milano. A settembre il circo Mexican di Paolo Codanti chiede di poter fare tappa in questo comune, presenta la domanda al sindaco e ottiene l’autorizzazione. La precedente amministrazione di centrosinistra aveva inserito nel regolamento il divieto all’utilizzo di animali di qualsiasi genere, “sia specie domestiche che selvatiche”, in mostre e spettacoli di intrattenimento. Poco importa se lo aveva fatto andando in rotta di collisione con una legge dello stato che invece autorizza i circhi con animali, esotici e non, e dunque davanti al primo ricorso al Tar presentato da un circo avrebbe dovuto rimangiarsi quel regolamento e rifondere le spese legali. Ma l’attuale sindaco, espressione di una maggioranza di centro destra, è persona che sembra essere ben capace di dare il giusto peso alle cose. E nonostante quel regolamento (valore vincolante quasi zero) e ben conoscendo il quadro normativo e il diritto, ha concesso l’autorizzazione al circo di Codanti. Anche perché, udite udite, gli animali che la gazzarra animalista avrebbe voluto evitare di fare esibire davanti a piccoli e grandi, erano nientemeno che “quattro cavalli avellinesi, tre caprette, due oche, due lama e un cornuto esemplare di bovino watussi africano”, riferisce un giornale locale (Fuoridalcomune.it).
Un piccolo giornale online (sua è anche la foto che pubblichiamo in home page e quella del sit-in notturno), va detto per inciso, che però ha tenuto la schiena dritta anche davanti alla suscettibilità degli animalisti, che non amano essere contraddetti (e per questo è stato inondato di proteste), e ha raccontato i fatti: “La prima serata del gruppo di origine ferrarese è stata salutata con urla e cori di insulto rivolte ai proprietari del circo per lo sfruttamento e il maltrattamento di animali, ma anche rivolte a tutti coloro che hanno comprato il biglietto”. Eppure nello scorso fine settimana gli animalisti di Gorgonzola hanno mostrato nel loro sit-in di protesta fotografie e video di tigri dietro alle sbarre, elefanti, scimpanzé ed altri animali esotici che il circo non aveva nemmeno. Scrive ancora il giornale online: “A parte le urla e gli insulti, da una parte ma anche dall’altra, la manifestazione è stata pacifica. Qualche intervento delle forze dell’ordine si è reso necessario quando uno dei manifestanti ha tentato di entrare, sperando di passare inosservato, all’interno del tendone, scatenando le ira del proprietario. I carabinieri, però, hanno semplicemente dovuto chiedere, anche se a più riprese, di allontanarsi, come hanno dovuto più volte ripete al gruppo di abbassare la voce o moderare i toni, ma niente di più. La manifestazione non è nemmeno riuscita a scoraggiare il pubblico, a parte un gruppo di persone che non ha fatto il biglietto, anche se a detta dello staff del Mexican, “solo perché i biglietti erano esauriti”.”
Ed è tenendo presente questo scenario che il sindaco di Gorgonzola, Walter Baldi, ha parlato a Il Giorno di “polemica donchisciottesca”. E poi ha fatto anche di più per calmare lo sparuto (dalle foto scattate il giorno della protesta davanti al circo si contano una ventina di persone) ma rumoroso gruppo di animalisti: ha spiegato che se la protesta era rivolta alla “mancata applicazione del regolamento comunale”, beh, “il regolamento si può cambiare in ogni momento”. Mica sono le tavole della legge! Anzi, la Legge dice altro.
Riferisce La Gazzetta della Martesana, questo significativo commento del primo cittadino: “Protestino pure, personalmente sono andato al circo con i miei figli e ho visto gli animali, che venivano trattati piuttosto bene. Anzi, ho già invitato la stessa compagnia a tornare in città il prossimo anno”. Che è un modo di ragionare e di agire cristallino e puro: se gli animali sono tenuti bene, se la normativa consente ai circhi di muoversi su tutto il territorio nazionale, perché un sindaco dovrebbe vietare ai propri concittadini di poter vedere uno spettacolo?
Perché dovrebbe ascoltare i 20 che protestano (e magari i 300 che firmano una petizione) e non gli altri 18 mila? Intanto ieri il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, ha inviato una lettera di replica al quotidiano Il Giorno.
Perché questa notizia, che riguarda un piccolo comune e una piccola polemica, ci sembra significativa? Perché mette bene in luce la forma mentis dell’animalismo italiano, al quale poco importa della “cosa in sé”, direbbero i filosofi, cioè della realtà vera degli animali nei circhi (a Gorgonzola hanno protestato davanti ad un circo che di fatto ha due caprette, due oche e poco di più). Importa invece affermare e manifestare (spesso a suon di insulti verso chi la pensa diversamente) una filosofia di vita, una idea di paradiso terrestre che non esiste. Liberi di farlo, ovviamente, ma dal credere in qualcosa al voler costringere tutti a credere nella stessa cosa, ce ne passa, per fortuna. Così come dal ritenere che la carne fa male al pretendere che tutto il mondo diventi vegetariano.