Il quotidiano Il Giorno ha pubblicato un articolo nel quale, come purtroppo capita spesso, alcuni animalisti esprimono giudizi del tutto gratuiti e particolarmente diffamatori verso i circhi. Il presidente Buccioni ha prontamente replicato. Andiamo con ordine partendo dal contenuto del servizio giornalistico a firma Gabriele Gabbini:
“Gorgonzola, 23 ottobre 2011 – Per informare, prima di tutto. E per impedire che a Gorgonzola tornino a esibirsi realtà che speculano sulla pelle degli animali. Non è proprio andata giù a cittadini e associazioni animaliste quel circo che, nonostante un decreto comunale che all’articolo 17 vieta «mostre, spettacoli e intrattenimenti con l’utilizzo di animali», si è esibito nella prima settimana dello scorso settembre. Non sono bastati diversi sit-in e proteste di alcuni gruppi di animalisti per fermare lo show, e nemmeno le tante mail che hanno inondato la casella del sindaco, Walter Baldi.
«Oggi torniamo in piazza – racconta Laura Livoti, una delle organizzatrici del presidio che ieri pomeriggio ha “invaso” piazza Italia – non per attaccare il sindaco per la scelta di ignorare un decreto che vincola al rispetto degli animali, ma piuttosto per informare gli abitanti e renderli più consapevoli di ciò che sta succedendo in questa città».
Una cinquantina tra liberi cittadini e associazioni hanno risposto all’appello, mentre tra striscioni e comizi un televisore mostra le tante torture che si nascondono dietro al salto di una tigre in un cerchio di fuoco, o magari dietro a un elefante che si regge in equilibrio su due zampe. Obiettivo degli animalisti, quello di «impedire che questi soprusi si verifichino ancora, spiegando ai cittadini che dietro ai fronzoli e ai colori di un circo si nascondono turture e umiliazioni verso incolpevoli e innocenti animali».
Incuriositi i cittadini, molti dei quali non hanno voluto far mancare il loro sostegno al grido animalista: «Inaudito che sia stato concesso il nullaosta a questa gente – tuona Lorena Viganò, riferendosi allo spettacolo circense di settembre -. Non so come il sindaco abbia potuto dire di sì, soprattutto con un decreto che vieta palesemente spettacoli con animali. Qui non è questione di destra o sinistra ma di giusto o sbagliato. E mettere in mostra animali umiliandoli pubblicamente rientra sicuramente nella seconda categoria». Stesso parere anche per Raffaele Devito, che incalza: «Io sono un professore, parlando con i miei ragazzi ho notato un crescente menefreghismo sul tema “animali”. Ecco perché ho firmato: informare è la chiave per il cambiamento». E la rabbia non risparmia certo Elisa Cezza, responsabile dell’ufficio per la tutela degli animali cittadino: «Mai più un circo in città, o mi dovranno licenziare. Se non mi ascoltano, tanto vale chiudere direttamente questo ufficio».
Ed ecco la lettera di replica inviata al giornale milanese dal presidente Buccioni, con la richiesta di pubblicazione ai sensi della legge sulla stampa:
“Comprensibile che un gruppetto di animalisti (sparuto a giudicare dalla fotografia pubblicata su ilgiorno.it) porti avanti la propria mission e si batta per ciò in cui crede. Meno comprensibile che lo faccia con certi toni e argomenti. Non si può accusare gratuitamente di “torturare e umiliare” specie animali, ben sapendo che la realtà è un’altra. Se la lingua italiana ha ancora un senso, chiamati a rispondere della accuse lanciate, questi animalisti dovrebbero giustificarsi per aver denigrato e calunniato il circo con l’insulto di praticare sevizie e pene inflitte con crudeltà feroce a degli animali, perché questo significa torturare.
Inoltre, affermare “Inaudito che sia stato concesso il nullaosta a questa gente” (forse che nel 2011 c’è ancora gente che non ha diritto di cittadinanza?) denota crassa ignoranza. Il Comune di Gorgonzola, autorizzando il circo in questione, non ha fatto altro che rispettare e applicare una legge dello Stato (la n. 337 del 1968), davanti alla quale – nella materia delle autorizzazioni ai circhi – i Comuni non hanno potere di veto. Per il principio della gerarchia delle fonti del diritto, non può una amministrazione comunale vietare ciò che lo Stato, attraverso una propria normativa, autorizza e sostiene (attraverso il Fus). A riprova, il 99% dei Comuni che hanno assunto delibere o atti proibitivi all’attività circense, chiamati davanti ai Tar hanno dovuto fare marcia indietro e rifondere le spese legali.
Che dire: mai più – speriamo – bugie, violenze verbali, intolleranza manifesta, diffuse a piene mani come in questa occasione dagli animalisti”.
Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi