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Il presidente Enc scrive al sindaco di Savona

“Ai savonesi sarà vietato pure andare al circo”, titola oggi Il Giornale nella pagina della cronaca di Genova. “Dal prossimo anno per elefanti, tigri, scimpanzé (che nei circhi italiani non sono presenti da anni, ndr) la Torretta sarà un miraggio. Lo stop alle esibizioni di animali esotici negli spettacoli circensi, proposto dal consigliere di opposizione Alessandro Parino, trova infatti piena condivisione nell’assessore all’ambiente Jorg Costantino: “Da gennaio ci riuniremo in commissione per emanare un regolamento di chiusura nei confronti dei circhi che utilizzano queste attrattive”. Questa la notizia e le parole dell’assessore.
Dal 1994, data della prima sentenza (passata in giudicato) di un Tar favorevole al circo, ad oggi, ce ne sono stati di pronunciamenti di Tribunali che hanno costretto le poche amministrazioni che si sono avventurate in divieti, a tornare sui loro passi. Però non mancano ancora amministrazioni che, a costo di spendere denaro dei cittadini in cause perse in partenza, forse per ragioni politiche continuano imperterrite.

Il sindaco di Savona

E così proprio questa mattina il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, ha scritto al sindaco di Savona, Federico Berruti, per ricordargli cosa prevede la Legge a proposito dell’attività dei circhi e cosa dice la giurisprudenza consolidata. Compresa la recentissima decisione del Tar dell’Emilia Romagna che ha sospeso l’ordinanza del Comune di Ferrara.
“Se lo Stato non solo riconosce astrattamente la funzione ed il valore sociale dei circhi equestri, ma promuove tale tipo di spettacolo con finanziamenti di un fondo annuale, pare evidente l’illegittimità di una qualsiasi delibera o provvedimento di un Consiglio Comunale, che si ponga in contrasto con le finalità specifiche proprie di leggi dello Stato. Sarebbe oltretutto illogico e contraddittorio che un Comune vieti ciò che lo Stato promuove, per il semplice principio della gerarchia delle fonti del diritto”, scrive fra l’altro Buccioni. “La giurisprudenza ne ha desunto che, poiché il potere regolamentare delle Amministrazioni comunali deve pur sempre svolgersi nel rispetto dei principi fissati dalla legge – come disposto dall’art. 7 del d.lgs. n. 267 del 2000 –, l’attuazione della disciplina relativa al circo e allo spettacolo viaggiante risulta limitata all’individuazione delle aree destinate a simili attività e alla determinazione delle modalità di concessione di dette aree (v., tra le altre, TAR Abruzzo, Pescara, 24 aprile 2009 n. 321)”.
Il presidente Enc ricorda inoltre che “verso gli animali non vengono attuate costrizioni e forzature: gli esemplari presenti nei circhi sono nati in cattività da più generazioni ed hanno sviluppato un comportamento diverso rispetto agli animali allo stato selvaggio, pertanto non corrisponde a verità quanto dichiarato da esponenti animalisti, cioè che si tratti “di animali abituati alle foreste e alle grandi praterie” che in seguito vengono “costretti a vivere in spazi ristretti”. Le frequenti riproduzioni di felini e ruminanti all’interno dei circhi testimoniano il loro perfetto stato di salute fisico e psicologico. L’addestramento moderno non prevede “imposizioni”, perché è basato sul rispetto e la collaborazione fra uomo e animale”.

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