Caro presidente Buccioni,
dalla fine di quest’anno il Circo ha avuto un periodo di esposizione mediatica superiore alla media a cui siamo abituati e questo è certamente dovuto per la maggior parte all’eccellente lavoro di comunicazione dell’Ente Nazionale Circhi, che tanto bene ha fatto sia con le manifestazioni romane che con la visita papale. In più, la stampa si è preoccupata in maggiore misura della nostra condizione, dando un certo risalto alla categoria e facendo filtrare un sottile raggio di luce nel buio comunicativo in cui, con le nostre stesse mani, ci eravamo destinati senza soluzione di continuità.
Quindi l’Ente Circhi aveva meritoriamente organizzato un vero e proprio assalto, quasi un’azione campale per riconquistare non solo il cuore dei bambini, ma anche il rispetto degli adulti nel campo dell’informazione. Tale campagna però, nonostante le ottime premesse, non si è rivelata una grande vittoria in stile Austerlitz ma, per rimanere in canoni napoleonici, una autentica Waterloo. Molti anni dopo la pessima figura del Maurizio Costanzo Show e per via dei soliti piccoli capricci personalistici, il nostro ambiente ha subito un grave danno di immagine, derivante anche da grave imperizia e colpevole improvvisazione di stampo autoreferenziale.
Ci domandiamo infatti che razza di risultato volesse ottenere il signor Brian Casertelli nel definire “tutti” gli altri circhi al di fuori dei tre marchi presenti nella trasmissione (Medrano, Americano e Moira Orfei) “circhi piccoli o medio piccoli che cercano – presumibilmente con stenti immani n.d.a – ad arrivare alla fine del mese con scelte azzardate, tanto prive di risultato che alla fine dispiace anche”. Ci domandiamo verso chi sia rivolto il “dispiacere” del direttore del circo Medrano anche se a dire il vero non si può parlare nemmeno di un discorso dal senso compiuto, visto che nella stessa bizzarra intemerata c’era un vago accenno alla famiglia Orfei, un invito al pubblico “scettico” a visitarli visto che lavorano con gli animali per vederli da vicino e il fatto che “noi” (a questo punto non si capisce bene chi) “abbiamo moltissimi amici” non si è ben capito di che genere di amici parlasse. Insomma, come diceva Flaiano “poche idee ma confuse”. Si spera che presto molti circhi, tra quelli definiti “piccoli o medio-piccoli” mandino un messaggio che conforti l’evidente preoccupazione del signor Braian Casertelli nei confronti delle loro esangui economie. Noi purtroppo non possiamo rassicurarlo in questo senso, se non altro perché avendo documentazioni, materiale personale ma anche storia da circo di prima categoria non possiamo rientrare in questa schiera evidentemente considerati stranieri in questo contesto non possiamo che dispiacerci, guardando dall’esterno ci dichiariamo sorpresi.
Il risultato del prgroamma? Nessuna attività promozionale per i circhi presenti, pessima stampa per quelli non presenti e spettacolino finale ai limiti dello stucchevole e viene davvero da domandarsi a cosa sia servito. Noi, come famiglia Zoppis, nonostante non possiamo proprio metterci nella cerchia delle aziende che faticano ad arrivare alla fine del mese, ci consideriamo i primi tra i chiamati in causa in questa triste e disdicevole vicenda ed invitiamo chi si occupa di comunicazione per quanto riguarda l’Ente Circhi a vigilare sulle esternazioni giornalistiche dei suoi associati, anche se illustri, visto che possono andare a grave discapito di tutti noi. Esprimiamo quindi la nostra solidarietà per tutte (perché il termine tutti vuol dire proprio tutti) le aziende chiamate in causa dalle gravi affermazioni di Braian Casertelli e ci sentiamo a nostra volta chiamati in causa allorché appartenenti a pieno titolo nella storia dei circhi. Non sappiamo se possiamo definirci “grandi”, questo è il pubblico che lo decide. Ma di certo non ci piace che gli altri vengano arbitrariamente definiti “piccoli” e da compatire solo per appagare dei fastidi personali e speriamo che anche gli altri, almeno questa volta, decidano che tacere è come acconsentire. Insomma, caro Presidente, il suo lavoro va ad un passo differente da quello dei suoi associati, visto che, mentre Lei cerca di creare coesione, specialmente tra i giovani, altri cercano di dare al nostro mestiere un aspetto quasi settario che sa di antico, di ingiusto e, francamente, anche un po’ di ridicolo.
La salutiamo con stima
Fratelli Zoppis
il Circo italiano sta attraversando un passaggio cruciale della propria storia, nella quanto mai lodevole ottica di disegnare il proprio futuro, di pervenire – in altre parole – ad un approdo che possa assicurare al Circo un futuro di certezza e tranquillità in linea con la sua splendida storia.
Appare fondamentale, in tale prospettiva, a mio modestissimo parere, esercitare il massimo del buon senso da parte di ciascuno e di tutti, rifuggendo il pericolo di compromettere il buon lavoro fin qui svolto, di fronte a piccoli e meno piccoli incidenti di percorso.
Al riguardo invito voi e quanti avranno la bontà di soffermarsi su queste poche righe, a rileggere la mia copiosa intervista – dal titolo “Agenda Circo” – rilasciata a Circo.it (portale di informazione dell’Ente Nazionale Circhi) nella imminenza delle festività natalizie e che ben analiticamente esprime le speranze e le preoccupazioni di chi da 24 mesi avverte pienamente la responsabilità di assicurare questo epocale passaggio. Ciò per stare alla sostanza.
Quanto al programma televisivo, che fondamentalmente ha offerto spunto per la vostra missiva, senza voler in alcun modo minimizzare, avverto però nel contempo l’opportunità di non enfatizzare i suoi giusti limiti. Sottolineo due aspetti che voi già opportunamente evidenziate:
il primo, positivo, è che la trasmissione si inserisce in un contesto di ritrovato interesse mediatico, in gran parte lusinghiero, nei confronti del mondo circense; il secondo, più specificamente su quella trasmissione, sulla quale ho preso le dovute attendibili informazioni, circa l’inconsueta (per l’emittente di Stato) approssimazione con la quale è stata realizzata dalla Rai e che, per esempio, ha determinato un assolutamente scadente contributo artistico.
Valga il vero; a me sicuramente, anche se è poca cosa, ma al pubblico televisivo e non, resta inequivocabilmente evidente, grazie a Dio, come la gente del Circo in larghissima misura e senza che le inevitabili eccezioni alla regola possano in alcun modo comprometterne la complessiva e positiva immagine, sia costituita da persone e famiglie da sempre dotate naturalmente di senso del coraggio, spirito di sacrificio, di innata dignità e orgogliosa fierezza, laboriosa ed onesta componente della società nazionale.
Invito accoratamente voi e tutto il circo italiano ad un sapiente esercizio del buon senso e a considerare chiuso l’episodio senza ulteriori strascichi. Porterò ostinatamente avanti il mio programma e semmai non dovesse vedere la realizzazione che desidero, al momento opportuno, e solo allora, ne indicherò motivi e responsabili.
Molto cordialmente
Antonio Buccioni