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“Ancora una volta i tentativi compiuti in parlamento, che definirei mortificanti per il nostro settore, finalizzati a snaturare il circo privandolo della sua centrale componente animale, non sono andati a buon fine, anzi sono falliti. La legislatura che si è chiusa ci consegna questa prima e fondamentale riflessione”. Chi parla è il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, che in questa intervista “natalizia”, preannunciata l’altro ieri su Circo.it, traccia un bilancio e indica alcune linee di sviluppo di fondamentale importanza per il futuro del circo italiano.
Partiamo dai tentativi mortificanti, come li ha appena definiti.
Sono stati diversi, a cominciare dalla proposta di legge Giammanco, che già in passato ho avuto occasione di definire la summa della peggiore produzione parlamentare sul circo degli ultimi 20 anni; poi il ddl sullo spettacolo dal vivo, che prima di approdare alla versione ultima, prevedeva “agevolazioni fiscali in favore delle compagnie e delle attività circensi che non prevedono la partecipazione e l’esibizione di animali, nonché per la trasformazione dei circhi equestri in circhi senza animali”, fino al tentativo di sottrazione dell’aggettivo equestre dalla legge 337, tentativo che ho definito a suo tempo “cavallo di troia”, solo per citare i casi più significativi. La realtà è che questi tentativi sono falliti e dunque apparentemente dovremmo nutrire anche qualche motivo di soddisfazione…

Antonio Buccioni, presidente Enc (foto Circo.it)
E invece?
Ad una riflessione più attenta si appalesa in tutta la sua chiarezza che gestire da una trincea difensiva un settore come quello del circo, è diventata una mission impossible. Dalla metà degli anni 90 ad oggi, cioè da quando l’iniziativa parlamentare animalista si è fatta battente, abbiamo “svoltato” – come si suol dire – quattro legislature, ma adesso serve qualcosa di più. Occorre passare dalla difesa alla proposta incisiva.
Può spiegarci cosa ha in mente?
Ci attendono due mesi di campagna elettorale, e il circo italiano dovrà vendere carissima la pelle. E’ ovvio che non possiamo muoverci verso una nuova legislatura avendo come progetto programmatico quello che anche la prossima legislatura finisca senza danni, perché questo significherebbe rinunciare a svolgere l’attività sindacale e ad operare in un quadro di certezze e garanzie. Per inciso, l’aspetto più bello del 2012 è stata la ripresa marcata della attività sindacale dell’Ente Nazionale Circhi e il ritorno ad una visibilità pubblica del circo, che si è concretata nei due importantissimi momenti di visibilità esterna: la manifestazione alla Camera dei deputati e il pellegrinaggio dal Papa.
Torniamo alle iniziative che, mi sembra di capire, l’Ente Nazionale Circhi intenda assumere in vista della campagna elettorale.
Oltre ad esprimere le richieste del circo all’interno del documento generale che l’Agis stilerà, subito dopo Natale come Enc ci rivolgeremo per iscritto a tutti i partiti che si presentano al voto del prossimo febbraio, e non sarà una lettera generica. I temi sui quali pretendiamo l’impegno formale dei leader dei partiti saranno i seguenti: la riaffermazione del circo come valore ricreativo, artistico, culturale e pedagogico e come settore imprescindibile della spettacolo popolare del nostro Paese. Il secondo punto sarà quello della rivisitazione dinamica della legge 337 del 1968, non tanto perché vada cambiato il corpus del provvedimento, ma perché venga finalmente applicata, soprattutto per quanto riguarda il tema centrale delle aree sulle quali esercitare l’attività, cioè la tematica trattata nell’art 9. Infine, impegneremo i partiti che saranno d’accordo su questi presupposti, a favorire il rapporto all’interno del circo fra uomo e animale all’insegna di una rigorosa e seria regolamentazione della presenza degli animali e non di una acritica e ideologica esclusione.
Silvio Berlusconi di nuovo in campo. Con o senza le Berlusconi girls?
A questo proposito le frizioni maggiori nella legislatura che si è chiusa sono state con alcuni esponenti del Pdl…
Infatti scriveremo da subito al cavalier Berlusconi, leader del Pdl e a quanto pare anche candidato premier, mettendo in chiaro che una consuetudine ed una amicizia che fino a questo momento si erano sempre tradotte anche in un convinto sostegno elettorale, vengono oggi messe assolutamente in discussione.
Per quale ragione?
Perché nel corso dell’ultima legislatura, accanto ad autorevoli, seri e valorosi rappresentanti del Pdl, quali i senatori Carlo Giovanardi e Franco Asciutti, che si sono rivelati ancora una volta attenti difensori – senza secondi fini – di una tradizione e di valori radicati nel popolo italiano, quali sono quelli dello spettacolo circense, abbiamo invece patito un atteggiamento preconcetto e violentemente ostile da parte delle “Berlusconi girls”, a partire da Michela Vittoria Brambilla, della cui esperienza di ministro del Turismo ricorderemo in particolare la pletorica, kitsch e costosissima insegna fatta collocare davanti al ministero. E poi Gabriella Giammanco e Fiorella Ceccacci Rubino…. che in tutta sincerità preferiremmo vedere sostituite da altri parlamentari a nostro avviso più idonei a ricoprire cariche istituzionali.
La manifestazione promossa dall'Enc davanti a Montecitorio (foto Silvia Ottaviano)
Non è tenero nei loro confronti.
E come potrei esserlo? Le “Berlusconi girls” hanno mancato non solo nella sostanza ma anche nello stile, differenziandosi decisamente in peggio rispetto a coloro che in passato sono stati avversari del circo, come ad esempio Monica Cirinnà… cioè persone che pur facendo parte dello schieramento di sinistra, hanno dimostrato uno stile e delle metodologie di lotta assolutamente più conformi al ruolo ricoperto.
Quindi il momento elettorale che si avvicina avrà una notevole importanza per il circo italiano.
Assolutamente sì e mi auguro che associati e non, nell’assicurare ogni collaborazione alle forze politiche (a partire dalla messa a disposizione delle strutture) si rendano interpreti di questa ineludibile esigenza: far valere e far pesare il nostro apporto per fare in modo che i problemi categoriali vengano una volta per tutti affrontati e risolti, per consentire alla nostra splendida messe di giovani di poter crescere artisticamente e imprenditorialmente senza convivere con patemi d’animo quotidiani. E proprio perché la considero una questione centrale e prioritaria, sarò a disposizione degli associati e non per ogni dubbio o chiarimento su questi aspetti.
Rimaniamo un attimo sulle problematiche che sono venute alla luce anche in modo dirompente nelle ultime settimane nel mondo del circo.
Gli aspetti positivi sono noti e il rapporto con la chiesa è il principale fra questi: lo definirei eccezionale per ciò che è avvenuto il 30 novembre e 1 dicembre, ma anche per i rapporti che continuano, e un esempio di questo sono le centinaia di biglietti distribuiti in Vaticano che porteranno prelati, dipendenti e anche guardie svizzere sotto i tendoni presenti a Roma per le festività natalizie.
E gli aspetti negativi?
Non vorrei che, avendo per la prima volta affrontato i problemi della categoria con un vento nuovo, una metodologia e uno spirito nuovi, sottacessimo che si presentano invece – e questo Natale li ha resi drammaticamente attuali – grossi i problemi nella categoria, al punto che definirei la situazione deprimente e tale da farmi riflettere se valga la pena…
Sette circhi e il festival Golden Circus (nella foto aerea ) quest'anno a Roma per Natale, e non sono mancate le polemiche
Di continuare ad impegnarsi alla guida dell’Ente?
Io tenterò di riportare, attraverso una iniziativa di confronto spietato, ad una nuova sintesi le problematiche che sono emerse, per ripristinare regole di reciproca comprensione e di rispetto tra i soci, ma se non dovessimo arrivare a una sintesi virtuosa, beh, non è che il dottore mi abbia assegnato come cura quella di fare il presidente dell’Enc oppure di occuparmi di circo per tutta la vita. E’ inutile che ci inventiamo manifestazioni di cui parla il mondo intero e poi in un mese, da Torino a Firenze, da Roma a Genova, si verificano delle situazioni che rischiano di riportare nella accezione generale il circo come sinonimo di “negativo”, per non dire di peggio.
A cosa fa riferimento esattamente?
Sono estremamente amareggiato, e per certi aspetti furibondo, rispetto alla situazione che si è venuta a creare nelle città che ho citato. Almeno sul piano formale, il circo è stato escluso da Torino, da Firenze e rischia di essere escluso da Genova: come scrivevo in una circolare interna a tutti i circhi a fine ottobre, cerchiamo di non far godere i “gaggi”, che invece hanno goduto non poco. E poi c’è Roma dove la situazione che per il secondo anno consecutivo si è determinata nel periodo natalizio, presenta sicuramente, accanto a degli aspetti positivi, altri indiscutibilmente negativi.
E quindi che riflessioni ne trae?
Credo di avere dimostrato con sufficiente chiarezza che se nei tratti posso sembrare disponibile, e nella metodologia pure, come posizioni sono però assolutamente determinato e poco flessibile. Ritengo che tutti si rendano conto agilmente che per migliorare quello che abbiamo fatto, la prossima manifestazione dovremo organizzarla direttamente in paradiso perché sulla terra sarà difficile inventarci qualcosa di più importante. Con l’evento di Roma abbiamo acquisito prestigio internazionale, dalla FMC all’ECA ci chiedono di interpretare un ruolo importante sulla scena internazionale, che non ho la vanità di concepire come mio, perché non amo la ribalta… se in Sala Nervi c’era uno che non aveva un posto prenotato né in prima né in seconda e né in ultima fila, quello ero io e peraltro di questo sono orgoglioso. Ma se non ci si rende conto che bisogna recuperare il senso della corporazione e almeno su aspetti fondamentali avere il concorso di tutti, se non si stabilisce un nuovo patto, non si andrà lontani e sarebbe un peccato perché invece l’esperienza ha dimostrato che muovendoci come corporazione e avvalendoci di tutte le amicizie che abbiamo e che numericamente costituiscono un popolo pronto ad aiutarci e a seguirci, possiamo centrare degli obiettivi assolutamente importanti.
La riflessione è quindi anche sul futuro della associazione di categoria?
Direi che torna attuale la necessità di una scelta di campo: fra una associazione di tipo generalista, che come punto di partenza a me piacerebbe, perché personalmente credo molto nel sistema corporativo inteso alla nordamericana; ma se il sistema generalista ha come prezzo che ognuno possa godere di una libertà illimitata che vada perfino a comprimere la libertà altrui, allora purtroppo – con rammarico – debbo dire che può sembrare preferibile una associazione nella quale i soci si impegnino nei loro reciproci rapporti a rispettarsi e a sottoscrivere dei protocolli d’intesa sui singoli temi.
Braian Casartelli (foto Andrea Giachi)
Ad esempio?
Ad esempio riferiti allo strategico rapporto con gli animali, attraverso un Codice di autoregolamentazione, che è la strada già imboccata dall’Ente Nazionale Circhi grazie all’apporto di una eccellente equipe di esperti che ha pressoché ultimato il documento finale. Fra l’altro qualche giorno fa l’opzione di un documento che approfondisca e sviluppi ulteriormente le linee guida Cites, è stata indicata anche in sede parlamentare, dal ministro della Sanità, come impegno valutato “favorevolmente” per assicurare la corretta detenzione e custodia degli animali, a tutela della sanità pubblica e per il loro benessere, salute e sicurezza. Ma oltre a quello degli animali, altri protocolli specifici potrebbero disciplinare il tema delle affissioni ed altro. Ma più in generale la tematica è quella dei comportamenti che si potrebbero definire “da socio”, e quindi il non considerare i pagamenti delle quote sociali un optional da adempiere parzialmente e in periodi di particolare bontà d’animo, ma come un dovere che permetta alla organizzazione di vivere e di dotarsi degli strumenti necessari a dispiegare l’attività associativa. Tutto ciò sarà motivo di attenta riflessione. Io mi auguro che con l’aiuto e il concorso di tutti si possa riproporre l’Ente Nazionale Circhi come associazione generalista ma nell’ambito della quale le regole di rispetto che ho citato siano accettate, prima di tutto serenamente, da tutti i soci, nella convinzione che siano in grado di rendere il lavoro migliore; se questo non sarà possibile, ritengo debba diventare l’obiettivo da perseguire con chi ci starà.
A febbraio ci sarà l’assemblea generale elettiva?
Da calendario certamente sì. Mi consulterò però con i consiglieri e i soci perché bisognerà comprendere se le elezioni politiche, che in alcune aree geografiche (come nel Lazio) coincideranno anche con le regionali, provinciali e comunali, sia meglio farle precedere dalla nostra Assemblea oppure posticipare a marzo la riunione generale dei circhi, ad elezioni avvenute. Durante le vacanze di Natale rileggerò con attenzione lo statuto dell’Ente Nazionale Circhi e cercherò di adeguarlo alle esigenze che si stanno manifestando, anche favorendo una più incisiva partecipazione alla vita dell’Associazione da parte dei soci, alcuni dei quali non avevo il piacere di conoscere, li ho conosciuti bene quest’anno e li ritengo assolutamente degni di assumere ruoli nell’associazione.