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Gunther Gebel-Williams, il Tarzan del circo


Chi parla di ammaestratori che costringono elefanti, tigri, leoni, cavalli e chi più ne ha più ne metta, a compiere gli esercizi che siamo soliti vedere nei circhi a suon di pungoli e bastonate, sicuramente non ha mai incontrato un ammaestratore. E soprattutto non ha mai nemmeno sentito parlare di Gunther Gebel-Williams. La leggenda degli ammaestratori, forse di tutti i tempi.
La sua storia sembra uscita da un libro d’avventura. Durante la seconda guerra mondiale il padre di Gunther, Max, di professione scenografo, viene fatto prigioniero e finisce in un campo di lavoro in Russia. La madre, rimasta sola, non si fa sfuggire l’occasione di lavorare come sarta al Circo Williams. Elfriede, questo il suo nome, arriva sotto il tendone con il figlio ma poco dopo se ne va lasciando lì quel tredicenne che però si ambienta subito. Dimostra immediatamente una grande familiarità con gli animali. Il suo talento non passa inosservato. Viene adottato da Carola Althoff, vedova del direttore del circo Harry William, e nel 1956 col nome Gunther Gebel-Williams diventa il responsabile del complesso. Nel 1960 sposa Jeanette Williams, dalla quale nel 1968 divorzia consensualmente per sposare Sigrid Neubauer. Il circo conosce una crescente fortuna e dalla Germania sbarca anche in Italia, Francia e Spagna.
Gunther è ormai un personaggio la cui popolarità ha ampiamente varcato i confini dell’Europa per approdare in America. John Ringling North gli propone di entrare a far parte del colossale e luccicante Ringling Bros. and Barnum & Bailey. Ma Gunther rifiuta. Accetta invece nel 1968 l’allettante offerta di Irvin Feld, decisamente difficile da rifiutare: praticamente si compra il circo William e tutto ciò che ne fa parte, portando tutti gli animali, i maggiori artisti ed i tecnici, in America. L’operazione costa due milioni di dollari.
Esplode a questo punto il successo mondiale dell’ammaestratore tedesco nato a Schweidnitz il 12 settembre 1934. Versatile, elegante, bravissimo, di grande carisma, sa instaurare con gli animali e col pubblico un feeling incredibile.

Oltre ai classici gruppi di elefanti, cavalli e tigri, dà vita anche a nuovi abbinamenti: elefanti e tigri, elefanti e zebre ed altro. Diventa l’idolo dei mass media americani, viene invitato in tutti i maggiori programmi televisivi a parlare dei suoi metodi di addestramento. Quando nel 1989 celebra con l’ultimo tour l’addio alla pista, negli Usa viene festeggiato come una star. In vent’anni si è esibito in oltre 11 mila spettacoli ed è stato applaudito da più di 150 milioni di americani.
Nella seconda metà degli anni ’60 ha lavorato anche in Italia, al Circo di Berlino della famiglia di Ferdinando Togni, e per lui c’è stata pure una parte di attore nel celebre film Il più affascinante spettacolo del mondo.
Muore nel luglio del 2001, all’età di 66 anni “il più grande domatore del circo d’America”, come ha scritto la stampa in quei giorni. “In oltre 30 anni di attività con il famoso Ringling Brothers and Barnum & Bailey Circus ha appassionato tutti esibendosi con tigri, leoni, leopardi, pantere, puma, elefanti, giraffe, zebre, cammelli e anche capre in tutti gli Usa”. Non è stato ucciso dalla zampata di un leone, no. Gli animali, anche quelli “feroci”, lo baciavano e lo accarezzavano, lo coccolavano con affetto, ricambiando i sentimenti che Gunther riservava loro.
“Ha usato la voce come unica frusta”, ha scritto di lui Ruggero Leonardi. A ucciderlo è stato il cancro. Quello sì indomabile.
Si è spento fra le mura di casa, nella Venezia della Florida, dove la sua memoria è tenuta viva da un busto a grandezza naturale. Continua a sorridere dal piedistallo, col costume da ammaestratore e un braccio alzato. Pronto a togliersi il mantello e ad entrare in gabbia. Dai suoi animali.