di Ruggero Leonardi
Per verità, conservo di lui anche altri brevi messaggi di ben altro tenore. Andreotti manteneva un buon dialogo con gli italiani anche attraverso la pubblicazione di diversi libri e io, che curavo pure gli spazi culturali della testata, non mancavo di segnalarli a ogni uscita ricevendone, immancabilmente, il cenno di ringraziamento.
Ma complice il circo, sono debitore all’illustre politico, scomparso all’età di 94 anni, anche della prefazione scritta di suo pugno per il mio libro “Sospeso nel vuoto” e dedicato all’avventura di Egidio Palmiri, suo grande protagonista. Quando il nostro Presidente, armatosi di coraggio, si era risoluto a chiedergliela, Andreotti aveva subito aderito con calore alla richiesta e avrebbe poi esteso la sua “complicità” nei nostri riguardi non sottraendosi neppure a un intervento in pubblico a Roma nella bella sede del Palazzo della Stampa Estera.
Era stata una giornata molto bella, non solo per me ma anche per l’arte circense presentata nella sua giusta e dignitosa finestra culturale.
Il circo italiano meriterebbe con ben altra frequenza di incontri di questo genere. Ma la capacità di Giulio Andreotti di conciliare la cordialità di parola con le finezze dell’intelligenza, eh, questo è dono raro e prezioso appartenuto a un uomo di cui è auspicabile non sia subito spento il ricordo malgrado questo nostro tempo frettoloso di spegnere anche chi, al tempo, ha affidato qualcosa da conservare.
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