Qualche giorno fa l’uscita infelice era stata quella di Silvio Berlusconi, che in seguito – da Palermo – era tornato sull’argomento aggiungendo queste parole: “Se uscendo dalla televisione entrasse in un circo, lo prenderebbero tutti per un clown”. Il riferimento era, com’è noto, a Oscar Giannino che gli aveva dato del guitto. La reazione del presidente dell’Ente Nazionale Circhi non si era fatta attendere e dopo aver ricordato le parole di Benedetto XVI sul circo, aveva commentato: “Molta politica avrebbe tanto da imparare dal circo.”
Ora tocca ad un altro veterano sulla scena politica tirare in ballo il circo e a farlo, purtroppo, con contenuti ancora più offensivi e denigratori, anche perché si riferiscono ad una precisa dinastia circense. In merito alla promessa di Silvio Berlusconi di restituire l’Imu pagata nel 2012, Pierferdinando Casini ha dichiarato: ”Sono cose da circo Togni, non da persone serie“.
Dura la risposta del presidente Enc, Antonio Buccioni: “Ma come si permette a fare un parallelo di questo genere, equiparando una delle più celebri dinastie del circo italiano all’attributo della non serietà? Mi auguro che Casini si scusi e riconosca la pessima sortita perché in caso contrario la sua sarebbe una caduta di stile gravissima, davvero stridente con chi si presenta come rispettoso e attento nei confronti dei cittadini”. Anche a Casini, prosegue Buccioni, “ricordo le parole del Santo Padre sui valori e la cultura della gente del circo”. Non solo. Il presidente Enc ricorda al leader Udc che “le sue parole sono doppiamente infelici: non solo gettano discredito sul circo ma in particolare colpiscono una delle dinastie più gloriose della storia del circo italiano, che esprime artisti e imprese di primo livello e da generazioni, fra i primi vorrei ricordare personalità pluripremiate in tutto il mondo per la qualità della loro professione, com’è il caso di Flavio Togni, giusto per fare nomi e cognomi”.
Anche Livio Togni ha preso carta e penna e non fa sconti: “Gentile Onorevole Casini, scrivo a nome mio e della mia famiglia, oltre che come circense direttore di uno dei complessi di spettacolo viaggiante a tutti noto come Circo Darix Togni”, mette nero su bianco nella sua lettera. “Vorrei dare risposta all’intervista da lei rilasciata il 20/02, nella quale le sparate di un suo esimio collega vengono da lei definite, testualmente, “roba da Circo Togni, non da persone serie”. Non è di certo la prima volta che mi ritrovo a confrontarmi con l’ignoranza della gente, e con i pregiudizi e gli stereotipi sulla mia categoria, però stavolta voglio mettere i puntini sulle i, visto che se la vostra organizzazione di persone serie funzionasse come la mia impresa, a quest’ora di sicuro mezza Italia non starebbe con le mani nei capelli perchè non si arriva a fine mese. Solo qualche cifra, senza paura del fisco: 83 dipendenti tutti iscritti a libro paga, 3 complessi in giro per il mondo che danno lavoro in totale a 250 persone; un indotto al seguito di altre 100 persone circa. Parliamo di una delle più grandi imprese italiane che producono cultura. Voi, persone serie, mi permetta, cosa producete? Interviste in cui cercate di strappare un sorriso alla gente, per accattivarvi gli ultimi indecisi che non sanno da che parte girarsi, me compreso? Ma gli esperti dell’intrattenimento non eravamo noi? A ben guardare, in fondo, posso solo essere contento che la distanza fra noi, come Circo Togni, e voi, come “persone serie”, venga rimarcata da voi stessi così nettamente, così la gente avrà sempre più chiara la differenza che passa fra chi il buffone lo fa per far divertire gli altri e chi lo fa per prenderli in giro; giusto a questo proposito, guardando ai deludenti risultati che sta ottendendo con la sua campagna elettorale, colgo l’occasione per farle sapere di non contare su di noi se dovesse restare senza mestiere, visto che al Circo Togni solo gli artisti referenziati possono prendere parte allo spettacolo”.