di Filippo Ferraresi
PARIGI – Creatività, virtuosismo, gioventù. Tre parole che possono essere assunte a marchio di fabbrica dell’ormai mitico Festival del circo di Demain di Parigi. Una formula magica che funziona da trentatré primavere e ha funzionato anche quest’anno magnificamente, presentando artisti “inediti” nelle varie discipline circensi, questa ennesima edizione del festival parigino si è rivelata eccellente nella qualità.
È stata anche l’edizione che ha segnato un nuovo record di affluenza dopo quello già mostruoso dell’anno precedente. Certo l’imponente campagna pubblicitaria sulle strade di Parigi poteva già dare la sensazione del successo annunciato. Il risultato è stato uno chapiteau sempre pieno di un pubblico entusiasta, immerso in un ambiente giovane, caldo e vibrante che lascia pensare ad una nuova stagione di gloria per il circo in questa meravigliosa città. Un altro ingrediente fondamentale del successo è stata la saggia decisione dell’organizzazione di presentare più artisti o gruppi di artisti nella stessa disciplina, fatto questo che ha permesso di valorizzare la personalità e la creatività di ciascuno oltre a restituire quel pizzico di competizione in più che affina la tecnica e appaga il gusto.
Infine, per concludere il discorso sul successo del Demain, è semplicemente una questione di onestà: anche se dietro il lato tecnico, sempre eccellente, occorre guardare al coté più strettamente artistico, come si può comparare il lavoro di un giocoliere con quello di un trapezista? La giuria incaricata di premiare gli eccellenti artisti circensi è stata l’espressione salomonica di tutto ciò che oggi rappresenta il circo in tutto il pianeta. Citiamone pure tutti i suoi componenti. Presidente della giuria: Valérie Fratellini, direttrice in carica e direttrice pedagogica de l’Académie Fratellini; Gwénola David, direttrice in carica, pedagogica e dello sviluppo artistico del Centre National des Arts du Cirque de Châlons-en-Champagne; Deng Baojin vice-presidente dell’Association des Acrobates de Chine, direttrice della Troupe acrobatique di Jinan, medaglia d’oro del 10° Festival nel 1987, Cina; Renée Sasso-Cuinat, responsabile del settore Teatro presso la Direction Régionale des Affaires Culturelles della Regione Ile de France, Referente “Arts du Cirque”
Francia; Fabrice Becker, direttore Settore Casting, Performance e Tendances presso il Cirque du Soleil Canada; Philippe Goudard, autore, clown, insegnate, ricercatore presso l’Université Montpellier 3; Richard MacDonald, scultore, Stati Uniti; Martial Médini, agente artistico, Francia; Maxime Nikouline, direttore del Circo Nikouline, Russia; Giuliano Peparini, regista e coreografo presso Franco Dragone Entertainment Group, Belgio.
Altri laureati della medaglia d’oro di questa edizione del Fesival del circo di Demain, anch’essi usciti dalla scuola nazionale di circo di Montreal, sono una coppia di artisti di palo cinese: Héloïse Bourgeois e William Underwood. Essi hanno riproposto un estratto dello spettacolo Psy, della compagnia Les Sept Doigts de la Main, di cui fanno parte e con cui stanno girando il mondo, già visti peraltro a Parigi al Théatre de la Villette con oltre un mese di repliche. I due artisti mettono in scena una trovata deliziosa in cui l’insonnia è la protagonista, e i due si addormentano e si risvegliano attaccati al palo cinese. Tripudio del gioco fisico messo in scena con una intelligenza rara, questi circensi trasformano le ossessioni in performance acrobatiche spettacolari e deliranti, rivelando la bellezza, l'(auto)ironia e l’onnipresenza delle nostre follie. E poi che stile, che precisione, che gesti estremi… si sentiva già dal boato del pubblico che questa coppia fosse in odore di oro.
Con sorpresa e con gran piacere lo stesso pubblico ha invece potuto vedere al collo di Tatiana-Mosio Bongonga la terza medaglia d’oro del Festival. Artista eccentrica proveniente dalla Repubblica del Congo, Tatiana è una funambola danzatrice formatasi al Cnac. Il suo numero è un’incredibile e sinuosa danza sulla corda rigida alta. Accompagnata da un chitarrista dal vivo, suo padre, si lascia andare a delle vere e proprie coreografie su filo. Bellissimo e curatissimo, il suo numero colpisce anche per il costume e il trucco davvero pregevoli, ordito in tinte calde che ricordano la sua Africa.
I Bronzi: Spencer Novich, eccentrico, mimo statunitense davvero fuori norma. In dieci minuti, vestito della sua buffa casacca da marinaio, il volto dipinto di blu, interpreta e mima numerosissimi personaggi del nostro immaginario comune, da Frankenstein a Micheal Jackson. Si gonfia, si sgonfia, si allunga la faccia, si contorce con una facilità inusitata: un vero e proprio trasformista del corpo. Infine la Troupe du Chemin de Fer: un duo di giovanissimi cinesi che ci ricordano il livello di tecnica sovrumano che le terre asiatiche da sempre conservano nelle arti circensi.
Le arti circensi non smettono di generare flussi creativi sempre più impressionanti, ma soprattutto sempre più strettamente legati alla realtà che ci circonda. Una volta per tutte, grazie alla potenza e alla risonanza di un Festival mondiale, qual è il Demain, il circo ha ribadito la sua importanza nella storia e nel presente dell’evoluzione dell’uomo in quanto artista, creatore e manipolatore del proprio corpo. Questa effervescenza è rassicurante da un certo punto di vista: nell’ora dell’inizio di un nuovo ciclo, in questa fase storica così complicata, non può esserci una speranza più bella. L’arte circense si candida ad essere una fra le soluzioni per aiutare il mondo verso un cammino migliore.