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Richard MacDonald, il Michelangelo degli acrobati

Il corpo è il suo cruccio. Un groviglio dinamico di muscoli in tensione, un movimento sinuoso da fermare per un istante, o per qualche ora, dato che i suoi modelli sono plasmati da un moderno Demiurgo che ricrea il loro corpo con le sue mani in ogni minimo dettaglio espressivo. Che sia un ginnasta, un artista di circo, il primo ballerino del Royal Ballet di Londra o un “tanghero”, nessuno si esime dal sottoporsi a interminabili sedute di immobilità, se è Mister MacDonald a volerlo per una sua opera d’arte.
È il signore della scultura “aerea”, MacDonald – californiano classe 1946 – e a volteggiare sono i corpi degli artisti. Corpi atletici, corpi come strumento di lavoro, corpi in tensione, corpi in movimento di cui MacDonald esalta la grazia, la forza, la disciplina. È conosciuto in tutto il mondo per le sue opere straordinarie, che rimandano al fascino dei nostri grandi artisti del passato e alle loro forme scolpite, da Michelangelo a Rodin. Di fronte ad esse è impossibile non pensare all’intreccio amoroso dell’Amore e Psiche del Canova, o al “passo a due” di Dafne che si trasforma in alloro per sfuggire ad Apollo nell’Apollo e Dafne del Bernini.
Espone in tutto il mondo, in modo permanente nella Galleria appositamente allestita nel teatro “O” di Las Vegas, in seguito alla proficua collaborazione con Guy Laliberté, il fondatore del Cirque du Soleil. In esclusiva per Circo.it ci ha parlato della sua ispirazione creativa e del suo personale rapporto con il mondo del circo.
Da dove viene e come cresce la sua ispirazione?
La mia ispirazione viene dall’energia sprigionata dalla vita stessa e dalla natura.
Dal disegno alla scultura lei ha fatto esperienza di diversi mezzi espressivi.
Non ho scelto la scultura, la scultura ha scelto me. Ma sono un artista che si è occupato e si occupa tuttora anche di pittura e disegno, non solo scultura (è stato un illustratore per molti anni prima che un incendio distruggesse il suo studio e molte delle sue opere. Da quel momento è iniziata la sua carriera di scultore del bronzo, ndr).
Qual è la relazione tra i corpi che lei ricrea e il mondo degli acrobati?
Sono affascinato e catturato dalla capacità che i corpi hanno di comunicare la dinamicità del movimento, e ispirato dall’energia immobile e silenziosa del materiale, il bronzo. I corpi, gli acrobati e la scultura sono inseriti secondo me nella stessa dinamica magica, intrisa di un’incredibile energia.
Cosa significa per lei il mondo del circo?
Il circo esprime divertimento, spettacolo, intrattenimento, uno stato magico dell’essere, di introspezione, di creatività, soprattutto per quanto riguarda i costumi e i design elaborati e le performance artistiche. Naturalmente, poi, la prima cosa a cui penso è la figura del clown, un’icona.

Richard MacDonald, The Flair

Quand’è stata la prima volta che ha lavorato con un acrobata per la sua arte?
Io lavoro con acrobati, ginnasti e atleti fin dall’inizio della mia carriera adulta, prima come pittore e illustratore poi come scultore. Mi hanno commissionato molte opere per i Giochi Olimpici e per molti altri sport professionistici: golf, basket, baseball, football (ha costruito la statua del ginnasta “The Flair” per le Olimpiadi di Atlanta nel 1996, situata al Centennial Park).
“L’arte di Richard MacDonald rivela l’infinita bellezza del corpo umano. I personaggi che lui crea recitano per sempre nel teatro della vita”, ha detto di lei Guy Laliberté. Qual è la sua esperienza personale con il circo?
La mia esperienza personale riguarda solo il Cirque du Soleil (di cui Laliberté è non solo fondatore, ma anche ceo). Ho avuto accesso a tutte le performance da dietro le quinte e dal palco ho toccato con mano e apprezzato le incredibili discipline circensi e il talento che tutti gli artisti condividono. Ho sentito da subito un’affinità con loro e con gli ideatori degli spettacoli perché siamo tutti artisti che tentano di creare qualcosa di innovativo, meraviglioso, che possa essere di ispirazione per le persone in tutto il mondo.

Richard MacDonald con alcuni artisti del Soleil

Cosa conosce a proposito di circo e che cosa ricorda della prima volta che l’ha visto?
Il circo è “arrivato da me” per la prima volta quando ero ancora un ragazzo, quando sono andato a vedere il circo classico più famoso del mondo, l’americano Barnum & Bailey. Poi il momento di maggiore ispirazione artistica è stato sicuramente vedere per la prima volta il Cirque du Soleil a New York. Il Cirque du Soleil ha introdotto una qualità e un livello altissimi nelle performance, quindi ha sicuramente contribuito a fare del bene al circo e agli artisti circensi a livello mondiale.
Alessandra Borella

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