di Alessandro Serena
È scomparso sabato scorso uno dei più importanti, autorevoli, competenti, appassionati critici e reporter italiani di circo di tutti i tempi. Ruggero Leonardi, nato nel capoluogo lombardo nel 1936, lascia tre figli e tre nipoti cui ha ispirato l’amore per il circo.
Per qualità di penna, meticolosità di approccio e per quantità di scritti sul genere, il suo nome si staglia accanto a quelli dei più grandi: Alessandro Cervellati, Giancarlo Pretini, Massimo Alberini e pochi altri. Con i quali, per altro, era stato in continuo e proficuo contatto.
Al dono del tratto felice della penna aveva accompagnato la passione per una frequentazione assidua e intensa del dietro le quinte dei tendoni che ha frequentato per quasi mezzo secolo.
Entrato nel giornalismo a 22 anni, aveva avuto molteplici occasioni di occuparsi di circo soprattutto per il settimanale Oggi, di cui è stato caporedattore responsabile dei servizi culturali.
La passione per la natura e gli animali lo aveva poi condotto alla direzione del mensile Natura Oggi e in seguito al ruolo di consulente editoriale della rivista Oasis. Di animali aveva parlato, fra l’altro, in una rubrica sul settimanale L’Europeo e in una serie di interventi per Radio Vaticana. Dal 1996 al 2000 era stato ospite di Raidue nelle trasmissioni di Mattina in famiglia, dove aveva presentato spunti di vita con animali domestici.
È curioso constatare come proprio la passione per gli animali lo avesse poi portato ad avvicinarsi ed amare il mondo del circo (oggi sarebbe difficile). Ha scritto numerosi libri fra cui Animali nel circo, destinato a un pubblico giovane. Un altro suo libro, Il leone, è stato tenuto a battesimo in una gabbia del Circo Medrano. Temi circensi sono presenti anche in un suo volume di racconti, in un suo saggio dedicato alla giungla nera di Emilio Salgari e in una sua fiaba, Il paese dei pappagalli, che ha vinto un Premio Selezione Bancarellino.
Per Oggi aveva realizzato un gran numero di articoli sul circo, configurando uno stile peculiare e raro nel mondo, quello del “reporter circense”. La stragrande maggioranza dei suoi pezzi erano infatti scritti sul campo. Piombava in questo o quel circo e vi rimaneva per tutto il tempo necessario per raccogliere ogni informazione necessaria, di solito portandosi un fotografo professionista per raccogliere il necessario materiale illustrativo. Per questo aveva conosciuto tutti i grandi personaggi del circo italiano degli anni ’70 ed ’80, che avevano imparato ad apprezzarne meticolosità e competenza.
Solo in seguito con l’età e con la rarefazione di grandi complessi circensi in tour nel nostro paese, aveva cambiato metodo (mantenendo però una grande efficacia) concentrandosi sullo studio di documenti o sullo sviluppo di considerazioni personali.
Era spesso invitato in numerose giurie circensi ed è stato membro della Commissione del Ministero Cultura e Spettacolo che assegna i contributi ai circhi e allo spettacolo viaggiante, impegnandosi alacremente ad ascoltare le istanze del settore.
Partecipava con generosità ed entusiasmo a conferenze, dibattiti ed incontri sul circo in ogni parte d’Italia, nel corso dei quali gli organizzatori dovevano faticare a tenere a freno il suo entusiasmo per la materia che rischiava di farlo debordare dai tempi previsti.
Aveva curato la prefazione del libro Gli acrobati folli di Raffaele De Ritis dedicato alla famiglia Palmiri. Prima di tornare sull’argomento con la biografia del leggendario Egidio, Sospeso nel vuoto (che fu presentato nella sede del Palazzo della Stampa Estera a Roma da Leonardi, Palmiri e Andreotti, autore della prefazione al volume). Nel corso del lavoro di ricerca per questo volume, come del resto per gran parte della sua vita, si era confrontato a lungo con lo storico presidente dell’Ente Circhi con il quale aveva in comune anche la caparbietà del carattere e la strenua difesa delle proprie posizioni.
Il suo contributo alla rivista Circo e al sito circo.it è stato di portata incalcolabile per qualità e quantità. Recensioni, interviste, riflessioni si erano alternate negli anni a raccolte strutturate in vere e proprie rubriche mensili. Come “Gente del circo” nella quale aveva magistralmente dipinto ritratti di personaggi più o meno noti, sempre raccontandone anche la vita quotidiana. In “Penne di segatura” aveva deciso di raccontare la passione per il circo di tanti prestigiosi colleghi giornalisti o storici, come Enrico Bassano, Enzo Biagi, Orio Vergani, Mario Verdone e molti altri. Con “Il circo a Milano” aveva unito le sue due grandi passioni, quella per la pista e quella per la sua città.
Da alcuni anni si era ritirato a vita privata e lentamente, con fatica, il settore si era dovuto abituare a fare a meno dei suoi pezzi, dei suoi interventi accorati, anche solo della sua vicinanza. Ma la perdita di Ruggero Leonardi è di quelle gravi ed è in qualche modo significativo che accada in un momento tanto difficile per il settore.
Il circo italiano va incontro a tempi difficili. Quanto sarebbe più facile risollevarsi da questa situazione tragica se ci fossero oggi altri Ruggero Leonardi a sostenere la rinascita. Uomini che nel corso della loro vita hanno profuso amore e passione per questa arte e per questo mondo.