“La decisione di non utilizzare gli animali negli spettacoli del Cirque du Soleil non ha altre motivazioni se non quelle artistiche”. A sfatare il mito, tanto caro agli animalisti, di un Soleil che avrebbe compiuto una opzione etica decidendo di non impiegare animali, tanto da farne una sorta di “circo animalista” e portarlo spesso come esempio in contrapposizione ai circhi con animali, è la portavoce e responsabile centrale delle relazioni esterne del complesso canadese, Chantal Côté. Guy Laliberté si concede ormai molto raramente alla stampa, un po’ per scelta e un po’ per gli impegni, non solo artistici (ama viaggiare da turista nello spazio ed è un accanito giocatore di poker), che riempiono le sue giornate. Per lui parla Chantal Côté. E ricorda che il Soleil è membro dell’Associazione europea dei circhi presieduta da Urs Pilz, quella – tanto per capirsi – che associa complessi con animali e non, associazioni di categoria come l’Ente Nazionale Circhi, insegne storiche della pista di segatura di ogni parte del mondo, e che sta dando filo da torcere a diversi governi in azioni legali (contro l’Austria e il Lussemburgo, ad esempio) a difesa dei circhi con animali. Ed ecco l’intervista esclusiva che Chantal Côté ha concesso a Circo.it.
Come nasce questa scelta artistica?
All’inizio, nel 1984, la troupe che ha fatto nascere il Cirque du Soleil, faceva teatro sui trampoli e di strada. Non ha fatto altro che trasportare sotto uno chapiteau il tipo di spettacolo che proponeva in strada. Ecco perché la questione degli animali non si è mai posta davvero.
In Italia il Soleil viene spesso contrapposto ai circhi con animali: ma esiste davvero questa contrapposizione?
No. Il Cirque du Soleil fa parte dell’Eca, l’European Circus Association e intrattiene ottimi rapporti con l’ambiente del circo tradizionale. Il Soleil ha fatto la scelta artistica di non presentare animali nei suoi spettacoli ma non prende alcuna posizione in favore né contro chi ha fatto altre scelte.
Qual è la ragione del vostro successo?
Ritengo sia il grande potere evocativo di ciò che proponiamo. Davanti ad uno spettacolo del Soleil probabilmente ogni persona coglie qualcosa di diverso, lo interpreta a modo suo, anche se gli spettacoli hanno una trama, un filo conduttore preciso. Ogni spettatore è toccato da qualcosa di diverso: un numero, un personaggio, una musica o altro. Gli spettacoli contengono, insomma, più livelli di lettura ma utilizzano tutti un linguaggio universale, quello delle arti del circo.
Fra la musica, la scenografia, le luci, l’abilità degli artisti, la trama…quali sono gli elementi più importanti per la buona riuscita di uno spettacolo del Soleil?
E’ la combinazione di tutti questi elementi a fare la forza e il tratto distintivo del Soleil. Noi diamo la stessa importanza a ciascuno di questi fattori per offrire uno spettacolo i cui standard di qualità siano molto elevati.
Fra tutte le vostre produzioni, quale ha ricevuto l’accoglienza migliore da parte del pubblico?
Tutti i nostri spettacoli conoscono lo stesso successo, non ce n’è uno più popolare di un altro.
E invece quali sono le nazioni nelle quali avete richiamato più pubblico?
Il Giappone. La città in assoluto nella quale abbiamo venduto più biglietti è stata Tokyo. Il pubblico giapponese ci è molto fedele.
Mentre quello italiano?
Ci ha sempre riservato una eccellente accoglienza e apprezza moltissimo i nostri spettacoli.
Oggi il Soleil è anche una grande “azienda” che produce ricchezza, forse una delle prime al mondo per giro d’affari.
Penso che il Soleil possa essere considerato la più grande impresa del circo del mondo, ma non siamo di certo la più importante impresa al mondo.
Qual è il vostro giro d’affari annuale?
Nel 2011 prevediamo di raggiungere la cifra di un miliardo di dollari di fatturato…
Di questa cifra si è sempre saputo che ne destinate una parte per finalità sociali e culturali: quanto esattamente?
L’1 per cento.
Quante persone lavorano complessivamente nel Soleil?
Circa 5 mila di cui 1300 artisti.
Alla vostra origine ci sono anche cospicui finanziamenti pubblici che avete ricevuto dal governo canadese?
Sì, ma solo per un certo numero di anni, dal 1984 al 1992. Da quella data siamo diventati autonomi dando vita ad un’impresa privata.
Quanti sono gli spettacoli attualmente in cartellone?
Sono 20 differenti spettacoli in tutto il mondo, ma entro la fine dell’anno saliranno ancora.
I nuovi progetti ai quali state lavorando?
Per il 2011 il Cirque du Soleil presenta tre nuovi spettacoli importanti: Zarkana, prima mondiale prevista il 29 giugno a New York, che sarà prima al Radio City Music Hall e subito dopo a Madrid e Mosca. Il secondo è Iris, prima mondiale il 25 settembre a Los Angeles, e sarà uno spettacolo permanente al Kodak Theatre. E poi una grandissima produzione, Michael Jackson –
The Immortal World Tour, che debutta il 2 ottobre a Montréal e che sarà in tournée prima in una serie di città dell’America del nord, poi in Europa e in Asia”.
Fin qui le parole di Chantal Côté. E’ già atteso come l’evento dell’anno lo show colossale, tributo a Michael Jackson, frutto della collaborazione fra la fondazione che cura il lascito della star morta il 25 giugno di due anni fa e il Cirque du Soleil. Sarà un mix esplosivo e affascinante delle musiche del “king of pop” e delle atmosfere che escono dalla inesauribile creatività della company canadese. Per metterlo in scena è stato chiamato nientemeno che Jamie King, per dodici anni direttore artistico degli spettacoli di Madonna. E’ il Soleil, bellezza!
Claudio Monti
(Ha collaborato Silvia Rizzini)