“Commenti interessati e fuorvianti al Codice dello Spettacolo hanno ottenuto in questi giorni titoli che diffondono informazioni falsate e pertanto dannose: la legge approvata dalla Camera non introduce alcun divieto ai circhi con animali”. Lo sottolinea il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni. Sulle piste del più grande spettacolo del mondo continuano ad esibirsi acrobati, giocolieri, clown, insieme a cavalli, felini, elefanti e tutta la viaggiante Arca di Noè che porta di città in città arte e divertimento.
Le nuove norme prevedono il “graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle attività circensi e dello spettacolo viaggiante”, per dirla con le parole del ministro Franceschini, e il concetto di “graduale superamento” (per ora una scatola vuota) dovrà essere riempito, in forza della delega dal Governo ricevuta, sulla base di diverse valutazioni di sostanza, scientifiche, di risorse, di modi e di tempi.
Fra gli ordini del giorno approvati, uno impegna il Governo a “promuovere un rigoroso confronto scientifico sulla attuale situazione degli animali nei circhi sotto il profilo delle condizioni di vita degli animali stessi e sui traumi conseguibili al loro possibile allontanamento dall’attività e dalle famiglie circensi”. Che è sempre stata una delle richieste fondamentali della categoria.
“Finito il clamore della battaglia ingaggiata dal mondo animalista senza esclusione di colpi e con grande investimento di energie, con la finalità di ottenere un provvedimento di tutt’altra portata, cioè l’immediata eliminazione degli animali dai circhi, obiettivo che invece è stato mancato, le prossime puntate dovranno essere scritte nel rispetto degli animali, oltre che delle donne e degli uomini del circo”, spiega il presidente Buccioni. “E per fare ciò non si potrà prescindere da una oggettiva valutazione di animali nati e cresciuti in cattività da generazioni che, come ha scritto di recente Marthe Kiley-Worthington*, uno degli etologi più esperti (per i tanti studi condotti in Europa) di animali che si esibiscono sotto ai tendoni, “nessuna prova scientifica attesta che nei circhi gli animali non possano vivere bene. Anzi, nei circhi e negli zoo ben gestiti, abbiamo evidenze del contrario”.
Ciò detto, “l’Ente Nazionale Circhi riafferma un giudizio complessivamente negativo su quanto la legge approvata ha previsto nell’ambito della propria sfera di attività. Non solo per il metodo ideologico col quale è stato affrontato il tema degli animali, ma anche perché nessuna delle urgenze da anni segnalate per un significativo rilancio del settore è stata presa in considerazione, aumentando così il solco che separa l’Italia dalle altre nazioni europee, per storia e tradizione maggiormente affini alla nostra, in materia di arte circense”.
“Il nostro settore è fermamente convinto che il Paese legale abbia rivelato nelle proprie determinazioni sul tema, una lontananza galattica dal Paese reale, che continua a frequentare e con ciò a rendere possibile la sussistenza dei circhi”, conclude Buccioni. “Continuerà a battersi in ogni sede politica – e qualora necessario di giustizia costituzionale – nazionale ed Europea, per il proprio diritto all’esistenza, al lavoro, e per la riaffermazione della libertà di espressione artistica”.
*Dott. M. Kiley-Worthington. Laureata in scienze (ecologia, St Andrews Scotland), dottorato di ricerca (comportamento animale, Sussex University), Master of Philosophy (con lode: Epistemologia equina e degli elefanti, Filosofia, Università di Lancaster). BHSAI, (Istruttrice alla British Horse Society). Ricercatrice ospite Brenda Ryan al Girton College, Cambridge, Inghilterra.
Director Eco Research & Education Centre. Consultant on Ecological Agriculture & Animal Behaviour & Welfare Problems.