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Circhi e animali: arriva il codice di condotta

Alcuni dei presenti alla riunione che si è tenuta ieri all'Agis di Roma (foto Circo.it)
Chiamiamolo codice di autoregolamentazione o di condotta. I termini possono essere diversi ma l’obiettivo che l’Ente Nazionale Circhi si è dato ieri nel corso di una riunione ufficiale che si è tenuta presso la sede dell’Agis, non lascia margini di dubbio. L’associazione di categoria dei circhi italiani sta mettendo a punto le regole da osservare per garantire il benessere degli animali utilizzati negli spettacoli circensi. E a differenza di chi spesso e volentieri contrabbanda punti di vista e visioni preconcette, l’Enc stilerà un decalogo che si basa solo ed esclusivamente sulla scienza, e dunque “autorevole e credibile”.
L’ha spiegato in apertura il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, che ha chiamato a raccolta veterinari ed esperti del benessere animale, insieme ad ammaestratori ed esponenti di associazioni che si occupano di questa materia in Italia e all’estero. Erano infatti presenti Maurizio Chiesa, medico veterinario e profondo conoscitore di animali selvatici, Yoris Anfossi, medico veterinario, Raffaella Cocco, esperta in comportamento animale, che fa parte del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari, Barbara Cavedo, medico veterinario impegnata da tempo con diversi circhi italiani, Michele Capasso, medico veterinario, professore a contratto, delegato Sivae, Paolo Selleri, veterinario, professore a contratto e past president della Società Italiana Veterinari per Animali Esotici. Sul fronte del circo, Flavio Togni, ammaestratore in dolcezza premiato col Clown d’Oro al Festival di Montecarlo, Mirella e Valeria Valeriu (ben note ai nostri lettori per aver deciso di sottoporre gli animali del loro circo ad analisi approfondite, effettuate dall’Università di Sassari), Gaetano Montico, ammaestratore, vicepresidente Fisv e presidente revisore dei conti Enc, Gilda Bellucci e Roberto Bellucci, quest’ultimo titolare del circo Embell Riva, ammaestratore da decenni e proprietario di un piccolo zoo safari a Lanciano. Infine, Alessandro Serena, docente di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, l’avvocato Francesco Mocellin, presidente Cadec e rappresentante dell’Ente circhi presso l’European Circus Association, Maurizio Crisanti, segretario generale Anesv e Claudio Monti responsabile della comunicazione per l’Enc.
Flavio Togni coi suoi elefanti (foto Stefania Ciocca)

La prima riunione è servita per porre le basi di un lavoro che in tempi rapidi – “qualche mese”, ha sottolineato Buccioni – arriverà a conclusione, confezionando un documento che comincerà da subito con l’essere adottato dall’Enc come codice di autoregolamentazione per i propri soci, che verrà poi proposto come atto normante per tutta la categoria e – da ultimo – indicato alle autorità pubbliche e ai diversi ministeri competenti come linee guida e atto normativo a livello nazionale.
Si tratterà del primo documento scientifico sul trattamento complessivo degli animali nei circhi, che – anche se molti di coloro che ne parlano non ne tengono conto, anche per ignoranza – vivono in condizioni di stimolazione e di empatia con l’uomo che si verificano solo nello spettacolo della pista, qualcosa di diverso, dunque, rispetto a ciò che avviene negli zoo o per gli animali utilizzati in altre forme di spettacolo così come nello sport.
“Il punto di partenza di quello che mi piace chiamare ‘certificato di qualità’ per gli animali presenti nei circhi, saranno i criteri scientifici sui quali si basa il concetto di benessere animale e la sua misurabilità. A partire da questo saranno definite le buone prassi di gestione degli animali in base alle caratteristiche etologiche delle diverse specie”, spiega la professoressa Raffaella Cocco. “Avremo così un vademecum che va dalla alimentazione, pulizia, strutture (non solo in termini di dimensioni), preparazione-ammaestramento delle persone a contatto con gli animali, fino alla cura del benessere in senso lato delle specie utilizzate. Se un animale sta bene, dal punto di vista fisico e psicologico, può essere dimostrato alla luce del sole”.
Maurizio Chiesa
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maurizio Chiesa, secondo il quale è solo una operazione ideologica partire dal presupposto che sia incompatibile il benessere degli animali col loro impiego nei circhi. Ma siccome oggi regna molta confusione, “occorre spostare il confronto su basi scientifiche: non ha ragione chi urla di più ma chi si avvale di canoni scientifici, altrimenti si recita a soggetto”. E non si pensi che l’argomento non abbia anche ripercussioni più generali: “Spesso abbiamo a che fare con veterinari delle Asl o guardie zoofile senza competenze specifiche sugli animali per i quali devono giudicare la presenza di eventuali problematiche, e che magari operano sequestri che portano quegli stessi animali a peggiorare le loro condizioni di vita”, dice Michele Capasso, veterinario. “E tutto questo anche perché oggi mancano regole precise e oggettive davanti alle quali non sia possibile interpretare a proprio uso e consumo”.
Redy Montico, ammaestratore italiano, vincitore del Festival International du Cirque di Massy (foto Festival Massy)
Ha partecipato alla prima parte dei lavori anche la presidente di Agis Scuola, Luciana Della Fornace, insieme alla quale si è parlato della possibilità di aprire alle scuole iniziative che prevedano visite guidate agli animali e di assistere all’ammaestramento, per spiegare l’approccio e le reali condizioni di vita delle specie esotiche e non presenti sotto i tendoni, che sono peraltro rimasti una delle rare occasioni per vederli da vicino, come ha spiegato anche il presidente francese Nicolas Sarkozy nella sua presa di posizione a favore dei circhi. Attività varie (Flavio Togni ha proposto la realizzazione di un dvd da far circolare nelle scuole), rese ormai urgenti da quella che Buccioni ha bollato come “la cultura dell’odio che gli animalisti hanno seminato nella scuola a proposito di circhi”. E dalla Francia i circhi italiani intendono trarre spunto per emulare un ottimo strumento che già è entrato a far parte della legislazione nazionale di quel Paese: il cosiddetto “certificat de capacité”. Ne ha parlato Gaetano Montico, che ha elaborato nei mesi scorsi la proposta di un codice deontologico per i professionisti circensi, dello spettacolo dal vivo e i detentori di animali in cattività, che fa tesoro delle esperienze su scala internazionale e del modello del “codice di condotta” elaborato dall’Eca. Lo strumento che uscirà dall’Enc, infatti, comprenderà anche una parte attinente ai soggetti professionali coinvolti, alla loro formazione e abilitazione, proprio come avviene con il certificato di capacità, una sorta di patente per gestire gli animali, rilasciata in Francia dalle prefetture.