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Chaplin il circo ce l’aveva nel sangue

Chaplin in una scena del film "Il Circo"


Il Circo di Chaplin è una delle pellicole più famose al mondo dedicate all’arte della pista. Ma adesso si scopre che col circo e la vita itinerante il grande attore, regista e sceneggiatore (ma fu anche compositore e produttore) registrato alla nascita col nome di Charles Spencer Chaplin, ha avuto da spartire anche i natali. E’ saltata fuori una lettera a provare queste origini, fino ad oggi rimasta in un cassetto – non si sa perché – della casa in cui Charlot ha abitato dal 1957 e dove è morto il 25 dicembre del 1977: Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, piccolo Comune del Canton Vaud (nella stessa località abitò anche lo scrittore Graham Greene). E se le biografie avevano fino a questo momento genericamente parlato di un Chaplin venuto al mondo a Londra, ora tutto si focalizzerebbe in un carrozzone di gente del viaggio, nel West Midland, nei pressi di Birmingham.

Quale tipo di lettera giustificherebbe l’origine circense di Sir Charles Spencer Chaplin? Una missiva di cui il diretto interessato venne in possesso tardi, quando aveva 82 anni.

Michael Chaplin (a sinistra) e Matthew Sweet della BBC (dal cui sito è tratta la foto)
Secondo il figlio Michael, che ha svelato l’importante documento alla BBC Radio 4 nella prima puntata del programma The Chaplin Archive (la seconda il 28 febbraio), si tratterebbe di una lettera autentica e credibile. Chi fu a rivelare la vera nascita del re dei vagabondi? Un certo Jack Hill, o almeno così si firma, ed è lo stesso cognome della madre di Charlot. Contiene una vera e propria lavata di capo per il grande attore, addirittura l’accusa di aver voluto mentire sapendo di farlo sulle sue origini, raccontando di essere venuto alla luce a Londra. Scrive Jack Hill: “Hello Charlie. Se proprio vuoi saperlo, sei nato in un carrozzone, proprio come me. Un bel carrozzone. Apparteneva alla regina zingara, che poi era mia zia. Tu sei nato nel parco Black Patch di Smethwick. Come me, ma due anni e mezzo dopo”. Poche righe ma sicuramente scioccanti per Charlot al momento di aprire quella busta e leggerne il contenuto, che si conclude con un secco “arrivederci e buona fortuna”. C’è un po’ di mistero sull’autore della missiva, che si presenta come il figlio del capitano J.J.Hill “domatore di animali selvatici”.
Black Patch, si diceva. Ai tempi in cui nacque Charlot era la cittadella di gitani e gente dello spettacolo itinerante molto abitata dei sobborghi di Birmingham, poi ripulita, e oggi a futura memoria di quel passato resta solo una targa.

La madre, Hannah Harriette Hill, svolgeva la professione di cantante e attrice di varietà, a sua volta discendente di una famiglia di nomadi. Il marito, dal quale si staccò presto, era un guitto ma soprattutto un grande bevitore.
C’è anche la testimonianza del figlio, come si diceva, a dare al tutto una patina di autenticità. Le voci su una appartenenza nomade di Chaplin si erano già rincorse ma erano mancati i riscontri. “Quella lettera per mio padre doveva significare qualcosa perché l’ha conservata. I dettagli che contiene sono molto precisi e lui la chiuse a chiave in un cassetto, senza mai mostrarla a nessuno di noi”. Altri dettagli: “L’ha scoperta mia sorella Victoria dopo la morte di nostra madre. Ha chiamato un fabbro per aprire una cassettiera e ha trovato questa lettera, un solo foglio scritto su ambedue i lati con una penna biro nera”. Adesso forse si spiega anche perché non si fosse mai trovato il certificato di nascita di Chaplin.
Claudio Monti