Vittoria su tutta la linea. Piena assoluzione per il Circo Martini (difeso dall’avvocato Carlo Giachetti, che aveva già ottenuto lo stesso risultato al Tribunale di Monza per la vicenda relativa al sequestro della tigre e del leone) nel processo che vedeva imputati i due titolari per la morte della giraffa Aleksandre, avvenuta a Imola nel settembre del 2012.
La notizia della assoluzione che compare su molte testate online, dando solo la parola alla Lav (“Ricorreremo in appello contro la sentenza”), costituita parte civile nel processo, non rende però ragione della giustizia fatta. Perché nessuno ricorda il clima da caccia alle streghe che si scatenò in quei giorni contro il circo e, più in generale, contro i circhi nel nostro Paese. Il sindaco di Imola chiese al circo Martini di sloggiare dalla città, come fosse un appestato, e di lì a breve introdusse un regolamento di divieto ai circhi con animali che, in base alla normativa vigente in Italia e alla giurisprudenza costante e consolidata in materia, risulta del tutto illegittimo. Gli animalisti non persero l’occasione per chiedere una legge contro i circhi con animali (si tenne anche una manifestazione nazionale a Roma) e per dire basta ai contributi pubblici, sparando al riguardo le solite colossali “balle” (“circa 7 milioni di euro l’anno”). Le conseguenze per il circo Martini furono drammatiche, perché non solo perse la giraffa, ma dovette pagarne le conseguenze per responsabilità di altri, compresa quella di subire un’ordinanza del Comune di Parma (dove il circo Martini avrebbe dovuto presentare i propri spettacoli dopo la tappa di Imola) di divieto agli spettacoli con animali adottata dopo il caso di Imola.
L’unica voce autorevole che si alzò in difesa del circo (anche con una conferenza stampa sotto il tendone di Martini insieme al presidente Enc Antonio Buccioni) fu il senatore Carlo Giovanardi, che presentò anche una interrogazione parlamentare al riguardo. Sottolineò i fatti che deponevano da subito a favore del circo: “alle 6.30 del 20 settembre i dipendenti del circo trovavano aperto lo sportellone della recinzione esterna del ricovero di una giraffa, aperte le due porte interne e tagliata la cimosa di sicurezza dell’animale. La giraffa lasciata libera iniziava a scorazzare per Imola e mentre gli addetti del circo stavano per catturarla essendosi l’animale infilato in uno spazio chiuso, i responsabili dell’ASL di Imola e del Comune ordinavano di colpirla con dei sedativi, malgrado gli addetti del circo li avessero supplicati di non farlo, prevedendo la morte immediata dell’animale”. Ma fu una voce isolata.
Questa è la realtà. La giustizia alla fine trionfa. Il circo Martini ne esce a testa alta. Però la realtà andrebbe raccontata anche sui giornali.