Ci risiamo. Un cane ha azzannato una bambina di meno di tre anni, che è morta. Qualcuno ha sentito un animalista porre il problema delle misure di sicurezza e magari della opportunità di limitare la presenza dei cani a contatto con l’uomo? Nessuno, ovviamente, perché come potrebbero pensare in “minare” il loro business? Eppure sono questi gli incidenti più ricorrenti provocati dagli animali, non certo quelli presenti nei circhi. Ma se un cammello o un elefante si allontanano di 10 metri dal recinto è allarme incolumità per i cittadini, se invece i cani sbranano bambini l’allarme non c’è.
“E’ deceduta all’ospedale di Pordenone la bambina di due anni e mezzo aggredita e azzannata ieri da un pastore tedesco nel cortile dell’abitazione di una parente a San Martino al Tagliamento”, riportava Rai News il 26 maggio. “La piccola era arrivata al pronto soccorso in condizioni disperate e i medici inizialmente erano riusciti a far fronte a un arresto cardiaco avvenuto durante il trasporto”.
Purtroppo è un susseguirsi di casi del genere. A gennaio un bambino di quattro anni è stato azzannato alle gambe dal suo cane e ricoverato in condizioni gravi.
Nel settembre dello scorso anno un’altra tragedia, stavolta a Fiano Romano, in provincia di Roma: una bambina di tre anni era morta dopo essere stata azzannata al collo, sulle braccia e sulla testa dal suo pastore tedesco. Qualche mese prima un bimbo di poco più di due anni è stato azzannato al capo e al volto da un meticcio di pastore tedesco, di proprietà dei nonni, a Triggiano, in provincia di Bari, e il piccolo ricoverato in prognosi riservata.
Non si contano gli incidenti gravi ma non mortali. E’ di oggi la notizia di un 71enne, sempre di Pordenone, che porterà i segni dell’aggressione sul suo volto: “Ho sentito come uno strappo tremendo al naso, ho visto il sangue che gocciolava dappertutto e sono crollato a terra”. Venti punti di sutura al volto per Vincenzo Marano: l’ex vicepresidente della circoscrizione Rorai-Cappuccini è stato azzannato da un cane di grossa taglia a Pordenone, lunedì pomeriggio, in via Ungaresca”, riporta il Messaggero Veneto. Il 4 maggio, riferisce l’Ansa, “Un bambino di tre anni è stato azzannato alla testa e al collo da un cane randagio a Siniscola (Nuoro), mentre giocava in campagna nell’azienda agricola del padre, vicino alla zona industriale del paese. Il piccolo ha riportato diverse ferite fortunatamente non profonde, è ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro, non corre pericolo di vita tuttavia la prognosi rimane riservata”.
Questa è la verità. “Chi parla con grande disinvoltura – e spesso crassa ignoranza – nei confronti degli animali presenti nei circhi, di habitat innaturali e castronerie di questo genere, ha la responsabilità di aver fatto esplodere il fenomeno degli animali da compagnia senza preoccuparsi di far crescere, di pari passo, una educazione seria verso la gestione responsabile di quegli stessi animali che condividono h 24 la vita di bambini, adulti e anziani”, scriveva un po’ di tempo fa il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, su Circo.it. Il suo intervento merita di essere riletto, perché la realtà non è cambiata. Anzi, sta peggiorando.