Si è appena conclusa (ore 17.20 circa) la cerimonia di consegna dei Premi Vittorio De Sica e “Le Maschere del Teatro Italiano” al Quirinale. Per la prima volta “l’arte circense”, come ha detto Gian Luigi Rondi presentando i riconoscimenti, o il “circo equestre“, come si legge nell’elenco dei premi suddivisi nelle diverse categorie (cinema italiano e altre arti) ottiene un così importante riconoscimento e lo fa attraverso il presidente Egidio Palmiri (che era accompagnato da Ivana Gottani e Antonio Buccioni). “Come sta?”, ha domandato Napolitano a Palmiri mentre gli ha stretto la mano. “Bene”, è stata la risposta del presidente Palmiri, “finalmente ci si è ricordati che in Italia c’è anche il circo”.
Fra i premiati anche il maestro Riccardo Muti, Bianca Berlinguer, Gianni Minà, Claudio Magris, Paola Cortellesi e Maurizio Scaparro, che ha anche preso la parola a nome degli artisti del teatro. Una grande giornata per il circo italiano che ottiene una così alta gratificazione dalla massima istituzione dello Stato. Di seguito l’articolo col quale questa mattina abbiamo annunciato l’assegnazione del Premio De Sica al presidente Palmiri.
Oggi alle 16.30 al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’ambito della Giornata dello spettacolo, consegna al presidente Egidio Palmiri (accompagnato da Ivana Gottani) il Premio Vittorio De Sica, che ha in Gian Luigi Rondi il suo autorevole presidente e ideatore.
I Premi Vittorio De Sica sono stati istituiti da Gian Luigi Rondi nel 1975, cioè un anno dopo la morte del grande regista, nell’ambito degli Incontri Internazionali del Cinema che aveva fondato e che dirigeva. Erano Incontri che, con gli auspici del Ministero dello Spettacolo e della Regione Campania, proponevano ogni anno la cinematografia di un Paese diverso, e su questo filone proseguirono a Sorrento e a Napoli fino al 1990, per proseguire poi nella formula attuale ed anzi divenendo sempre più apprezzati.
Come si legge nel regolamento, i Premi vengono assegnati nell’ambito dell’Accademia del Cinema Italiano, d’intesa con l’Associazione “Amici di Vittorio De Sica”, e consistono in una medaglia scolpita da Pericle Fazzini. Molte le personalità del cinema e delle altre arti, della cultura, delle scienze e della società che “per il complesso della loro carriera o per meriti rilevati nel corso dell’anno preso in esame” hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento. Fra questi gli attori Liv Ullmann, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Monica Bellucci, Alberto Sordi, Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Monica Vitti, sceneggiatori, registi come Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, scenografi. Per le arti il Premio è andato fra gli altri a Maurizio Scaparro e Giorgio Strehler (teatro), per la letteratura a Alberto Bevilacqua, per la scultura a Giò Pomodoro, e poi giornalisti come Lello Bersani (alla carriera) e Vincenzo Mollica, Carla Fracci per la danza, per la società a Sergio Zavoli, per la musica a Ennio Morricone e Andrea Bocelli, per la scienza a Umberto Veronesi, e tantissimi altri hanno avuto l’onore di essere chiamati a ritirare questo Premio. E’ la prima volta in assoluto che il Premio De Sica va ad un personaggio che esprime l’antica arte circense, che rappresenta la storia del circo italiano dell’ultimo mezzo secolo, e che ha saputo creare una eccellenza in ambito mondiale come l’Accademia d’Arte Circense, che proprio qualche giorno fa ha tagliato il nastro della nuova e definitiva sede. Ed in particolare è proprio per questa perla di assoluto valore che il presidente Palmiri viene premiato oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Fondata nel 1988 a Verona, nel quartiere invernale del circo Americano di Enis Togni, l’Accademia si è poi trasferita a Cesenatico, sulla riviera romagnola, nel 1990 (dove ad inaugurare i corsi arrivò l’allora ministro Tognoli) e li ha operato fino al 2003. Nel 2004 il ritorno a Verona.
A Palmiri sono legati anche la nascita e lo sviluppo dell’Ente Nazionale Circhi, soprattutto grazie alle relazioni che è riuscito ad instaurare e a mantenere con la classe politica: da Giulio Andreotti a diversi esponenti della Dc, dai ministri che si sono susseguiti al dicastero del turismo e dello spettacolo (Nicola Signorello, Lelio Lagorio, Gianni De Michelis, Giovanni Goria) ai presidenti del Consiglio.
A Bettino Craxi Palmiri regala una copia della Storia del Circo di Alessandro Cervellati e si intrattiene a parlare del circo con l’allora capo indiscusso dei socialisti italiani, e lo stesso fa con Papa Giovanni Paolo II, ed è celebre la foto che ritrae il Pontefice davanti a Palmiri mentre sfoglia il volume dedicato all’arte circense.
Non è la prima volta che Palmiri sale al Quirinale: è già accaduto con i presidenti Pertini e Cossiga (dal quale ha ricevuto il Premio “Italo Gemini” per lo spettacolo) e dunque quello di oggi sarà il terzo incontro con un capo dello Stato.
Figlia del “regno” Palmiri è anche la nascita della rivista di settore Circo (che vede la luce nel 1969 e che continua anche oggi e alla quale dal 2010 si è aggiunto il portale di informazione Circo.it), ma è soprattutto la scuola del circo il fiore all’occhiello della gloriosa tradizione circense italiana rappresentata da Palmiri. Due sono gli obiettivi che Palmiri si prefigge nel dar vita all’Accademia: assicurare una scolarizzazione ai giovani del circo e, di pari passo, il tramandarsi di un’arte che la sola forza delle famiglie tradizionali non avrebbe potuto garantire ai livelli di qualità e professionalità che invece l’Accademia ha saputo assicurare, grazie al modello del college nel quale gli allievi risiedono per dieci mesi l’anno e vengono formati da ex artisti di caratura internazionale (Larible, Nicolodi, Merzari, Bogino, Cardona, Togni, Jarz, solo per citarne alcuni).
Dal 1988 ad oggi l’Accademia ha diplomato decine e decine di giovani e diversi di questi sono diventati dei veri prodigi, conquistando a loro volta premi internazionali di primissimo livello, fra tutti i famosi Clown d’Oro al Festival di Montecarlo, oppure calcando i palcoscenici del Moulin Rouge o le piste di circhi come il BIg Apple Circus di New York e tanti altri.
A coadiuvare Palmiri nella conduzione dell’Accademia, tre figure che vanno ricordate: anzitutto la moglie Leda Bogino (fondamentale a fianco di Palmiri anche in esperienze artistiche come quella del “circo-rivista” e del “Palmiri-Benneweis”), a ragione considerata l’anima e la “mamma” dell’Accademia, non solo fino al 1996 (scompare il 15 aprile) ma anche come guida dal cielo. Poi la nipote Ivana Gottani, che si può dire abbia raccolto l’eredità della signora Leda curando soprattutto l’educazione e la formazione scolastica, oltreché l’organizzazione quotidiana della vita dei ragazzi. E infine Andrea Togni, che dal 2004 dirige con competenza e passione l’Accademia d’Arte Circense.
Egidio Palmiri è l’ultimo rappresentante di una dinastia che ha segnato il 900 non solo dal punto di vista dell’impresa circense, ma anche per la famosa realtà degli “acrobati folli”, che raccolse montagne di articoli di stampa e molte copertine, soprattutto quando il fratello maggiore di Egidio, Giovanni, di ritorno dalla grande guerra decise di “sdebitarsi” portando un mazzo di fiori alla Madonnina del Duomo di Milano, appeso per i piedi al trapezio che penzolava da un piccolo aeroplano bianco a 300 metri da terra.
Il Premio Vittorio De Sica va ad un uomo che non si è mai perso d’animo, seppure ben consapevole che “il pane del circo è un pane duro”, come disse Ercole Togni ai funerali di Giovanni Palmiri. Che ha sempre costruito il presente e il futuro del circo e che con l’Accademia d’Arte Circense lascia una traccia indelebile nella vita di giovani e meno giovani, di un intero settore e di una Italia che non sempre sa valorizzare le proprie eccellenze ma di cui è piena. Anche in un’arte antica come quella del circo.