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di Francesco Mocellin

Flavio Togni e Antonio Giarola, i due demiurghi dello spettacolo andato in scena a Verona (tutte le foto del servizio sono di Laura Santelli)
Flavio Togni e Antonio Giarola, i due demiurghi dello spettacolo andato in scena a Verona (tutte le foto del servizio sono di Laura Santelli)
Abbiamo avuto il piacere di assistere ad una delle poche repliche di White assieme ad amici ma anche esperti dell’arte circense di provata competenza. Mi riferisco ad Alessandro Serena, al presidente del Club du Cirque Christian Hamel con Martine, al responsabile del sito del Cadec Flavio Michi, tra gli altri. Per tutti si è trattata di un’esperienza che ha piacevolmente sorpreso e coinvolto, offrendo uno spettro felice di come l’arte della pista possa evolversi e porgersi nelle modalità più disparate al pubblico più variegato, dando un ulteriore chiaro segno della sua permanente vitalità.
Bruno, Ennio e Claudio in un passaggio di alta scuola
Bruno, Ennio e Claudio in un passaggio di alta scuola
Il progetto di White – Un viaggio nel colore dei nostri sogni nasce dall’incontro tra il talento multiforme di Antonio Giarola, regista di tutti i galà equestri di Fieracavalli, con quello della famiglia Togni e di Flavio in particolare. Il risultato è stato un riuscitissimo spettacolo equestre ma non solo: in un’atmosfera onirica e rarefatta ma mai impalpabile – basata sul colore bianco come concetto, un colore che è il prodotto di tutte le gradazioni dello spettro – abbiamo assistito ad una sorta di teatro equestre, come detto, ma ben strutturato sulle diverse discipline circensi perfettamente contestualizzate sullo sfondo della suggestiva Corte Molon, lungo l’Adige.
Flavio Togni
Flavio Togni
Quando si basa una produzione sulla falsariga dei principi della new age il rischio è sempre quello della scarsa consistenza. Nel caso di specie Antonio Giarola supera brillantemente il problema anche grazie al contributo creativo della famiglia Togni che ha messo sul piatto tutto il suo bagaglio di cultura professionale che ben conosciamo.
Fondamentale in White si è rivelato il sottofondo musicale – a dire il vero uno dei fattori propulsivi dello spettacolo – basato sul repertorio dell’artista austriaco Andreas Volleinweider, uno degli antesignani della musica new age, appunto. Ma perfettamente intonati si sono dimostrati anche gli apporti di Angelo Gallocchio, pregevole suonatore di “hang” (uno strumento musicale creato in Svizzera che si suona con la mano – hang, appunto, in dialetto bernese). Le sonorità di questo singolare strumento hanno fatto da contrappunto ai versi di Giarola declamati da Antonio Verlato: poesie brevi e dal tono sempre garbato e poco invasivo, come si conveniva al clima generale della produzione. D’altronde, il segreto dell’enterteinment è la leggerezza che però sa evitare la banalità.
Daniele Togni
Daniele Togni
Un ruolo chiave nella produzione di White lo ha giocato Daniele Togni, molto più che un semplice direttore tecnico ma uomo di circo e di spettacolo a tutto tondo, che sa spendere il suo sagace apporto stando dietro le quinte, coordinando le operazioni e dispensando suggerimenti di ogni genere con discrezione ed efficacia.
Non pretendiamo di descrivere in modo compiuto questa produzione ma ci limiteremo a sottolinearne i momenti qualificanti. Le star indiscusse sono state, manco a dirlo, Flavio e Cristina Togni. Il primo ha distillato il suo inconfondibile carisma con misura sia nel passo a due tra danzatrici avvolte nei tessuti proprio insieme alla cugina, poi in un prezioso assolo di alta scuola per finire col lavoro alle redini lunghe svolto senza alcuna forzatura.
Cristina Togni
Cristina Togni
Cristina, per contro, ha innervato tutto lo spettacolo con la sua presenza: in apertura con l’assolo di uno stallone nudo, in un passo a due con Flavio – come detto – ma soprattutto presentando due versioni della sua “libertà” con sei esemplari arabi. Il valore di Cristina Togni non si scopre certo oggi ma grazie a White l’abbiamo vista all’opera in questa disciplina in tutte le sfumature del suo talento: grande feeling con gli animali, stile di addestramento moderno, magnetismo non forzato verso il pubblico. Insieme a Flavio costituisce senz’altro un’accoppiata senza eguali del panorama equestre, circense e non solo.
Bruno Togni, giocoliere di classe
Bruno Togni, giocoliere di classe
Nessuno dei giovani Togni è mancato all’appello: Bruno in costante crescita nella giocoleria e nell’elegante trio d’alta scuola coi cugini Ennio e Claudio;
Adriana
Adriana
Adriana sempre più matura al palo cinese ed in altre apparizioni; Ilaria ben valorizzata alla rete aerea; Christopher di grande presenza con le verticali.
Ospiti di riguardo – al di là della famiglia Togni – l’eccellente mano a mano del Duo Falco, l’efficace cantante Mario Francesco Giarola e la deliziosa Rosana Bembon arrivata dall’Olanda via Monte Carlo, dove risiede con la famiglia, per cimentarsi nel dressage di un pony alle prese con gli impegnativi salti dentro e fuori i cerchi.
Ilaria
Ilaria
Christopher
Christopher
Elena Grossule ha curato le coreografie ed i quadri di danza in cui si è distinta anche personalmente oltre ad i solisti Salvatore Piras ed Annarita Stile mentre preziosa aiuto regista è stata Letizia Giarola. Come accennato, si è trattata di una graziosa sorpresa di mezza estate che potrebbe – e dovrebbe – produrre sviluppi futuri sia nel circuito circense propriamente detto che in quello delle rassegne estive. L’arte circense autentica, in fondo, non conosce confini di collocazione.

La recensione compare sulla rivista Circo agosto-settembre 2014