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Viviana Rossi: “New Generation sarà il mio battesimo da artista”

Viviana Rossi al saggio finale dell'Accademia
Viviana Rossi ha lasciato l’Accademia d’Arte Circense di Verona la scorsa estate. Si è messa alle spalle il freddo e nebbioso Veneto per tornare nella caliente Spagna dove la famiglia da alcuni decenni gestisce con successo e per 365 giorni l’anno il Circo Italiano. Da lì era partita tre anni prima, poco dopo le feste di Natale, decisa ad imprimere una svolta alla sua vita di ragazzina cresciuta nel circo ma fino a quel momento senza troppo entusiasmo per la pista di segatura. Salutò papà Enis e mamma Gloria per frequentare l’Accademia, seguendo le orme del fratello Kevin, senza contare che anche due cuginetti sono passati dalla scuola del circo fondata da Egidio Palmiri nel 1988, Richard e Alejandro Rossi. Ha bruciato le tappe Viviana Rossi e oggi ha davanti a sé il suo primo traguardo importante: a febbraio ci metterà anima e corpo per dare il meglio al festival New Generation che dal 2012 accende i riflettori a Montecarlo. Rappresenterà l’Accademia d’Arte Circense e i colori dell’Italia in mezzo a giovani e agguerrite promesse. Vale la pena elencarle tutte perché ogni nome, al pare di quello di Viviana, è una storia, ed ha davanti a sé sogni e attese.
Dal 3 al 5 febbraio prossimi, saranno questi gli artisti in gara: Equipe Monaco Sports, acrobati e ginnasti (Monaco); René Casselly Junior, elefanti (Germania); giovani delle famiglie Casselly e Berdino, alta scuola su elefanti e cavalli (Germania/Danimarca); Mary-Lu Casselly e Berdino junior, pattini a rotelle (Germania/ Danimarca); Alexandra Probst, 21 poneys e piccoli animali diversi (Germania); Goncharov e Goncharov junior, leoni (Russia); Ashton Brothers, cascatori eccentrici/filo molle (Australia); Troupe acrobatica nazionale di Pechino, equilibristi (Cina); André Stykan, equilibrista (Replubblica Ceca); Sharon Berousek, giocoliera (Repubblica Ceca); Pranay Werner, diabolo; (Germania) Duo Istomini, equilibristi (Russia); Géraldine Philadelphia, hula-hoop (Germania); Rafael Scholten, illusionista (Olanda); Victor Rossi, Monsieur Loyal e riprese comiche (Francia); Viviana Rossi, fantasia aerea (Accademia d’Arte Circense di Verona, Italia); Valery e Julia, mano a mano (Ucraina); Cirque théâtre Bingo, trapezino (Ucraina); Conelli Boys, acrobati (Svizzera), New Generation Band; Baptiste Raffy, Mini-Monsieur Loyal.
In giuria, purtroppo, nemmeno un italiano: Gregory Knie (Svizzera); Yury Nikulin (Russia); Patricia Hotzinger (Francia); Alain André (Francia); Petit Gougou (Francia), Irina Herman (Ucraina).
Raggiungiamo Viviana al telefono a Barcellona, subito dopo la pausa della scuola. Proprio così, non perde tempo questa dolce e tenace ragazza che lavora sodo per raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Frequenta il primo anno della scuola superiore e poi brucia tutto il pomeriggio nelle prove. Si esibisce già nel circo di famiglia e in più in queste settimane deve preparare al meglio l’esibizione di Montecarlo.
Perché hai voluto frequentare l’Accademia di Verona?
Mio fratello Kevin e i miei due cugini avevano deciso di andare all’Accademia e così mio padre disse: “Vediamo come si trovano loro, se saranno soddisfatti potrai andarci anche tu”. E così avvenne.
Che bilancio puoi trarre da questa esperienza: ti è stato utile frequentare l’Accademia?
Mi è stato molto utile da diversi punti di vista…
Avevi già delle basi quando sei arrivata sotto allo chapiteau di via Francia a Verona?
Ero stata cinque anni ferma e poi i miei genitori mi avevano iscritto a ginnastica artistica in Spagna, dove ho svolto anche delle competizioni ma poi mi sono stufata e ho deciso di tornare al circo….
Viviana Rossi (foto da payasoenrico.com)

Non ti piaceva più quel tipo di impegno?
Era troppo difficile, moltissimo allenamento, ed io ero troppo piccola ….
Cosa ti ha convinta a partire per Verona?
Mio fratello me ne parlava molto bene, mi diceva che c’erano bravi istruttori e che si imparava molto.
Che cosa ti è servito di più ai fini dell’apprendimento in Accademia: gli insegnanti, le tante ore di prove, il clima raccolto…
Un po’ tutto questo insieme. Inoltre i primi due anni a Verona andavo anche a scuola mentre il terzo anno studiavo dall’Accademia e così potevo allenarmi sotto il tendone due ore al mattino e quattro al pomeriggio. Ho iniziato anche a provare le verticali ma la mia passione sono le cinghie. E’ un esercizio che faccio quasi spontaneamente, me lo sento fatto apposta per me.
Quindi continuerai a fare le cinghie anche in fututo?
Penso proprio di sì. A dire la verità all’Academia non ero andata con l’intenzione di fare le cinghie ma il cerchio e le verticali. Il direttore Andrea Togni una delle prime volte mi ha detto: “Attaccati al cerchio e fammi vedere cosa sai fare”. Dopo avermi visto in azione ha usato questa espressione, lo ricordo ancora molto bene: “Il cerchio è piccolo per te, tu hai troppa forza per fare questo numero, credo che l’ideale per te sarebbero i tessuti o le cinghie”. I tessuti li vedevo come un numero molto semplice e allora ho deciso per una cosa più difficile come le cinghie.
Viviana già al lavoro nel suo circo di famiglia in Spagna (foto da payasoenrico.com)
E’ stato amore a prima cinghia?
No. All’inizio non mi piacevano per niente perché mi provocavano dolore e calli aperti, invece poi hanno cominciato a piacermi e adesso so che non cambierò numero.
Dalla scorsa estate sei tornata nel tuo circo, ti esibisci già col tuo numero alle cinghie?
Certo, ho già messo a frutto quello che ho appreso all’Accademia, ho solo cambiato qualcosa, anche per potenziarlo in vista di Montecarlo.
A proposito, non ti chiediamo di scoprire le carte, ma puoi darci un assaggio di quello che presenterai al festival monegasco?
Qualcosa di molto energico, una musica abbastanza forte e un costume stile guerriera.
Sei contenta di essere stata scelta per New Generation?
Si, moltissimo, ma provando nel mio circo mi è capitato un piccolo incidente ai tendini del braccio. Inizialmente mi ero un po’ preoccupata, ma il fisioterapista mi ha rimessa a nuovo in una settimana e adesso sto bene e provo con la nuova musica e con tutti i trucchi nuovi.
Ti emoziona questo tuo primo appuntamento nel quale sarai sotto i riflettori?
Parecchio, e sono anche molto nervosa…, è il mio primo festival ed è quello di Montecarlo.
Con chi ci andrai?
Penso che mi accompagneranno i miei genitori.
Il circo della tua famiglia per le feste di Natale si trova a Barcellona, poi di nuovo in partenza per un’altra piazza: non vi fermate mai durante l’anno?
No, lavoriamo tutto l’anno, non ci fermiamo mai.
Qual è il tuo ideale di circo?
Il circo che mi piace è quello dei grandi festival, come Montecarlo, non mi piacciono i piccoli circhi familiari con cinque o sei artisti in tutto, e poi amo gli spettacoli che presentano una storia.
Viviana Rossi (foto da payasoenrico.com)
Come quello del Circo Italiano che ha scelto di portare in pista “la vera storia di Pinocchio”?
Si.
Cosa ti aspetti da Montecarlo?
Il mio sogno, come penso quello di tutti, è vincere qualcosa, ma non voglio andarci con questa aspettativa perché se poi non dovessi vincere niente finirei per demoralizzarmi.
E quindi?
Ci andrò per divertirmi e per farmi vedere, spero di piacere al pubblico e ai direttori. Mi piacerebbe che dicessero: “Che bel numero quella ragazza”. E che i direttori di circhi potessero restare colpiti e magari scritturarmi.
Dunque vorresti fare anche esperienze nuove al di fuori del circo della tua famiglia.
Sì. Come al circo di famiglia non si sta da nessuna parte, però so che se rimarrò qua non avrò un futuro, mentre io voglio averlo. Se mi sono impegnata la massimo per tre anni all’Accademia non è stato per qualcosa di minore ma per qualcosa di grande.
E dove ti piacerebbe lavorare, intendo in quale circo internazionale.
Mi sono sempre piaciuti Knie, Krone, Bouglione.
E in Italia?
Mi piacciono i circhi grandi come Moira Orfei, Medrano…
Ma non ti viene mai voglia di mollare, di sceglierti un lavoro più “normale”?
Le mie giornate sono molto piene, anche adesso la mattina studio e il pomeriggio provo. Se anche mi viene voglia di uscire ci penso due volte se smettere di provare. Non è semplice ma non mi pesa per niente perché mi piace molto quello che faccio al circo. Anzi, in certe giornate in cui mi sento giù, mi sfogo con le prove.
Claudio Monti