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Verso l’Assemblea ENC. Ci aspettano settimane di mobilitazioni e di lotta

Il 26 marzo, con inizio alle ore 10.30, si tiene l’assemblea generale dell’Ente Nazionale Circhi presso la sede nazionale dell’Agis. In questa intervista il presidente Buccioni traccia alcune linee di lavoro ed apre prospettive che saranno dettagliatamente presentate e discusse in quella sede.

Presidente, qual è la situazione complessiva del settore alla vigilia dell’Assemblea generale dell’Ente Nazionale Circhi?
Siamo reduci e continuiamo a vivere un Annus Horribilis. Il primo pensiero purtroppo va ai tanti amici ed esponenti del Circo che ci hanno lasciato nell’ultimo periodo. Troppi per quantità e in alcuni casi impensabili e inauditi sia per la giovane età quanto per le circostanze che ne hanno determinato la dipartita precoce. A questo si aggiunga, dal punto di vista del panorama esterno, la crisi generale del Paese che, a mio avviso, è molto lungi dall’avere imboccato una strada di risalita e, per quanto attiene al nostro settore, una riforma della normativa complessiva in materia di erogazione di contributi del Fus, sulla quale ci appaiono legittimi dei colossali interrogativi. Infine l’offensiva dell’animalismo, tornata violenta e in larga parte parte gratuita. La lobby animalista ha gettato definitivamente la maschera mostrando in tutta la sua negatività la sua natura di professione, piuttosto che di vocazione, e di odio piuttosto che di contributo costruttivo di idee e prassi.

Il presidente Antonio Buccioni (foto Flavio Michi)
Il presidente Antonio Buccioni (foto Flavio Michi)
Come giudica invece la situazione interna alla Categoria?
Anche all’interno il bilancio è ampiamente amaro per chi come me, nel rispetto delle autonomie delle aziende, aveva da una parte denunciato, ad esempio in merito al filone dell’orrore, la potenziale inflazione del prodotto, che in alcuni casi non ha concretato degli spettacoli all’altezza, e dall’altra parte richiamato energicamente l’attenzione sull’uso improprio e non corretto del nome Orfei, sulla cui tematica non si sono registrati significativi miglioramenti ma, soprattutto, bisogna prendere doverosamente atto che nell’arco di un anno non si è riusciti a concretare la imprescindibile riunione di famiglia, nei confronti della quale l’Associazione aveva da subito garantito attenzione, plauso e assistenza organizzativa e logistica.
Le note liete, anche di carattere innovativo, riguardano le iniziative giudiziarie di tutela dei diritti della Categoria e da questo punto di vista anche l’ultimo campionato ci ha visto vincere senza esclusione di colpi tutte le battaglie intraprese presso i Tar (da ultimo Bologna, Modena, Brindisi), prendere posizioni nette e inequivocabili nei confronti della indecente iniziativa dell’Expo 2015 di Milano e, a livello di querele, nei confronti della Lav, i cui sviluppi saranno oggetto di attenzione e riflessione nelle prossime settimane.

Che quadro auspica possa uscire dalla Assemblea del 26 marzo?
Sto definendo l’architettura di una proposta che almeno da parte dell’Enc, cioè del proponente, consolidi anche a livello di rappresentatività istituzionale una grande apertura e una grande volontà di partecipazione dei reali protagonsti della vita del circo: le aziende e i direttori. La proposta che sarà portata all’attenzione dell’Assemblea sostanzialmente contempla tre livelli di governo complessivo dell’associazione, ma più in generale del mondo del circo, ovvero una più marcata differenziazione anche per le competenze del Comitato di Presidenza e del Consiglio Direttivo.
Il primo ritengo debba assumere i connotati di una sorta di camera alta, di Senato, un organo dal limitato numero di componenti, portatori di una grandissima esperienza di vita professionale e sindacale, che possa supportare il presidente nella predisposizione delle strategie complessive.
Il Consiglio Direttivo dovrebbe assumere, anche generazionalmente, i connotati di un organismo di lotta quotidiana, anche considerando quel che accade al nostro esterno, a partire da un presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, che non supera i 40 anni e passando per i numerosi componenti del suo governo abbondantemente sotto questa soglia. Quindi un organismo dinamico di lotta quotidiana, di finestra sui problemi che ogni giorno la Categoria deve affrontare, capace di realizzare in tempi molto veloci iniziative efficaci.
Infine il terzo livello, la Conferenza dei Direttori, aperta in circostanze e occasioni eccezionali anche a titolari di complessi al momento non iscritti all’Enc ma capaci di riunirsi attorno al tavolo per lenire e limitare per quanto possibile le emergenze che si presentano, soprattutto in materia di conflittualità sulle piazze e di uso improprio dei nomi delle ditte, che una Categoria che oggi avrebbe una strepitosa esigenza di compattezza non può permettersi di regalare ai troppi nemici che ormai ne compromettono un’esistenza serena e dignitosa.
I reiterati successi, per non parlare di trionfi, dei nostri artisti sulle ribalte internazionali più importanti e l’ottimo stato dell’export delle strutture specifiche per l’allestimento dei complessi circensi, che aziende italiane costruiscono, sono da ultimo un viatico per non annientare le speranze di un futuro migliore e più consono alla tradizione e alla fondamentale bontà e pulizia che questo mondo conserva pressoché intatta ed esemplare.