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Piazza dei Mercanti a Milano
L’estate sta finendo, come dice la nota canzone e – soprattutto – come annuncia la pioggia di settembre. Ma io alla stagione più calda dell’anno ho strappato una minuscola scheggia di circo che nessun variare di clima mi può togliere più. La data precisa è mercoledi 8 agosto 2012, ore 16,15. Il luogo è la storica Piazza dei Mercanti, a un passo dal Duomo. Le panchine di pietra, che odorano a loro volta di tempi a noi lontani, sono occupate da famiglie di varie nazionalità. Ma una è teatro di rappresentazione, anche se il passante frettoloso rischia di non avvedersene. Una giovane donna bionda, sicuramente straniera, fa giocoleria con l’ausilio di 6 cerchi. Si siede, si alza, impone le variazioni necessarie agli attrezzi perchè rubino il primo piano a quegli scenari di vecchia Milano che tutti noi milanesi impariamo a conoscere da bambini. Io sono uno di quegli antichi bambini e sono grato alla giovane donna bionda per l’insolita restituzione di lontane età. Le pietre sono partecipi del gioco, anche se temo che non tutte le persone lì sedute siano consapevoli del sortilegio che si produce. La famiglia seduta a mezzo metro da quella della giocoliera guarda con manifesto stupore. Altri mettono qualcosa nel cappello ma con una certa frettolosità. Altri non fanno neppure quello. Ma la giovane donna bionda non perde il suo tempo a guardarsi attorno. Il tempo se lo è ritagliato da giocoliera professionista, bene attenta ai suoi ritmi perchè gli errori siano ridotti a quel minimo che è inevitabile. Il Duomo è a un passo, ripeto.
Una giovane giocoliera in un altro luogo della città, la stazione centrale, in occasione del Milano Clown Festival
Ma nel breve spazio della giocoliera ci sono solo lei, i suoi cerchi, la sua arte che ne consente il controllo mentre volteggiano. Non c’è palcoscenico e non c’è pista di segatura. C’è solo un luogo di passaggio. Ma il millenario gioco di far volare le cose in aria non per necessità ma per il puro gusto di mandarle fin lì ha un nome e cognome preciso e si chiama arte circense. Arte dai mille volti e capace, più di ogni altra, di proporsi con la sua implacabilità inventiva anche in mezzo a gente che va e viene e pensa a tuttaltro. Sono molto grato a quella giocoliera. Non so quanto abbia raccolto, nel suo cappello, in quella giornata di sole su Piazza Duomo. Preferisco non saperlo. Perchè, per quanto mi riguarda, quei pochi minuti che mi ha regalato nel cuore della mia città valgono più di qualsiasi prezzo.
Ruggero Leonardi