di Francesco Mocellin
Sono l’entusiasmo e la passione gli stati d’animo che si percepiscono immediatamente scambiando alcune idee con Perla Bortolussi. Entusiasmo e passione per una professione scelta e fortemente voluta nonostante le difficoltà intrinseche all’addestramento degli animali al tempo di oggi. Si possono cogliere i tratti del dressage contemporaneo nel suo approccio alla disciplina in cui si cimenta, ovvero quello della centralità del benessere degli animali e l’individuazione delle attitudini naturali di ciascun esemplare piuttosto che non la forzatura del carattere.
Perla nasce ad Ostia nel 1981 mentre i genitori sono in forza al Circo di Nando Orfei, il padre come capo autista la madre come generica in pista. Ma sin da bambina la piccola Bortolussi manifesta la sua debolezza verso gli animali che sono al seguito del complesso, in particolare per i cavalli nelle cui scuderie trascorre ore e dove la madre sa sempre dove trovarla quando sparisce.
La passione per i nobili quadrupedi non ha mai abbandonato Perla che in mezzo a loro ancor oggi si sente davvero appagata e felice tanto da sentire un vero e proprio bisogno della loro presenza.
I genitori non possono restare indifferenti a tale entusiasmo e decidono di assecondarlo inviando la figlia nei centri ippici ogni volta che è possibile sin dall’età di cinque anni. Grazie a questa frequentazione costante con l’ambiente equestre Perla a soli diciotto anni prova ad addestrare un cavallo da sola con risultati sorprendenti, segno di un feeling naturale tra lei e questi animali così complessi da affrontare. Infatti, Flavio Togni ama ricordare le parole dello zio Bruno quando sottolineava che se si sa addestrare un cavallo si può provare con tutti gli altri tipi di animali.
Nel 2001 Perla ha l’occasione di lavorare con Yasmine Smart al Circo Roncalli, circo dove la Bortolussi rimane fino al 2003. La Smart è una vera star della pista e Perla ammette di aver appreso molti segreti da lei considerata non solo una grande professionista ma un vero mito. I principi fondamentali trasmessi dall’artista inglese sono quelli della pazienza e del rispetto perché non si deve mai pretendere dall’animale ma assecondarne la natura.
Dopo questa fase, Perla Bortolussi inizia a camminare da sola decidendo di imboccare la strada del dressage al naturale, ovvero senza redini, sella e speroni ottenendo brillanti risultati, metodo che segue tutt’ora.
Ma a Perla piace affrontare sempre nuove sfide e, nonostante le soddisfazioni che ottiene lavorando coi cavalli, continua ad avere un sogno nel cassetto, quello dell’addestramento dei grandi felini. Grazie a Roberto Caroli – che considera il suo grande maestro in questo campo – riesce a realizzarlo: dopo un periodo di apprendimento dei rudimenti della disciplina ha l’occasione di presentare un gruppo di cinque giovani leoni. Anche in questo campo applica i principi del rispetto e della comprensione degli animali con cui si lavora gestendo i momenti di difficoltà. Dopo questa prima esperienza la Bortolussi acquista il materiale necessario, ottiene le autorizzazioni necessarie e inizia ad allevare ed addestrare un gruppo di leoni tutti suoi.
In questa nuova esperienza mette tutto il suo entusiasmo e tutta la sua passione godendo appieno di ogni piccolo progresso, trascorrendo le giornate coi suoi animali in un clima di vera
condivisione.
Per il suo primo numero di belve si è isperata all’antica Roma scegliendo il look da gladiatrice. Va detto che Perla non nasconde la sua grande ammirazione per Gilda Vulcanelli (“Gilda dei leoni”) che da piccola le ha ispirato molte immagini della guerriera tra i leoni.
Perla non segue un modello unico ma raccoglie i consigli di tutti i colleghi più esperti, come ha fatto coi cavalli, addestrando “con il cuore più che con la tecnica”, come dice lei stessa.
Tra le tappe della sua carriera ricordiamo il Circo Roncalli, il Golden Circus, la trasmissione “Circo Massimo” – dove si è cimentata sia con i cavalli che con le tigri di Redi Montico.
Prima di chiudere la nostra conversazione, Perla si sofferma sull’importanza della sua famiglia che continua a svolgere un ruolo fondamentale nel suo percorso umano: nonostante le distanze continua ad essere viziata come la più piccola rispetto ai quattro fratelli. Non può mancare un accenno alla questione dell’animalismo nella quale, secondo l’addestratrice, gioca un ruolo fondamentale l’informazione. Molti equivoci su cui gli attivisti più estremi giocano si fondano proprio sulla mancanza di cognizioni della realtà effettiva delle cose. Se si riesce ad informare adeguatamente si possono ottenere risultati sorprendenti anche nei casi più insospettati. Se si riesce a far cambiare opinione anche ad un solo animalista su cento siamo già in presenza di una grande vittoria. Perla Bortolussi è convinta che si debba far percepire il rispetto e l’amore per gli animali che la gente del circo nutre realmente. Perla chiude con una frase emblematica: “L’importante per me è divertirmi e far divertire i miei animali, perché la mia felicità dipende dalla loro. E finora mi reputo felicissima”.
Il servizio su Perla Bortolussi compare sulla rivista Circo giugno 2014.