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«Una pagina strappata nel grande libro del Circo»: parla Urs Pilz

L’impatto della pandemia sul circo a livello mondiale, le ragioni della rinuncia al Festival di Monte Carlo del 2021 e le ripercussioni di questa decisione sul settore, le battaglie condotte nei confronti dei governi per il riconoscimento dell’arte della pista ad ottenere ristori. Anticipiamo una sintesi dei contenuti della lunga intervista che il direttore artistico del Festival di circo più importante sulla scena internazionale e anche leader di Eca e Fmc, ha concesso ad Alessandro Serena e che uscirà a giorni sul periodico dell’Ente Nazionale Circhi. Mentre attendiamo di metterci davanti al televisore per assistere alla prima delle due serate (l’altra il 31 dicembre) dedicate da Rai3 al Festival di Monte Carlo numero 44.

E’ una tradizione. Durante le festività natalizie la Rai trasmette il Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, e il pubblico televisivo apprezza. Questa sera e il 31 dicembre sul piccolo schermo passa l’evento realizzato lo scorso gennaio, la 44° edizione. Nella prima serata sulla pista dello chapiteau di Fontvieille, come anticipa la terza rete Rai, si potranno ammirare «la performance alla barra russa, ispirata allo stile dei ruggenti anni Venti, del trio Dandy’s; il doppio trapezio volante dei Flying Tuniziani, che tenteranno un quadruplo salto mortale; l’incantevole numero di giocoleria di Françoise Rochais, una delle poche donne ad aver raggiunto l’eccellenza in una disciplina solitamente appannaggio degli uomini; le esibizioni di acrobazia, musica, danza, dei Bingo Circo Teatro; i salti alla corda della Troupe Acrobatica Di Shandong; la performance di Alexander Batuev, uno dei migliori contorsionisti del momento; il numero di rara potenza dei Five Boys, tra breakdance, acrobazie ai pali cinesi e mano a mano; i virtuosissimi alla bascula dei 12 artisti mongoli della Troupe Zola. Fil rouge dello show, come da tradizione, la clownerie, affidata in questa serata ai surreali interventi del belga Elastic». Bellezza, abilità, poesia, stile … allo stato puro.

Purtroppo non si terrà, invece, l’edizione numero 45, quanto meno nel momento in cui era stata programmata. La pandemia ha costretto il Comitato organizzatore, sotto la Presidenza di S.A.S. Principessa Stéphanie, a decidere, anche in accordo col governo di Monaco, per il rinvio del Festival (compreso ovviamente New Generation) al gennaio 2022. Impossibile, considerata l’attuale virulenza del virus, il numero dei contagi e dei morti, tenere il più grande evento circense del mondo, con più di 200 artisti provenienti da oltre 20 paesi e un pubblico internazionale che accorre per assistere alla magia di numeri unici.
Ma per la prima volta dopo la sofferta decisione di “saltare” un Festival, Alessandro Serena per la rivista Circo ha intervistato Urs Pilz e le sue parole colorano di significati molto profondi lo sforzo di decifrare l’onda d’urto del Covid sul Festival e più in generale sul circo mondiale. Nel numero invernale a brevissimo in distribuzione, tutto dedicato all’impatto del virus sul settore del circo, Pilz spiega che «il 2020 sarà ricordato come una pagina strappata nel grande libro della storia del circo». Ma apre anche ad una visione di speranza e di ottimismo perché, aggiunge, «si tratta di un grande romanzo nel pieno del suo svolgimento e dobbiamo continuare a scriverlo tutti insieme».

Urs Pilz è un punto di riferimento nel circo mondiale. Direttore artistico del Festival Internazionale di Monte Carlo, ma anche presidente della Fédération Mondial du Cirque e della European Circus Association, e in veste di leader delle organizzazioni che si battono da tempo per la salvaguardia e la crescita del circo di tradizione in ogni continente, nel corso dell’intervista si sofferma su quanto è stato fatto e sulle risposte dei governi: «Questo momento tragico ci ha fatto capire ancora di più quanto è importante che il circo sia riconosciuto come patrimonio culturale delle varie nazioni. Mi spiego: fra le varie reazioni al Covid-19, molti paesi hanno istituito programmi per sostenere le loro economie e aiutare i loro cittadini. Ma sfortunatamente la maggior parte di questi programmi non menzionava i circhi o rendeva difficile partecipare ai ristori. Noi dell’European Circus Association, con il nostro team diretto da Helmut Grosschurt, ci siamo battuti e ci battiamo al fianco delle organizzazioni nazionali, per l’inclusione dei circhi in questi programmi. Non dovremmo dimenticarcelo quando tutto sarà finito e dovremo insistere per far sì che le imprese circensi siano accettate, una volta per tutte, nel tessuto sociale ed economico delle proprie nazioni».

Sul versante italiano, Pilz sottolinea «l’azione dell’Ente Nazionale Circhi» sia nei confronti delle istituzioni che del sostegno alla categoria. Non manca di far notare il caso Russia, con i cospicui stanziamenti a favore del Rosgostsirk da parte del presidente Putin, e commenta: «Un’ulteriore conferma, non mi stancherò di ripeterlo, di quanto sia importante che il circo sia ben inserito nelle attività culturali e produttive di ogni paese».
Davvero significativo il giudizio che Pilz formula sul Festival “rimandato” al 2022: «La decisione era quasi inevitabile. La rassegna monegasca si colloca a pieno titolo fra le manifestazioni più importanti del mondo. Nel suo campo è alla pari delle Olimpiadi o dei campionati europei di calcio, ma anche dei grandi eventi legati allo spettacolo dal vivo come il Fringe di Edimburgo o il Festival di Avignone. Per non parlare di grandi manifestazioni popolari in grado di attirare milioni di visitatori da tutto il mondo come l’Oktoberfest di Monaco di Baviera. Tutti eventi che sono stati costretti a saltare un’annata.
Le complessità di un evento con centinaia di artisti da tutto il mondo e con decine di migliaia di spettatori anch’essi provenienti da molte nazioni ne ha reso di fatto impossibile l’organizzazione.
Alcune rassegne hanno invece scelto di trasferirsi online per non saltare un anno. Mentre ad esempio il Festival di Latina ha realizzato una versione “solo italiana” mostrando un buon esempio di resilienza».
Non solo. Pilz definisce di «impatto di portata incalcolabile» la mancanza del Festival per il settore del circo, perchè «a Monte Carlo, è noto, si decidono in qualche modo le sorti del settore. Oltre a segnalare le tendenze più in voga, le estetiche nuove e il consolidamento di quelle già esistenti, sono messi sotto i riflettori nuovi giovani prodigi dotati di grande tecnica e si può assistere al ritorno di alcuni mostri sacri. A Monte Carlo si disegnano di fatto le strutture degli spettacoli dei maggiori circhi europei degli anni a venire, perché i proprietari aspettano la conferma di un buon passaggio a Monte Carlo per decidere le scritture più importanti. Questo accade in particolare con artisti che provengono da altri continenti, ma funziona in generale per molti».
Nella storia del Festival di Montecarlo ci sono state altre “interruzioni”, ricorda Pilz, sempre dettate da circostanze tragiche, eventi naturali, guerre. «Questi nefasti precedenti hanno se non altro dimostrato che il Festival ha saputo tornare più forte di prima e di certo è quello che succederà anche stavolta».
Intanto, questa sera e il 31 dicembre, tutti davanti al televisore, alle ore 21.20 su Rai3, per “incamerare” e gustare un Festival che vale doppio.