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In un periodo di profonda crisi economica, l’azzardo è stato davvero grosso. Già di per sé, non è semplice, infatti, mettere assieme, sulle spalle della stessa azienda, due compagnie e due cittadelle viaggianti complete e costose. A maggior ragione durante quella che rappresenta una delle più catastrofiche crisi economiche della Terra.

Vinicio Canestrelli
Eppure Davide e Vinicio Canestrelli, titolari del circo Lidia Togni, sembrano essere stati capaci, almeno finora, di ottenere gratificazioni dal loro notevole sforzo economico ed organizzativo. Ed anzi, le unità a Natale diventeranno addirittura tre con la discesa in campo anche del circo sul ghiaccio. Artisti di elevato spessore e di notevole fama nell’unità imbarcatasi a Palermo, dopo le tappe di Canicattì (AG) e Vittoria (RG), per portare in Tunisia, in una tournee che durerà fino a settembre, uno spettacolo contraddistinto da numeri importanti: la famiglia Faltiny, i Dambrney, il clown bulgaro Koichev e gli spericolati Martinez. Tante novità, invece, e tutte sudamericane, nella seconda unità del circo Lidia Togni, quella che ha lasciato la Sicilia per risalire lo stivale a cominciare da Gioia Tauro e che attualmente si trova a Catanzaro Lido. Artisti poco noti alle platee europee ma certamente capaci, dopo il necessario periodo di affiatamento, di raggiungere gli elevati standard che, da sempre, contraddistinguono gli spettacoli prodotti dalla famiglia Togni Canestrelli.
Intanto, con parecchi intoppi anche logistici (le attrezzature degli artisti sono arrivate all’aeroporto di Milano piuttosto che a Palermo!), il rodaggio del nuovo spettacolo è avvenuto a Partinico all’interno del rispolverato chapiteau, un ovale di 40 metri per 34, di colore avorio e rosso. Subito si colgono le caratteristiche del popolo sudamericano: freschezza, spericolatezza, ritmi, sorrisi ed anche giovane età degli artisti provenienti da Guatemala, Cile, Messico e Perù. Dopo l’overture del corpo di ballo, è la ruota della morte dei Los Latinos ad aprire lo spettacolo. Nel vortice aereo, due buoni acrobati che, più avanti nello show, si cimenteranno in attrazioni molto interessanti.
I clown Milla
Spazio quindi ai clown Milla, due degli otto componenti della famiglia cilena ingaggiati per la nuova unità del circo Lidia Togni. Per loro tanta simpatia e capacità di coinvolgere, anche in pista, il pubblico giovane ed i bambini.
Dopo la verve dei due pagliacci, tocca al famoso numero di Vinicio Togni Canestrelli che comprende la poste su sei cavalli neri e poi l’alta scuola di equitazione, alle redini lunghe, con un meraviglioso cavallo bianco. Il direttore del circo ripercorre, con questa attrazione, la tradizione della famiglia Togni. Ecco che il testimone passa di nuovo ai clown, con l’entrata del giornale, prima di lasciare la pista ad una giovane artista della famiglia Milla. Eugenia presenta un ottimo numero al filo basso: passeggiata con piedi dietro al cerchio d’acciaio, spaccata, distensione supina sul filo, balzi, camminata sulle ginocchia. Ancora animali, quindi, con l’elefantessa India che, guidata dal gentlemen Vinicio, balla assieme ad alcune danzatrici prima di allungarsi, seduta, per terra, e di impegnarsi nel passo della morte, un momento di grande suspence: il pachiderma passa su di un tappeto umano composto da tre ragazze. India ritorna dietro le quinte ed arriva un sostenuto aereo ai tessuti, forse il numero tecnicamente più interessante del primo tempo. A proporlo i fratelli messicani Carlos Brian e Carla Martinez. Un’attrazione ben coreografata con i due acrobati che volano elegantemente e plasticamente aggrappati, ciascuno al suo tessuto. Poi lui si arrampica in alto e riesce a tenere lei, distesa, soltanto con la forza dei piedi. Ma non finisce qui perché i due artisti cambiano poi ruolo con Carla che, facendo la spaccata, sostenuta al cinto dai tessuti, tiene per le braccia Carlos Brian che si distende affidandosi totalmente alla forza della sorella.
Il primo tempo si chiude con un’autentica particolarità: una troupe di volanti composta, esclusivamente, da agili donne e da un solo uomo, il porteur. Si tratta della famiglia Milla che impiega, in quella che è una delle discipline più spettacolari dei circo, quattro giovani ragazze. Dopo i primi passaggi di riscaldamento, le sudamericane incrementano le difficoltà del loro numero: doppio salto mortale, passaggio bendato, piroetta al rientro, doppio passaggio. Un’attrazione interessante, spumeggiante e avvenente anche per la grazie dei corpi femminili e per la giovane freschezza delle protagoniste.
Dopo l’intervallo, come di consueto, lo spettacolo riprende con la gabbia: cinque grossi esemplari di tigre del Bengala mandati da Juan Carlos Bresciani Ruiz, padre di origini italiane e madre guatemalteca. La presenza dell’addestratore, in gabbia, è alquanto forte e basata sul suo granitico fisico; dinamica e coinvolgente la sua conduzione. Il numero, costruito da Redi Montico ed affidato a Bresciani Ruiz, si basa sul confronto uomo-grande felino, su due piani: potenza e dinamicità. Il tutto sembra raccogliere interesse ed applausi da parte del pubblico.
Si smonta la gabbia e sono i clown Milla ad intrattenere gli spettatori con la ripresa del lancio dei palloni. Tocca, adesso, al secondo numero aereo. A presentarlo Giovanni Sanchez, acrobata del Perù. Perfetta la croce, figura cruciale nella disciplina olimpica degli anelli; plastici e difficili altri esercizi; volo attorno al perimetro della pista tenendosi con una sola mano e librandosi in posizione orizzontale. Piccoletto ed esplosivo, quest’artista peruviano. Adesso torna in pista Carla Martinez che, dopo il sostenuto aereo ai tessuti, offre al pubblico uno dei più classici numeri circensi: il contorsionismo. Anche in quest’altra esibizione, la ragazza messicana va ben oltre la sufficienza. Tutto, a questo punto, è pronto per il gran finale: la grande giostra equestre di Vinicio Togni Canestrelli. Uno show di cavalli che, in Europa, ha pochi rivali. Ventitré quadrupedi a riempire, a gruppi, la pista del circo: nove frisoni olandesi nerissimi, sei argentini, altrettanti palomini e due lusitani. Ritmo, incroci continui e precisi, giri contemporaneamente su direttrici concentriche, una per ogni razza. Si è detto e scritto tanto su questo numero, ma soltanto vedendolo, lo si può davvero comprendere. Ed ogni volta che si vede, si apprezza qualcosa di diverso, qualche meccanismo differente. Termina così lo spettacolo ‘Latino Americano’ dell’unità del Lidia Togni che continua a girare in Italia.
Piero Messana