di Ahara Bischoff
Sembrano due cose che si escludono, ma in realtà hanno più di una cosa in comune. La vita di uno studente universitario, caratterizzata dallo studio infinito di scienze racchiuse in teorie, libri, appunti presi a lezione. E la visita di uno spettatore qualsiasi al circo. Tempo goduto tra zucchero filato, sipario e capriole magiche. Ma come possono collegarsi queste due realtà distinte? Esiste un momento nella carriera accademica che lascia brillare gli occhi di tutta la famiglia, che porta con sé ansia, stupore, gioia? Sì, che esiste. È il momento della discussione della tesi, in cui gli studenti si mettono alla prova e possono far scattare l’applauso. Ed è quello che è successo questa mattina all’Università degli Studi di Milano, dove si sono discusse quattro tesi di argomento circense.
Spieghiamo bene. È qui, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, che il professor Alessandro Serena tiene da ormai sette anni il corso di laurea magistrale di Storia dello spettacolo circense e di strada. Attirando ogni semestre una cinquantina di studenti frequentanti e numerosi altri non frequentanti, spinti dalla curiosità di scoprire un mondo tanto affascinante quanto sconosciuto, il corso ottiene da sempre un buon esito. Sono notevoli le iniziative volte alla promozione, diffusione e sensibilizzazione di discipline che si trovano fra le più antiche forme dello spettacolo al mondo. Si va dalle Giornate di Studio sulle Arti Circensi, una serie annuale di incontri con rappresentanti e stelle della pista, alla redazione di tesi specifiche sulla materia, scritte da studenti che hanno deciso di intraprendere percorsi di studio per diventare i nuovi professionisti del settore. Per quanto riguarda le tesi, si è arrivati ormai ad una cinquantina di elaborati, in costante crescita. E l’ultima sessione di discussione delle tesi magistrali di stamattina vede quattro candidati che hanno presentato lavori di ricerca originali. La commissione è composta da tredici professori. Da segnalare, fra gli altri, Alberto Bentoglio, docente di Storia del teatro e dello spettacolo, Maurizio Porro, giornalista e critico cinematografico del Corriere della Sera e professore di Storia della critica dello spettacolo, Alessandro Serena, relatore delle tesi e la correlatrice Camilla Guaita. Inoltre il professor Paolo Bosisio, ordinario di Storia dello spettacolo, uno fra i più importanti esperti della disciplina, che ha seguito le tesi di due candidati.
Dà il via alla sessione Francesco Semino, con la tesi La formazione dell’acrobata-attore nel circo contemporaneo in Italia. In un periodo in cui sempre maggior successo riscuote il circo contemporaneo è interessante comprendere come avviene la formazione degli artisti in questo settore. Così lo studente racconta delle scuole italiane del genere. La “Alessandra Galante Garrone” di Bologna, la Flic di Torino, la Vertigo di Grugliasco e la più recente Scuola romana di circo. Con attenzione anche all’Accademia d’arte circense di Verona.
La tesi successiva, Charlot. Il clown di Chaplin fra circo, varietà e cinema, di Alessandra Borghi, ha preso in considerazione la produzione artistica di uno dei più raffinati inventori della comicità cinematografica, Charles Spencer Chaplin. Partendo dal presupposto che il suo lavoro è intriso di gesti, segnali e input circensi, ha analizzato come la passione per la pista e il vaudeville si rispecchia negli aspetti biografici e filmici, indagando soprattutto sull’ispirazione clownesca e pantomimica nella costruzione del personaggio Charlot.
Valentina Ripa discute la tesi Flavio Togni. Un ammaestratore stella dello spettacolo popolare. Con l’intenzione di approfondire lo studio di addestramento di animali, proponendo un ritratto dettagliato e ben documentato, ha esaminato le particolarità della vita e della professione di uno dei migliori ammaestratori del mondo. Considerandolo un emblema del circo tradizionale ha rilevato la sua versatilità genuina, dovuta a una profonda fedeltà ai propri valori e ideali.
Chiude il quartetto Stefania Micol Ciocca con la tesi Fotografare il circo. Il fondo Massimo Alberini, un’attenta analisi dell’ampio archivio fotografico raccolto dal famoso giornalista di circo del Corriere della Sera in oltre mezzo secolo di attività, con analisi critiche e storiografiche del raro e prezioso materiale conservato al CEDAC (Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi) di Verona.
Va segnalato che proprio il centro scaligero ha avuto un’importanza fondamentale per ognuna delle tesi, sia mettendo a disposizione l’enorme archivio, sia per il supporto del direttore Antonio Giarola e dei componenti dello staff operativo.
Così da questa sessione di tesi dal sapore circense, si può comprendere che il circo non è solo lo spettacolo che si vede sotto lo chapiteau, fatto di lustrini, segatura, tappeti polverosi e mele caramellate, ma può includere un vero e proprio percorso accademico che, basandosi su un mondo ricco di fantasia, colori e sogni, permette ad un giovane studente di sognare un futuro professionale peculiare. Facendo brillare gli occhi di tutta la famiglia.