di Ahara Bischoff
Sembrano due cose che si escludono, ma in realtà hanno più di una cosa in comune. La vita di uno studente universitario, caratterizzata dallo studio infinito di scienze racchiuse in teorie, libri, appunti presi a lezione. E la visita di uno spettatore qualsiasi al circo. Tempo goduto tra zucchero filato, sipario e capriole magiche. Ma come possono collegarsi queste due realtà distinte? Esiste un momento nella carriera accademica che lascia brillare gli occhi di tutta la famiglia, che porta con sé ansia, stupore, gioia? Sì, che esiste. È il momento della discussione della tesi, in cui gli studenti si mettono alla prova e possono far scattare l’applauso. Ed è quello che è successo questa mattina all’Università degli Studi di Milano, dove si sono discusse quattro tesi di argomento circense.
Dà il via alla sessione Francesco Semino, con la tesi La formazione dell’acrobata-attore nel circo contemporaneo in Italia. In un periodo in cui sempre maggior successo riscuote il circo contemporaneo è interessante comprendere come avviene la formazione degli artisti in questo settore. Così lo studente racconta delle scuole italiane del genere. La “Alessandra Galante Garrone” di Bologna, la Flic di Torino, la Vertigo di Grugliasco e la più recente Scuola romana di circo. Con attenzione anche all’Accademia d’arte circense di Verona.
La tesi successiva, Charlot. Il clown di Chaplin fra circo, varietà e cinema, di Alessandra Borghi, ha preso in considerazione la produzione artistica di uno dei più raffinati inventori della comicità cinematografica, Charles Spencer Chaplin. Partendo dal presupposto che il suo lavoro è intriso di gesti, segnali e input circensi, ha analizzato come la passione per la pista e il vaudeville si rispecchia negli aspetti biografici e filmici, indagando soprattutto sull’ispirazione clownesca e pantomimica nella costruzione del personaggio Charlot.
Chiude il quartetto Stefania Micol Ciocca con la tesi Fotografare il circo. Il fondo Massimo Alberini, un’attenta analisi dell’ampio archivio fotografico raccolto dal famoso giornalista di circo del Corriere della Sera in oltre mezzo secolo di attività, con analisi critiche e storiografiche del raro e prezioso materiale conservato al CEDAC (Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi) di Verona.
Va segnalato che proprio il centro scaligero ha avuto un’importanza fondamentale per ognuna delle tesi, sia mettendo a disposizione l’enorme archivio, sia per il supporto del direttore Antonio Giarola e dei componenti dello staff operativo.
Così da questa sessione di tesi dal sapore circense, si può comprendere che il circo non è solo lo spettacolo che si vede sotto lo chapiteau, fatto di lustrini, segatura, tappeti polverosi e mele caramellate, ma può includere un vero e proprio percorso accademico che, basandosi su un mondo ricco di fantasia, colori e sogni, permette ad un giovane studente di sognare un futuro professionale peculiare. Facendo brillare gli occhi di tutta la famiglia.