Nei mesi estivi il circo assume due facce, come Giano bifronte. Da una parte molti enti pubblici o privati organizzano gala, eventi speciali o lunghe rassegne dedicate alle arti circensi, sia che si tratti di “circo contemporaneo” che di circo classico di alta qualità.
Un fenomeno che oramai ha qualche anno e che ha avuto un buon successo. Prende posto fra lo spettacolo leggero e il teatro di ricerca, tra il musical e l’avanguardia. Trova spazio in cartelloni prestigiosi assieme a grandi nomi del cinema, della lirica, del rock, dell’operetta e della sperimentazione. Interessa un target vastissimo: dalle famiglie ai giovani, da culture “urbane” a quelle new age. Lascia ad occhi sgranati bambini ed intellettuali, bagnanti e vip in fuga dalla calura estiva. Da seguire con attenzione. Allo stesso tempo, per le imprese circensi, il periodo estivo è, ormai da qualche tempo, il più difficile dell’anno. I circhi dirottano verso zone turistiche, il mare o la montagna. I giri sono quelli noti. L’Adriatico o il Mediterraneo, sia al sud che al nord. Le spiagge attorno a Jesolo, Rimini o Pescara. Dall’altra parte la Toscana. Oppure al fresco, su nel Trentino. I giri, appunto, sono quelli soliti, ma la stagione non è più quella di un tempo, tanto che molte famiglie storiche del settore hanno in parte riconvertito i propri interessi e le proprie energie in parchi di
divertimento (Fasano, Zoo d’Abruzzo, Fiabilandia, Minitalia, etc.).
Vediamo come reagiscono le imprese italiane con un rapido panorama, per ovvi motivi sintetico e non esaustivo ma comunque significativo. Il più grande complesso italiano, l’American Circus di Enis Togni chiude attorno a marzo per riaprire in novembre. Si tratta di uno chapiteau da oltre 3 mila posti che necessita di aree vaste ed attrezzate. Porta in giro una dozzina di elefanti, qualche decina di cavalli ed un certo numero di tigri. Si tratta di un caso peculiare. È facile comprendere come le mutate condizioni delle piazze italiane (sempre più piccole e difficili da ottenere) rendano la vita difficile a questo villaggio viaggiante che in passato nel periodo maggio – settembre visitava sino ad una trentina di città. Ma l’impresa non resta certo con le mani in mano, visto che la maestria di ammaestratore di animali di Flavio Togni lo porta a preparare e mandare in missione svariati numeri dei suoi esemplari preferiti: elefanti, tigri, cavalli, nei più importanti complessi europei (Gruss, Krone, etc.). Inoltre il tempo passato in quelli che una volta si chiamavano “quartieri d’inverno” (servivano soprattutto a svernare) e che ora si potrebbero chiamare “d’estate”, è sempre ben impiegato dai Togni nell’organizzazione logistica della tournèe invernale e nell’allestimento del nuovo spettacolo. E Flavio Togni può aumentare (se è possibile) il numero di ore dedicato ai suoi amici a quattro zampe. Ma di fatto il più grande circo italiano (e nella top ten europea) è attivo solo per metà anno solare.
Lo stesso percorso è seguito da un altro “oriundo”, il Circo di Mosca dei Rossante, che preferisce la stagione invernale, ma quest’anno fa uno strappo alla regola e debutta l’8 agosto a Jesolo.
Il Medrano dei Casartelli ripara con una parte degli animali e della notevole forza famigliare al parco divertimenti di Fiabilandia a Rimini, oltre a ciò a volte alcuni gruppi di animali sono ingaggiati fuori e, con quanto resta (pur sempre uno spettacolo notevole), si cerca fortuna all’estero. Ma anche oltre i confini nazionali l’estate non dà esiti scontati. I vicini paesi dell’Est (Ungheria, Romania, Repubblica Ceca) non si rivelano bacini di spettatori sufficientemente generosi per accontentare un complesso poderoso come quello dei due volte vincitori del Clown d’Oro a Monte Carlo.
Espatriare può invece soddisfare le aspettative di complessi di dimensioni più ridotte,
con un punto di pareggio di bilancio più facile da ottenere, come i due Acquatici da esportazione: il Bellucci e lo Zoppis. Il primo da qualche anno realizza tour nei Balcani con buoni risultati (anche se ultimamente un po’ in calo). Mentre il secondo, di rientro dalla penisola iberica (dove ha passato
qualche anno definendo il proprio format) è già in partenza verso quella ellenica, mostrando quanto meno il coraggio degli imprenditori nostrani, non timorosi di affrontare una tournée in una delle nazioni con l’economia più tormentata del continente europeo.
Anche il piccolo ma elegante Circo Apollo cerca pubblico fuori, nella ex Slovenia. Resta in Italia ed attivo dodici mesi l’anno un altro complesso che ha fatto la storia del Circo italiano, il Moira Orfei, che anzi,
coraggiosamente porta in giro per Puglia, Abruzzo e riviera romagnola quasi in pianta stabile e con cast pressoché da stagione piena, la nuova pantomima circense Il bacio del leone, con Stefano Orfei e Brigitta Boccoli. Un circo che peraltro ha il record notevole di tour continuo da circa mezzo secolo. Un complesso che realizza sempre ottimi risultati con un’affluenza di spettatori anche sbalorditiva (visti i tempi) ma con un pareggio di bilancio molto difficile da raggiungere, visti gli alti costi. Altra complicazione è legata alla recente riapparizione di molti marchi “Orfei” che per un periodo avevano ammainato la bandiera.
Altri complessi sempre attivi sono il Royal dei Dell’Acqua, il Vienna dei Vassallo e l’Errani, solo per fare alcuni nomi, che cercano di puntare su circuiti solidi e consolidati nel tempo.
Insomma, salvo qualche eccezione il circo sembra essersi conformato agli usi delle altre forme di spettacolo. In effetti il teatro, la danza, la musica, il cinema puntano tutto sulla classica stagione invernale, all’incirca da novembre a marzo. Ma l’estate non dura per sempre (in questo caso per fortuna) e tra poco, con il classico
appuntamento della Fiera di Sant’Alessandro a Bergamo, verso fine agosto, si rimette in moto la macchina autunnale e riparte la stagione buona per il circo italiano.
Alessandro Serena
La versione integrale dell’articolo si trova su Circo agosto-settembre.