Skip to content Skip to footer

Sul caso Limiti&Hedren l’Enc scrive al presidente Rai

Antonio Buccioni, presidente Enc
Con una lettera inviata al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola e al direttore generale Luigi Gubitosi, il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni solleva ufficialmente il caso del programma condotto da Paolo Limiti, Estate con noi in tv, che nella puntata del 20 agosto ha allestito un “processo” (molto sommario) ai circhi. Oltre a segnalare ai vertici Rai che l’associazione di categoria dei circhi italiani esprime una “ferma e determinata protesta” per l’attacco sconsiderato e senza contraddittorio di cui è stato fatto bersaglio un intero settore, che opera nel quadro di una precisa normativa che disciplina anche le condizioni di mantenimento degli animali, Buccioni annuncia di aver dato mandato ai propri legali di “valutare ogni azione volta a tutelare e risarcire la Categoria da eventuali danni subiti” e chiede che “comportamenti come quello messo in atto dal programma condotto da Paolo Limiti non abbiano più a ripetersi”. Non solo. Il presidente Enc chiede al presidente e al direttore generale “con quali modalità la prima Rete Rai intenda porre rimedio alla discriminazione perpetrata ai danni del circo e dei milioni di telespettatori che seguono con entusiasmo gli spettacoli di quello che ha ragione è stato definito “il più grande spettacolo del mondo”.”
La vicenda è quella che ha visto l’ex attrice Tippi Hedren scaricare in diretta nel programma di intrattenimento che va in onda alle 12, una sequela di accuse diffamanti nei confronti del circo, fino a chiedere di boicottarne gli spettacoli:
Il presidente Rai Anna Maria Tarantola
“L’unico modo per fermarli è non andare più al circo… è orribile come li allevano, li picchiano, piegano il loro spirito, col tempo gli animali addirittura impazziscono”. E ancora: “Non vi rendete conto quanto sia brutale il trattamento che ricevono nei circhi, è una cosa terribile; non ci sono parole che possano esprimere tale brutalità, i metodi che utilizzano per cercare di allenare gli animali ad esercizi stupidi, per divertire noi”.
Oltre a condannare il “vergognoso attacco” che contrabbanda pregiudizi e faziosità come punti di vista oggettivi e veritieri, Buccioni scrive fra l’altro: “Vi è poi l’aspetto gravissimo, tanto più se contestualizzato nella situazione di particolare crisi economica che attanaglia il tempo presente: i circhi italiani danno lavoro a migliaia di persone; alcuni – quelli di maggiori dimensioni – sono imprese da 100-150 addetti ciascuno, che ogni giorno affrontano sacrifici, spese, investimenti. Com’è possibile che un programma di intrattenimento del servizio pubblico possa – ribadiamo senza contraddittorio e senza l’avallo di dati scientifici e comunque argomentati su elementi oggettivi – intenzionalmente porsi l’obiettivo di arrecare danno economico a delle imprese che operano nel rispetto del quadro normativo vigente e in particolare di una legge che, all’art. 1, recita: “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”?