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Speciale Egidio Palmiri nel numero estivo di “Circo”


“Lo scorso 20 gennaio, all’età di 96 anni, è scomparso Egidio Palmiri, dopo quasi un secolo interamente vissuto per il circo. Nella storia di quest’arte ci sono state molte stelle fulgide, personaggi noti al grande pubblico, direttori capaci di grandi incassi, ma se si considerano le sue quattro carriere di artista, direttore, presidente dell’Ente Nazionale Circhi e fondatore dell’Accademia è chiaro che si parla senza ombra di dubbio di uno fra i più importanti personaggi del circo italiano del Novecento”. Così Alessandro Serena introduce l’articolo dedicato a “un gigante del Novecento” che apre il numero speciale della rivista Circo in uscita in questi giorni. Tanti i flashback che vanno a comporre il mosaico di una personalità che ha indubbiamente lasciato una impronta notevole. Portano la firma di Roberto Bianchin, Simone Carcereri, Elio Casartelli, Nerea Colonnelli, Maicol Errani, Carlo Fontana, David Larible, Flavio Togni, Maria Vittoria Vittori. Ne emerge un ritratto davvero composito che non vogliamo svelare in anticipo ma solamente “pizzicare” qua e là per regalare qualche assaggio. Ci sono poi gli approfondimenti di Raffaele De Ritis (autore peraltro nel 2002 di “Gli acrobati folli, la storia della dinastia circense Palmiri”) Dario Duranti, Francesco Mocellin, Alessandro Serena, Antonio Giarola, Arianna Pianesi e naturalmente del presidente Buccioni.
“Ricordare Egidio Palmiri, scomparso nel 2020, non vuol dire ripercorrere la sola storia dell’Ente Nazionale Circhi, di cui è stato indimenticabile presidente, o la storia dell’Accademia d’Arte Circense di cui è stato “fondatore e padre”, ma vuol dire ripercorrere la storia di tutta l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, il cui destino è stato fortemente contraddistinto dalla figura di Palmiri”, scrive il presidente Agis Carlo Fontana.
Quello che colpisce scorrendo i tanti articoli più o meno lunghi (oltre venti) è imbattersi in un uomo che ognuno racconta con accenti diversi, perché tante sono state le sue sfaccettature, che si sono rivelate soprattutto a coloro che lo hanno conosciuto varcando la soglia delle prime apparenze. Ci sono ad esempio le poche ma dense righe che David Larible dedica allo “Zio Egidio”, dalle quali traiamo questo inciso: “Pochi sanno che eri stato il mio padrino di battesimo. Infatti io sono nato nel 1957 quando la mia famiglia era ingaggiata nel tuo Circo Palmiri e i miei genitori ti chiesero il piacere. Io ho ricordi che arrivano da loro. Mi hanno sempre parlato delle due tournée che fecero con te come dei migliori anni delle loro vite. Descrivevano il circo come uno dei meglio organizzati, sia come istallazioni che come qualità di spettacolo”. C’è il saluto riconoscente di Elio Casartelli, che si conclude con un significativo “non dimenticherò mai il signor Palmiri e spero che da lassù proteggerà in qualche modo il nostro amato mondo”, o quello di Roberto Bianchin, che vi facciamo pregustare solo col titolo: “al circo in smoking”. C’è tanto di Egidio Palmiri in questo numero speciale di Circo: le sue vicende familiari, l’Arena, il matrimonio con Leda Bogino, l’Associazione di categoria, i rapporti con le istituzioni e i maggiori leader politici, con l’Agis e col ministero per i Beni e le attività culturali, il sodalizio con il circo danese Benneweis, l’Accademia d’arte circense, il Festival di Monte Carlo, il Club Amici del Circo e la collaborazione col Cedac, compresa la donazione di tanta preziosa documentazione. Un “grande e completato da grandi: Darix, Enis, Leonida, Orlando, Nandino, Moira e Liana”, come scrive Antonio Buccioni. Tutto da leggere, insomma, il nuovo Circo. Al quale vi introduciamo con la riconoscenza di un allievo.

Il senso del rigore

di Maicol Errani

Quando nel settembre del 1995 Guido ed io siamo entrati in Accademia fu davvero uno shock. Per quanto i nostri genitori avessero cercato di prepararci alla nuova ambientazione, dobbiamo dire che il “collegio” del signor Palmiri era ben oltre le nostre aspettative. Abituati alla vita del circo sempre poco “standardizzata e ordinata”, ci siamo improvvisamente trovati in un mondo dove tutto era estremamente regolato e disciplinato. Il signor Palmiri era il capo indiscusso che definiva le regole e del quale avevamo tutti un rispetto misto a paura. Quel rigore e quella disciplina che lui pretendeva ci sembravano esagerati, quasi senza senso. Nel circo si è abituati a convivere con persone di tutte le età e quindi anche con persone “grandi” che uniscono alla severità una componente affettiva. Il signor Palmiri invece sembrava sempre molto distaccato. Ma con il passare del tempo ci è apparsa chiara la sua strategia educativa: quando nel nostro atteggiamento diventavano naturali la disciplina e il rispetto delle regole lui mostrava anche il suo lato affettivo. E questo iniziò ad essere evidente anno dopo anno quando i suoi occhi brillavano nel vedere i nostri progressi artistici, ma anche umani, e ci diceva: “Bravi!” Tanto che, quando ottenemmo il Clown d’Oro a Monte Carlo lui si dimostrò felice quanto noi, ma siamo sicuri che la sua felicità era dovuta anche al fatto che aveva visto realizzato il suo insegnamento rigoroso. Oggi dopo tanti anni ci sentiamo di dirgli ancora un grazie di cuore per quanto ci ha insegnato, criteri che sono diventati regole naturali di lavoro e di vita e che ci hanno portato ad essere accettati e apprezzati in tanti complessi europei.

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