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Soleil in 3D: verso nuovi mondi (e nuovi mercati)

di Ahara Bischoff

Il Cirque du Soleil punta sul 3d. Come sanno bene milioni di persone in tutto il mondo, andare a vedere uno show del complesso canadese è un’esperienza straordinaria. Si assiste ad uno spettacolo pieno di fantasia, arte, acrobazia, popolato da creature bizzarre in un mondo magico. I numeri classici del circo sono stati reinventati e trasposti in un codice del tutto differente dalle tradizioni performative precedenti. La grande scommessa vinta dal Cirque du Soleil è stata quindi rinnovare un linguaggio classico per avere accesso ad un nuovo bacino di mercato. E’ un po’ quello che cerca di fare da un po’ di tempo con il cinema, inserendosi in qualche modo nel nuovo filone di spettacoli riprodotti, ma “vissuti”, cioè di concerti, balletti, show teatrali che ultimamente trovano sempre più spazio nelle multisale accanto alla programmazione tradizionale con un’accoglienza di giorno in giorno più calorosa da parte del pubblico.

In questa e nelle altre immagini, la presentazione del film in America e in Giappone

Già nel 2000 era uscita la pellicola Cirque du Soleil. Journey of Man, un’opera in IMAX, un formato particolare che poi non avrebbe avuto particolare successo, ma che comunque portò incassi poco sotto i 30 milioni di dollari in tutto il mondo. Dati simili, se non superiori, si possono prevedere per l’ultimo titolo Cirque du Soleil 3D. Mondi lontani che il 7 febbraio uscirà nelle sale italiane.
Va notato subito che la stessa attenzione maniacale ai dettagli ed in generale alla qualità che il Cirque du Soleil ha nelle sue produzioni live li mette anche nei suoi spettacoli riprodotti. Lo staff dell’ultima fatica cinematografica è di assoluto livello con Andrew Adamson (regista di Shrek e Le Cronache di Narnia) e soprattutto James Cameron (produttore di Avatar e Titanic), due cineasti visionari di fama mondiale.
L’idea, sulla carta, è semplice: mostrare al pubblico di tutto il mondo alcune delle gemme circensi conservate nello scrigno di Las Vegas. Infatti le produzioni allestite nella capitale mondiale del divertimento non sono destinate a tour internazionali. L’unico modo per averne un assaggio (senza dovere volare oltreoceano) è quello di precipitarsi nelle sale cinematografiche. Dove, per altro, il prezzo dei biglietti è abbordabile, non come quello che di solito tocca ai visitatori dal vivo.
Nel film il pubblico è invitato a seguire le vicende di due giovani ragazzi (l’ex artista del Soleil, Erica Linz, e il trapezista Igor Zaripov) che si conoscono nel mondo reale, simbolizzato da un vecchio tendone circense, stile mele caramellate e segatura, e trovano l’amore viaggiando in mondi onirici e fiabeschi. Nella finzione cinematografica questi mondi sono ambientati in sei chapiteaux, a differenza della realtà dove i vari spettacoli sono presentati nella capitale del Nevada in grandi teatri costruiti apposta in lussuosi hotel. La protagonista, Mia, alla ricerca dell’amore perduto, un giovane trapezista, porta gli spettatori a visitare nel primo tendone il mondo acquatico di O (con la regia di Franco Dragone), una sorta di regno degli spiriti invisibili, rappresentati da artisti che si esibiscono dentro, fuori e sopra un bacino d’acqua. Tra i vari numeri si possono individuare tra l’altro quattro contorsioniste su di una piattaforma in mezzo alla piscina, una coppia di trapezisti in una strepitosa danza sopra l’acqua e una gigantesca barca volante con artisti impegnati in salti mortali alle barre parallele a grande altezza.
La coppia Cameron-Adamson ha sviluppato qui una ricca varietà di contrasti. Giocolieri con fuoco che ballano attorno a un clown in fiamme seduto su una sedia accanto agli affascinanti balletti acquatici sincronizzati, la messa in scena degli antichi elementi dei saltimbanchi con tecnologie innovative, l’eterno conflitto tra amore e guerra, tra forze positive, organiche ed elementari e poteri negativi. Ancor di più ciò è in risalto nel secondo mondo, quello di . Mostrando l’ingegnosità dello spettacolo ospitato al MGM Grand Hotel sono state riprese le piattaforme che girano su se stesse e si alzano verticalmente, riportando i combattimenti delle arti marziali tra le corti imperiali in un’iconografia dai toni orientali. Mia intanto continua la sua ricerca dell’amato e incontra nel mondo magico di Mystère un artista che si esibisce in aria appeso a un fulgido cubo. Per arrivare nel quarto tendone Mia segue un misterioso triciclo che la porta direttamente a Viva Elvis, dove atleti vestiti da super-eroi saltano su immensi trampolini sulle note dei brani più famosi del Re del Rock.
È poi ora di introdurre uno degli elementi più amati dello spettacolo di illusionismo Believe, la mascotte Lucky, un coniglio bianco danzante che eccezionalmente non si trova in una tenda, ma su un grande campo desolato e nebbioso. Camminando sulle proprie orecchie indica la strada verso la luna che all’improvviso si trasforma in un contenitore di vetro nel quale una contorsionista presenta un numero squisitamente sensuale ed erotico dello spettacolo Zumanity.
Molto spazio, con ben sei brani musicali, trova infine Love, la produzione dedicata ai Beatles da cui è stata ripresa, tra l’altro, Lucy in the Sky with Diamonds e Octopus’ Garden, che mette in scena un mondo subacqueo notturno pieno di meduse in bilico tra cielo e terra. Tra i brani Being for the Benefit of Mr. Kite, una canzone che riporta l’odore di segatura e l’atmosfera prettamente circense già nel testo. Siccome nel film i dialoghi sono sostituiti dalla musica anche la romantica riunione tra Mia e il trapezista alla fine non ha bisogno di parole, ma si dissolve in un etereo pas de deux nell’aria, mozzafiato anch’esso, così come tutti i numeri inseriti nel film. È ovvio che la trama cinematografica serve soprattutto da strumento per collegare i vari spettacoli in un’unica cornice. L’impatto emozionale della storia di Mia rimane però sempre marginale rispetto a quello dei singoli numeri, della bellezza dei costumi e delle scene molto raffinate ed efficaci. Chi è appassionato di circo in genere e del Soleil in particolare si potrà godere questi 93 minuti di riprese straordinarie, che hanno un po’ l’effetto di un grande trailer e generano il desiderio di volare a Las Vegas o comunque di precipitarsi ad assistere al primo spettacolo del Soleil vicino a casa. Perché alla fine vince sempre la magia dello spettacolo dal vivo.


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