La direttiva 2009/52/CE ha previsto l’introduzione di disposizioni molto severe nel caso di assunzione di uno straniero illegalmente soggiornante nello Stato. Con l’introduzione di tali nuove disposizioni, il legislatore ha concesso un termine per sanare le irregolarità. Fino al 15 ottobre, imprese e famiglie che occupano irregolarmente stranieri alle proprie dipendenze da almeno tre mesi potranno regolarizzarli evitando le sanzioni previste: per attivare la procedura di emersione il datore di lavoro dovrà versare un contributo forfettario di 1.000 euro (non deducibili ai fini dell’imposta sul reddito) e pagare almeno sei mesi di stipendi, tasse e contributi. Lo straniero irregolarmente impiegato deve dimostrare di essere presente nel territorio nazionale in modo ininterrotto da prima del 31.12.2011, con presenza documentata da organismi pubblici e non aver subito condanne o provvedimenti di espulsione. Non sono ammessi alla procedura di regolarizzazione i datori di lavoro che risultino condannati negli ultimi cinque anni, anche con sentenza non definitiva, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina verso l’Italia e dell’immigrazione clandestina dall’Italia verso altri Stati o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite.
Tutte le informazioni sulla procedura e sui requisiti sono disponibili sul sito del Ministero dell’Interno.